Pentathlon moderno: Olimpiadi, tiriamo le somme della gestione Felicita
La tristezza è che gli atleti per prendere medaglia ci sono sempre stati realmente, ma sono sempre stati mal gestiti.
Un'altra Olimpiade è alle spalle e tra rimpianti e delusioni è ora di analizzare cosa ha funzionato e cosa no.
Avevamo due uomini con ambizioni da podio e due donne che potevano cercare il colpaccio. Il risultato è stato un 9°, un 20°, un 25° e un 27° posto. Peggio di così difficilmente poteva andare.
Analizzando le varie prove scopriamo che la scherma, come accaduto per l'intero quadriennio olimpico (salvo una recente parentesi) è stato il nocciolo del problema, con la sola Crognale sopra il 50% delle stoccate.
Nel nuoto sono arrivati in forma De Luca e Cesarini, è arrivata non al top Sabrina, mentre Benedetti era "sotto un treno". Nell'equitazione De Luca è stato super, Crognale sufficiente, mentre Claudia e Nicola hanno commesso molti errori. Va detto per correttezza che Nicola ha montato un "cavallaccio" che nell'altro percorso ha creato l'inferno. Va quindi forse rivalutata molto la prestazione equestre del nostro modenese.
Nel tiro solo Cesarini è stata precisa. Nella corsa Nicola e Riccardo non hanno fatto l'enorme selezione come accadeva per tutta la prima parte della stagione, mentre Claudia è sembrata stanca.
Nel complesso, tenendo conto delle prestazioni abituali di ognuno dei nostri atleti in gara, possiamo dire che la forma giusta al momento giusto è stata trovata in sole 5 delle singole 20 prove totali.
Risulta evidente l'errore di programmazione, con Nicola, Sabrina e Riccardo che hanno avuto il culmine della forma fisica a maggio. A differenza dei campioni stranieri siamo riusciti ancora una volta a sbagliare programmazione. Basti pensare che i tre sul podio, tra l'altro plurimedagliati, per gran parte della stagione hanno preso sonori schiaffi dagli azzurri, per poi infliggergli nel giorno che conta, distacchi abissali. Ciò che peggiora la situazione è il fatto che avevamo altri due atleti qualificati e quindi la possibilità di portare chi fosse realmente più in forma. C'è chi finalizza il tutto all'appuntamento clou e chi invece ha come obiettivo quello di vendere al CONI false speranze.
Lucio Felicita, in questi 14 anni di potere, è diventato la barzelletta delle federazioni. In 4 appuntamenti olimpici, Sydney, Atene, Pechino e Londra, ha sempre promesso medaglie e allori al CONI e ha sempre riportato fumo. La tristezza è che gli atleti per prendere medaglia ci sono sempre stati realmente, ma sono sempre stati mal gestiti o peggio ancora annientati.
Nel 2000 a Sydney gareggiarono Fabiana Fares, una delle star del pentathlon femminile mondiale con un palmares incredibile, Claudia Cerutti, 4^ al mondiale disputato 2 mesi prima, e Stefano Pecci, giovane in crescita. Felicita promise 1-2 medaglie. Invece tornammo con un nono posto di Cerutti, un 13° di Pecci, fuori forma nella corsa, e un ultimo posto per Fares che cadde da cavallo a gara già totalmente compromessa dalle precedenti prove. Per valutare meglio l'entità dei piazzamenti vi informiamo che in quell'edizione gli atleti in gara erano solo 24.
Nel 2004 gareggiarono Claudia Corsini, che vantava un titolo europeo, una vittoria della finale di Coppa, più tanti altri podi, Federica Foghetti, con all'attivo un incredibile numero di podi in ogni tipo di competizione, Andrea Valentini, 1° del ranking mondiale nel marzo precedente la gara, e Enrico Dell'Amore, campione del Mondo militare. L'Italia sognava anche tre medaglie olimpiche. Ma i dirigenti tecnici federali ebbero la felicissima idea di preparare l'Olimpiade in altura. Questo tipo di allenamento va programmato negli anni e se improvvisato può creare più danni che benefici. Così fu. Tutti gli azzurri ebbero pesanti ripercussioni con Valentini e Dell'Amore che furono letteralmente demoliti. Ai giochi Corsini, nonostante una grande scherma, non raggiunse il podio a causa di una corsa deficitaria, Foghetti non entrò mai in gara finendo poi 32^ a causa dell'equitazione, Valentini ebbe addirittura enormi difficoltà a terminare le singole prove e Dell'Amore ebbe prestazioni nettamente inferiori ai propri standard. I due maschi finirono 19° e 26°. Una nuova caporetto del pentathlon italiano. Per la cronaca si gareggiava in 32.
Nel 2008 a Pechino scesero in campo Corsini, che nel frattempo aveva vinto il mondiale, e Bertoli che vantava il doppio bronzo dell'europeo e della finale di coppa 2007. Tra gli uomini sia Benedetti che Valentini ambivano alla medaglia. Si puntava di nuovo a più medaglie.
Solo nel tiro gli azzurri furono incisivi, in tutte le altre prove furono sottotono. Alla fine Benedetti fu 14°, Valentini 17°, Corsini 14^ e Bertoli 32^. Una disfatta!!!!!!!!!!
Per la cronaca si gareggiava in 36.
Arriviamo ai giorni nostri. Il simpaticissimo Lucio Felicita promette al CONI che Benedetti o De Luca, o entrambi, saranno sul podio. Al termine della gara 9° e 20°, con le azzurre 25^ e 27^.
Petrucci, presidente del CONI, ancora una volta al solo nome di Felicita, si sganascia dalle risate. Se negli uffici del CONI si respira un'aria pesante, basta iniziare a ripetere il nome del nostro presidente federale per riportare ilarità e buon umore ovunque. Grazie caro Lucio per averci reso la barzelletta dello sport italiano.
Uno dei pregi maggiori del nostro presidente è la capacità di scegliere collaboratori muniti di incredibili doti tecniche e umane. Un esempio lampante è quello dell'attuale CT Marco Quattrini, artefice di molte delle disfatte appena descritte.
Era proprio Marco il Ct di Corsini e Foghetti in occasione di Atene.
Così come era Marco il Ct imposto a Corsini dal presidente Felicita, in occasione di Pechino 2008. Una scelta che rimarrà storica per tatto e opportunità. Claudia infatti odiava a tal punto Quattrini, a causa dei soliti ambigui comportamenti di Marco, da chiedere ufficialmente di non doverlo mai incontrare, neanche durante gli allenamenti. Scegliere un allenatore che ha il divieto di seguire l'atleta che in teoria allena, è un caso unico al mondo! Felicita sei grande!! Il risultato di questo clima idilliaco fu il 14° posto dell'iridata Corsini a Pechino.
La mano di Quattrini la ritroviamo ancora una volta dietro la disfatta di Londra.
Come può un presidente federale continuare a puntare su un CT che ovunque metta piede venga odiato, ripudiato e disprezzato?!!!! Chi è più colpevole tra i due?!
Entrambi!
A volte una singola olimpiade può essere poco per tirare le somme, ma Quattrini e Felicità, in questi 14 anni, hanno ormai dimostrato di distruggere tutto ciò che toccano! Credo sia arrivato il momento di un cambiamento, necessario per la sopravvivenza del pentathlon italiano.
Che rimpianti nel pensare ai tempi in cui Mauro Tirinnanzi, Ct preparato e da tutti ben voluto, conduceva la nazionale italiana verso tanti successi.
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