Parlare di Mobbing si può
La SIPISS-Società Italiana di Psicoterapia Integrata per lo Sviluppo Psicosociale per la 3° Edizione del Convegno sul Disagio Psicosociale, ha puntato i riflettori sul tema del Mobbing. La massiccia affluenza di pubblico e di addetti ai lavori ha confermato la grande attualità e l’interesse per l’argomento.
Milano, 28 ottobre 2011 – La SIPISS-Società Italiana di Psicoterapia Integrata per lo Sviluppo Psicosociale per la 3° Edizione del Convegno sul Disagio Psicosociale, ha puntato i riflettori sul tema del Mobbing. La massiccia affluenza di pubblico e di addetti ai lavori ha confermato la grande attualità e l’interesse per l’argomento.
Da un’indagine svolta dalla Società Italiana di Psicoterapia Integrata per lo Sviluppo Psicosociale (SIPISS) emerge un dato allarmante: sono in aumento le persone che dichiarano esplicitamente di aver subito violenze psicologiche sul posto di lavoro (è stato calcolato un aumento del 30% nel 2010). Si tratta di un dato elaborato in base all’analisi delle richieste di assistenza psicologica o di consultazioni giunte ai terapeuti del network di APD (Assistenza Psicologica ai Dipendenti) afferenti alla SIPISS. Tuttavia, le ricerche dimostrano come non sempre dietro a queste dichiarazioni di disagio vi sia effettivamente una condizione di mobbing, fondamentalmente perchè manca un’adeguata informazione rispetto ad un fenomeno multifattoriale, complesso ed estremamente sfaccettato.
Fra i relatori, quindi, pieno accordo nel sottolineare l’importanza di adeguate manovre d’informazione dei dipendenti e della diffusione di una cultura del dialogo, soprattutto in riferimento ad una tematica così delicata e nei confronti della quale permane una certa reticenza alla condivisione e al confronto.
Il Dott. Ferrari - Presidente della SIPISS spiega che gli ambienti di lavoro devono maturare un’adeguata sensibilità relativamente ai fattori psicosociali che possono favorire lo scaturire di comportamenti vessatori che minano l’integrità psico-fisica del lavoratore.
Il datore di lavoro e i lavoratori tutti possono agire al fine di migliorare le condizioni ambientali del proprio luogo di lavoro. Il datore di lavoro deve mettere in atto adeguate azioni preventive per tutelare tutti i lavoratori dai rischi psicosociali.
Fra i casi effettivamente afferibili ad una fattispecie di Mobbing (non molti per la verità, come sottolinea l’Avv. Lazzarini) emerge un dato particolarmente interessante e cioè che le donne appaiono essere le più coinvolte nel fenomeno. Il Dott. Cecchini - Responsabile Sportello Mobbing di INAS-CISL e la Prof.ssa Carinci - Presidente del Comitato Etico dell’Università degli Studi di Milano, concordano appieno su quest’aspetto riportando alcuni dati rispetto alla popolazione di riferimento su cui hanno condotto le proprie ricerche: la percentuale di donne che dichiara di aver subito condotte mobbizzanti si aggira attorno al 65%.
La tavola rotonda ha aperto interessanti quesiti e spunti di ricerca, in particolar modo rispetto agli aspetti organizzativi entro cui il fenomeno del mobbing si estrinseca, portando pubblico e relatori ad interrogarsi su come la gerarchia, la definizione dei ruoli e i cambiamenti negli assetti organizzativi possano costituire fattori in grado di incidere sull’incremento di fenomeni mobbizzanti.