Pianificazione territoriale e sviluppo locale
Il PTCP di Napoli non sceglie.
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E SVILUPPO LOCALE LE OCCASIONI MANCATE IL PTCP UNA STORIA LUNGA OTTO ANNI E NON È FINITA.
di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco.
In queste convulse settimane che precedono la Pasqua, mentre si consuma lo scontro elettorale nel pieno di una crisi economica tanto grave quanto imprevedibile nella sua evoluzione la Provincia di Napoli ha approvato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.), strumento urbanistico di grande importanza per l’intera area metropolitana, che raccoglie oltre il 55% degli abitanti della Campania e questo è avvenuto , in sordina, come spesso accade ignorato dai mass-media,eppure è uno strumento di grande importanza .
Se fosse approvato in maniera definitiva dal Consiglio Provinciale , superando l’iter previsto dalla legge, sarebbe la prima volta che la Provincia di Napoli si dota di uno strumento urbanistico necessario per definire l’organizzazione territoriale e le direttrici per lo sviluppo della area metropolitana.
Il Piano di Coordinamento mette in rete i diversi Piani Regolatori dei Comuni ed è particolarmente importante per definire l’organizzazione infrastrutturale del territorio provinciale.
Con questo strumento diventa più semplice assumere decisioni in merito alla dislocazione sul territorio delle scuole superiori, degli ospedali, delle aree di sviluppo industriale, che devono essere servite da una rete stradale efficiente, da un servizio di trasporti pubblici ben organizzato, da una rete metropolitana che consente una rapida comunicazione tra tutti i punti dell’area provinciale.
Il primo piano provinciale fu approntato dal compianto Assessore Giulio Rossi Crespi, architetto di esperienza internazionale ed ambientalista conosciuto, che si scontrò con il Comune di Castellammare di Stabia per la conversione in struttura alberghiera del Cementificio dimesso che si trovava lungo la bellissima costa che porta a Vico Equense.
Quel piano, teneva conto della Pianificazione del Comune di Napoli che Vezio De Lucia, stava elaborando; la cultura urbanistica che supportava quella elaborazione era di strutturare un Piano leggero, fatto di norme non costrittive, ma attraverso la metodologia della concertazione, organizzare il territorio alle sempre nuove esigenze che venivano avanti.
Al termine della prima Giunta presieduta da Amato Lamberti, il ruolo di Assessore fu affidato all’architetto Guido Riano, professore alla Università di Napoli, che aveva il compito di rendere meno “ideologico” il Piano di Coordinamento, per cui si predispose un altro percorso di elaborazione del Piano con il Prof. Vittorini a presiedere il gruppo tecnico di lavoro.
Quando il Piano fu presentato all’inizio del 2004, il Riano fu attaccato dai Verdi per le norme eccessivamente permissive in materia di edificazione privata in zone di particolare interesse ambientale e culturale, la presa d’atto che l’Assessore provinciale aveva avuto l’incarico dal Comune di Sorrento di redigere il proprio Piano Regolatore costrinse l’assessore alle dimissioni ed alla revisione del Piano di Coordinamento.
Infine, l’assessorato fu assegnato all’architetto Domenico Moccia, prof. Straordinario di Urbanistica alla FedericoII° di Napoli, che dopo un lavoro durato quasi due anni ha presentato il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento. Da allora si sono succedute consultazioni, incontri ed ascolti per accogliere le proposte di tutti quelle organizzazioni che usano “il territorio” e finalmente con delibera N° 1091 è stato approvato dalla Giunta il piano che , nel giro di 2 mesi, sarà sottoposto al Consiglio Provinciale..
L’Assessore Moccia, aveva già svolto incarichi di assessore presso il suo comune, Afragola, nel periodo 95 – 96 e si era occupato delle decisioni in merito alla definizione della Stazione di Alta Velocità in quel Comune, dell’insediamento sul suo territorio della prima grande struttura della IPERCOOP in Campania e dello sviluppo ulteriore che quel territorio ha avuto.
Quella esperienza terminò, perché quella Giunta fu sciolta per infiltrazioni della Camorra.
Pianificazione e Programmazione del territorio sono uno strumento dello sviluppo se supportato dalla crescita della democrazia partecipata. Quando questo non avviene, c’è disordine e questa condizione favorisce la speculazione, la delinquenza organizzata, il degrado. In conclusione ci resta da dire che non è possibile utilizzare un territorio per scopi più disparati: Deposito di rifiuti, nuovi vani e disordine urbanistico. Bisogna scegliere per fare un uso oculato del Territorio ed il PTCP non sceglie.
Napoli, 18/03/08