ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Oceania: alla deriva tra mito e storia

06/11/13

IFD Gallery Research, lo spazio dedicato all’arte di via Marco Polo 4, a Milano, martedì 29 ottobre, ha inaugurato la mostra “Oceania: alla deriva tra mito e storia” a cura di Gianluca Ranzi, in collaborazione con Silvia Ranzi e Carla Delia Piscitelli e grazie a Ninbella e Armida Allevi La mostra resterà aperta fino al 12 novembre (dalle 14 alle 20, tutti i giorni).

IFD GALLERY RESEARCH, lo spazio di IFD (International Fashion Diffusion) dedicato all’arte di via Marco Polo 4 a Milano, ha aperto le porte a “Oceania: alla deriva tra mito e storia” a cura di Gianluca Ranzi, in collaborazione con Silvia Ranzi e Carla Delia Piscitelli, e grazie a Ninbella e Armida Allevi.

La mostra è stata inaugurata martedì 29 ottobre.

Le opere esposte sono il frutto di un lavoro artistico che si collega direttamente al sistema di conoscenza esoterico e alla vita cerimoniale. La mostra propone una serie di dipinti di artisti aborigeni contemporanei attraverso i quali si apre un percorso affascinante nella loro cultura, dando spazio alla reiterazione del mito, alla celebrazione delle tradizioni e all'attaccamento alla terra d'appartenenza. Il percorso espositivo si snoda poi attraverso sculture, maschere votive e oggetti rituali che offrono uno scorcio sulla storia e tradizione native dell’Oceania.

Ogni visitatore potrà essere il protagonista di un viaggio tra mito e storia, attraversando un mondo esoterico di coloratissimi paesaggi stilizzati ed imbattendosi in maschere rituali e oggetti di vita quotidiana.

“Le opere esposte in mostra colpiscono per un aspetto fondamentale: sono stilizzazioni solo in parte astratte in quanto traspongono su un orizzonte simbolico e decorativo (in quest’ambito il termine ha perso finalmente ogni svalutazione valoriale attribuitogli dall’estetica occidentale)motivi realistici ripresi dal mondo naturale e vegetale (mantelli di animali, textures di corteccia, impronte sulla sabbia, scarificazioni e tatuaggi), il più dellevolte con una valenza magico-apotropaica che si ritrova trasversalmente in altre culture come quella africana o amazzonica, e basti pensare a Esther Malangu e alle pitture “astratte” della sua cultura Ndebele oagli splendidi tappeti Namàd centro-asiatici.”

“Queste opere funzionano per noi come un antidoto al disincantato, oggettificato e reificato mondo della modernità e ci riportano a un universo collegato e fluido di apparizioni e di trasformazioni magiche in cui i confini con l’altro da sé sono perennemente permeabili, un mare sconosciuto sulla mappa dell’arte in cui il naufragare è dolce” scrive Gianluca Ranzi, il curatore della mostra.

“Oceania: alla deriva tra mito e storia” rimarrà aperta fino a martedì 12 novembre. Orari: 14-20 tutti i giorni. La mattina, solo su appuntamento.

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