Perché si ricorre al tatuaggio? Cosa si nasconde dietro il tatuarsi?
È stato pubblicato su Psicologi-Italiani.it l'articolo a firma del Dottoressa Angela Chiara Leonino dal titolo "Perché si ricorre al tatuaggio? Cosa si nasconde dietro il tatuarsi?"
Nati come segno di riconoscimento ed appartenenza ad una tribù, piercing e tattoo oggi sono diventati l'ultima tendenza nel mondo dei giovani.
Nel testo l’autrice mette in luce il significato più intrinseco e profondo del tatuaggio andando a definire anche i suoi valori relativi all’antichità.
Per alcuni il tatuaggio o il piercing sono una forma di espressione di sé, può simbolizzare la volontà di ricordare un evento o un’esperienza importante della vita, ad esempio per i cadetti militari americani è un rito di passaggio.
Altre ricerche hanno suggerito che gli stressor psicosociali, come l’esposizione ad un trauma, possono essere associati al ricorrere a modificazioni corporee. In passato veniva utilizzato per esorcizzare la paura della morte (il rituale del dolore fisico simula il passaggio dalla vita alla morte). Il tatuaggio può avere uno scopo curativo.
Si può avere la convinzione che agendo sul corpo si ha una modificazione della mente. E se e quando il bisogno di tatuarsi può essere definito psicopatologico.
Quando la modificazione del corpo è avvertita come necessaria e pressante. In questi casi possiamo postulare che dietro al sintomo si celi un disturbo dell'immagine corporea la cui forma estrema è il dismorfismo corporeo. La caratteristica essenziale del Disturbo di Dismorfismo Corporeo è la preoccupazione per un difetto nell’aspetto fisico. Il difetto può essere immaginario, oppure, se è presente una piccola anomalia fisica, la preoccupazione del soggetto è di gran lunga eccessiva.
L'autrice è laureata in Psicologia Clinica e della Salute, all’Università “G.D’Annunzio” di Chieti.
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