Parlate di me: evento dedicato a Mia Martini con I Ragazzi di Mimì che incontrano Chez Mimì
E’ una Mia Martini poliedrica, ora innamorata della vita, ora arrabbiata, ora dolcissima quella che ha presentato Pippo Augliera nei ricordi e nel libro scritto dallo stesso dal titolo "La voce dentro". Un evento emozionante con i Ragazzi di Mimì.
E' una Mia Martini poliedrica, ora innamorata della vita, ora arrabbiata, ora dolcissima quella che ha presentato il giornalista e scrittore Pippo Augliera Domenica 9 dicembre all’Arte gusto di Gazzuolo (MN), ospite dei Ragazzi di Mimì e di Giovanna Campanini, nei ricordi e nel libro scritto dallo stesso dal titolo "Mia Martini – La voce dentro".
E’ una Mia Martini che si concede ai fans, che si arrabbia con i dirigenti delle case discografiche, che lotta per imporre le sue idee e quelle degli altri; un grande cuore di artista che non si lascia sopraffare da nessuno anche a costo di rimetterci la faccia.
Dalle parole di Augliera possiamo cogliere l’aspetto quasi barricadero e combattivo dell’artista calabrese che in più di 30 anni di attività ha esplorato vari e innovativi campi della musica: partendo dallo studio lirico, passando per la canzonetta, all’avanguardia sinfonica, ai primi album di rottura e impegno spirituale, dirigendosi verso le terre più a sud d’Italia, come Napoli (collaborazioni con Murolo, Gragnaniello) senza dimenticare l’uscita dall’Italia per affiancare un'eccellenza francese quale riconosciuta a livello mondiale come Charles Aznavour.
Virando in più momenti verso la canzone d’autore di un Ivano Fossati, e un De Gregori, De Andrè, ma l’elenco sarebbe ben più lungo. Come non sottolineare la poco conosciuta appartenenza cantautorale della stessa Mia Martini, portando a buon diritto, come afferma Pippo Augliera, a conoscenza della preparazione musicale indiscutibile ed indiscussa della stessa.
La sua vita è stata perennemente irta di difficoltà. Fin dall’inizio della sua avventura discografica, Mia Martini non si è mai nascosta neppure dietro ad un velo, ha detto quello che pensava anche a costo di rimetterci di persona, come in effetti poi è avvenuto (rottura contratti discografici e spese legali interminabili da pagare).
L’autore ha ritenuto presentare l’artista come caso di mobbing nel mondo dello spettacolo, sottolineando con fermezza quanto questo porti a non rendere giusto onore e valore ad un’artista, ad una cantante, un’interprete, una cantautrice ineguagliabile per tecnica, pathos, passione.
Tutti gli elementi che il Laboratorio de I ragazzi di Mimì rivendicano, tributandole omaggi ma soprattutto, studio, lavoro, amore per l’arte da lei portata a vertici altissimi, a cui agognare. Si è trattato, peraltro, di un compito per loro assai arduo, se si pensa ad una personalità così tormentata e complessa, che ha saputo incanalare e trasformare i suoi sentimenti in emozioni tangibili. Ne hanno tratto beneficio tutte le loro interpretazioni; con esse hanno tentato di dare forma all’essenza dell’artista, oltre che a renderle omaggio e a creare un ‘fil rouge’ capace di mettere in connessione ‘I ragazzi di Mimì’, il pubblico e la stessa Mimì.
A ciò si aggiunge l’eco del commento di Gabriele Dallasta, una delle due voci narranti: 'ho riscontrato solo in momenti ben precisi, nella mia ormai veneranda esperienza, una carica di emozioni come percepita in occasione della serata organizzata. I ragazzi hanno permesso a me e alla mia collega Giulia (Grandi, n.d.a) di portarci per giorni il suono delle voci in brani non conosciuti della grande artista Mia Martini. La misura, l'eleganza, e i contenuti esposti dall'autore Pippo Augliera, si sono insinuati insieme a tutte le emozioni provate, lasciandoci liberi da tutto ciò, solo da poco tempo. Grazie per l'incontro evento, che abbiamo visto "copiato" con ben altri mezzi da una televisione, poco portata alle profondità emozionali.'
Un ringraziamento a Marco Negri, Gabriele Geremia e Gabriele Dallasta per la collaborazione alla recensione.
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