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Portare un team alle Olimpiadi

11/04/12

Massimo Barbolini allenatore della nazionale femminile di pallavolo Campione del Mondo in carica, e testimonial dell'Accademia Sport & Management. In questo articolo, ci svela principi e fasi fondamentali di un'attività cruciale pe ogni manager: l'attività di programmazione. Una testimonianza di eccezione per Net Working di uno dei più grandi allenatori della storia dello sport italiano, rivolta a tutti coloro che devono gestire team e risultati all'interno delle aziende.

Nel mondo dello sport, come nel mondo del management, il risultato è quasi tutto; perchè se non arriva non si ha la possibilità di lottare per raggiungerlo, e quindi nemmeno di parlarne autorevolmente. Porterò la Nazionale di Pallavolo femminile italiana, il team che guido da circa 7 anni, alle Olimpiadi di Londra da Campione del Mondo in carica, una responsabilità importante in uno scenario che è sempre il più affascinante per chi vive e lavora nel mondo dello sport come protagonista attivo. Scrivo quindi queste riflessioni dopo molti anni di lavoro con questi team e a pochi mesi dall’appuntamento olimpico focalizzandomi su un tema a cui tengo molto e che mi sembra molto rilevante anche per chi conduce team nelle aziende, come ho potuto constatare negli incontri dell’Accademia Sport & Management.
All’interno del lavoro di un team sportivo volto alla ricerca di un risultato, la fase di programmazione si inserisce tra quella di costruzione del gruppo e l’attività agonistica vera e propria; è una fase fondamentale che, spesso e volentieri , come ogni allenatore ben sa, risulta determinante ai fini del successo finale.
All’inizio di una stagione agonistica, una volta formato il gruppo, è il momento di Individuare quello che è l’obiettivo da raggiungere e individuare le priorità per fare ciò: in queste poche parole ci sono le basi della programmazione!
Infatti solo avendo ben chiaro cosa perseguiamo e perché lo facciamo potremo sempre trovare la giusta risposta su come farlo e quando farlo. Può sembrare un’affermazione scontata, ma nella realtà non lo è affatto, ed il ruolo di ogni allenatore richiede sia la capacità di focalizzarsi molto bene su questi aspetti, sia quella di trasmetterlo alla squadra con grandi trasparenza ed efficacia.
Queste istanze devono sempre influenzare il nostro lavoro, sia che la nostra programmazione riguardi un obiettivo parziale, intermedio che un obiettivo strategico, finale. Come esempio a riguardo di questo aspetto, nei corsi per allenatori mi piace sempre spiegare e soffermarmi sul fatto che nell’atività di allenamento da una situazione di gioco possiamo insieme estrapolare decine di esercizi, ma un bravo allenatore deve sapere individuare quali, spesso pochi, e in quale sequenza proporli!
Stabilite queste basi fondamentali, vediamo quali sono le situazioni che determinano l’individuazione delle priorità di una corretta programmazione.
I principi fondamentali sono tre:
1. capacità della propria squadra;
2. livello degli avversari;
3. caratteristiche della competizione.
Partendo dalla propria squadra,distinguiamo due fasi della programmazione:
la prima riguarda il rapporto tra obiettivo da raggiungere,programma tecnico/tattico e preparazione atletica. In breve il primo passaggio è l’idividuazione dei momenti dellastagione in cui.in base all’obiettivo/i da raggiungere,la squadra deve essere al top del rendimento atletico.
Fatto ciò, si elabora il programma di preparazione fisica adeguato, in funzione del quale l’allenatore inserirà le sue priorità tecnico/tattiche.
Il secondo aspetto che riguarda la propria squadra è quello relativo all’impiego degli atleti: fondamentale è infatti stabilire a quali atleti fare svolgere maggiormente un ‘attività legata alle competizioni e a quali invece più un lavoro specifico di allenamento tecnico e fisico, al fine di arrivare al meglio all’appuntamento finale.
La conoscenza degli avversari è il secondo punto focale del nostro ragionamento: infatti in base alle caratteristiche tecnico tattiche dei miei principali avversari futuri cercherò:
1)di lavorare principalmente su aspetti specifici finalizzati a contrastare le loro migliori soluzioni di gioco (senza però mai snaturare le peculiarità del mio team!);
2)di affrontare in amichevoli avversari con caratteristiche di gioco simile a questi.
Infine, eccoci alle caratteristiche della competizione: infatti il tipo di programmazione può variare molto in relazione al sistema - e di conseguenza alla durata - del torneo che dobbiamo prepararci ad affrontare.
Finalizzata a trovare un rendimento costante che si migliori nel tempo, deve essere la preparazione di una competizione lunga come può essere un campionato per club; tesa invece a raggiungere il top in quei 10 gioni di fuoco quella di una Nazionale che si prepara ad una Olimpiade!!!
In conclusione ,ritengo importante il concetto che all’interno dello sviluppo delle istanze sopra illustrate dobbiamo sempre avere come primo obiettivo l’allenamento e il perfezionamento delle nostre qualità migliori.
Mi auguro che queste riflessioni possano essere utili a chi deve gestire team per raggiungere risultati importanti all’interno delle aziende.
Massimo Barbolini



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