Proteine spike -“covid” e nattochinasi
È noto che il virus SARS-CoV-2 riesce a penetrare nelle cellule che esprimono maggiormente il recettore per l’ACE2, l’enzima 2 di conversione dell’angiotensina. Il virus riesce a legarsi al recettore tramite una proteina transmembrana, nota come proteina S, o Spike, grazie alla quale il virus dapprima si lega alla cellula, poi si fonde alla membrana e alla fine accede al citoplasma della cellula stessa. Le molecole che riescono a impedire il legame della proteina Spike al recettore umano ACE-2 possono giocare un ruolo fondamentale nel contrasto al COVID-19, dal momento che prevengono sul nascere l’ingresso del virus nella cellula ospite.
Il dottor Peter McCullough, MD, MPH, ha fatto un’altra rivelazione bomba, questa volta su come la nattochinasi, un enzima naturale che si trova nei semi di soia fermentati, sia un potente rimedio contro le proteine spike del Covid-19.
McCullough racconta come le persone che si sono “vaccinate” per il Covid gli chiedano sempre cosa possono fare per “toglierlo dal corpo”. Questo lo ha ispirato a scrivere un articolo sulla nattochinasi, che definisce la sostanza, il “Santo Graal della disintossicazione da vaccino covid-19”.
“I prodotti a base di mRNA e DNA adenovirale sono stati lanciati sul mercato senza alcuna idea di come e quando l’organismo avrebbe mai scomposto il codice genetico - scrive McCullough - L’mRNA sintetico trasportato su nanoparticelle lipidiche, sembra essere resistente alla degradazione da parte delle ribonucleasi umane, per cui il prodotto sarebbe di lunga durata e produrrebbe la proteina del caso, per un periodo di tempo considerevole. Questo sarebbe un vantaggio per una normale proteina umana che venga sostituita in uno stato di rara carenza genetica (ad esempio, l’alfa galattosidasi nella malattia di Fabry). Tuttavia, è un grosso problema quando la proteina è lo Spike patogeno della SARS-CoV-2″. Il DNA adenovirale (Janssen) dovrebbe essere scomposto dalla deossiribonucleasi, ma questo non è stato studiato in modo esaustivo”.
Cosa si può fare, quindi, per indurre la eliminazione queste proteine spike? Secondo McCullough, la nattochinasi è il più promettente tra gli agenti disintossicanti, che lui conosca. La cosa migliore è che è relativamente poco costosa e viene venduta al banco come integratore alimentare.
“La nattochinasi è un enzima prodotto dalla fermentazione della soia con i batteri Bacillus subtilis var. natto ed è disponibile come integratore orale - spiega McCullough - Degrada il fibrinogeno, il fattore VII, le citochine e il fattore VIII ed è stata studiata per i suoi benefici cardiovascolari”.
La nattochinasi è poco costosa, ampiamente disponibile e funziona.
Il dr McCullough evidenzia un articolo pubblicato sulla rivista Molecules che spiega gli effetti della nattochinasi sulla proteina spike del SARS-CoV-2. In una preparazione di lisato cellulare che, secondo McCullough, può essere una analogia con un ricevente della iniezione, i ricercatori hanno dimostrato con successo che le proteine spike, quando vengono esposte alla nattochinasi, si degradano in modalità che dipende dal tempo e dalla dose.
In un secondo esperimento nell’ambito dello stesso studio, i ricercatori hanno replicato i risultati di uno studio simile pubblicato nel 2021, in cui la nattochinasi degradava con successo le proteine spike della iniezione covid in cellule infettate con SARS-CoV-2.
“La nattochinasi è dosata in unità fibrinolitiche (FU) / per grammo e può variare a seconda della purezza - spiega McCullough - Kurosawa e colleghi hanno dimostrato che negli esseri umani, dopo una singola dose orale di 2000 FU le concentrazioni di D-dimero a 6 e 8 ore e i prodotti di degradazione della fibrina e del fibrinogeno nel sangue a 4 ore dalla somministrazione, sono aumentati in modo significativo (rispettivamente p.<0,05). Pertanto, una dose iniziale empirica potrebbe essere di 2000 FU due volte al giorno”.
Finora, sulla nattochinasi, non sono stati condotti studi farmacocinetici o farmacodinamici su larga scala, ma questo non è un problema poiché diversi anni di utilizzo sul mercato come integratore da banco dimostrano che l‘estratto di soia è sicuro.
Le avvertenze principali da osservare sono: “eccessivo sanguinamento e cautele in caso di somministrazione concomitante a farmaci antiaggreganti e anticoagulanti - avverte McCullough - Sulla base di questi risultati, la nattochinasi e prodotti simili come la serrapeptasi dovrebbero essere sottoposti a programmi accelerati di sviluppo preclinico e clinico e ben finanziati - e continua - Il problema è l’urgenza del tempo, simile a quella dell’infezione da SARS-CoV-2 e della terapia empirica precoce. Ci vorranno almeno 20 anni per avere un profilo farmaceutico completamente sviluppato che caratterizzi la sicurezza e l’efficacia della nattochinasi nel trattamento delle lesioni da vaccino e delle sindromi post-COVID. Un gran numero di persone è malato ora e molti ritengono che il trattamento empirico sia giustificato dato il rischio sufficientemente basso di effetti collaterali e la ricompensa potenzialmente elevata. La mia raccomandazione è di discuterne con il proprio medico o di rivolgersi a uno specialista in medicina olistica o naturopatica che abbia esperienza del profilo di sicurezza della nattokinasi in una serie di applicazioni”.
Fonte: https://www.naturalnews.com/2023-02-23-nattokinase-detoxifies-covid-spike-proteins-from-body.html (traduzione: M.Cristina Bassi).
Vedi anche: https://petermcculloughmd.substack.com/p/dissolution-of-spike-protein-by-nattokinase
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