Olfatto e convivio
Olfatto e convivio, sensi ed eros.
Dove finisce l’olfatto e inizia il gusto? I due sensi sono inseparabili.
La tentazione del caffé non nasce dal sapore, ma dal suo intenso profumo.
Con naso e occhi chiusi non possiamo distinguere una patata cruda da una mela, o lo strutto dal cioccolato.
Il naso è capace di inviare al cervello più di diecimila odori diversi. Sotto l’aspetto evolutivo l’olfatto è il senso più antico: preciso, rapido, forte, s’incide sulla memoria con tenace persistenza.
Cleopatra conosceva il potente valore dei profumi che se usati con astuzia potevano esaltare una personalità. La regina d’Egitto amava cospargersi dell’essenza di rose di Damasco, la stessa con la quale faceva irrorare le vele della sua nave perché la brezza marina ne preannunciasse l’arrivo nei porti. Dopo il suo celebre viaggio a Roma, intrapreso con Cesarione il figlio avuto da Cesare, il profumo di rosa alla Cleopatra divenne tra le matrone della capitale l’essenza di seduzione più alla moda.
Durante i banchetti dei romani, uno dei compiti degli schiavi era quello d’aromatizzare le stanze, diffondendo il profumo attraverso tubi d’argento o cascate di fiori dal soffitto.
Diversi secoli dopo nei castelli medioevali, per mascherare il fetore d’immondizia ed escrementi, i pavimenti venivano ricoperti con petali di fiori ed erbe aromatiche.
Ancora dopo il ‘500 i nobili francesi di corte, non lavandosi quasi mai, consumavano grandi quantitativi d’essenze floreali al fine di nascondere i cattivi odori.
L’arte del creare i profumi è complessa e difficile quanto la distillazione dei liquori. Per secoli l’umanità ha ricercato nuove fragranze, animata dall’illusione di poterne inventare qualcuna in grado di conferire il potere della seduzione assoluta.
Anche il corpo umano, soprattutto nei momenti d’eccitazione, emana un odore. Annusarsi reciprocamente è talmente importante che in alcune regioni del mondo la parola “baciare” significa “odorare”. L’odore delle parti intime è un richiamo, un messaggio cifrato, che viaggia dritto al cervello attivando una serie di reazioni che sono il preludio dell’amplesso carnale.
Recentemente pure la scienza ha verificato come il desiderio amoroso avrebbe origine nel naso. Protagonista un sensore ubicato all’ingresso delle narici che intercetterebbe i feromoni, cioè quei richiami sessuali emessi dalla pelle, identificati nel pensiero popolare come “alchimia tra innamorati”.
Generalmente l’olfatto è più sviluppato nelle donne che negli uomini. Una madre ad occhi chiusi riconosce dall’odore i vestiti del figlio tra quelli di altri trenta bambini. Nelle femmine l’olfatto è anche maggiormente legato all’erotismo, benché i maschi, come tutti i mammiferi, siano più vulnerabili all’arma del profumo.
Se l’aroma del corpo è eccitante, altrettanto lo è quello di un pasto preparato con cura. Gli odori della buona cucina non solo fanno venire l’acquolina in bocca, ma generano un desiderio che assomiglia molto a quello erotico.
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