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Protesto: cos’è, conseguenze e come rimediare

Il protesto rappresenta una testimonianza ufficiale che certifica il mancato adempimento al pagamento di un assegno, una cambiale o un vaglia da parte di un debitore...

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Il protesto rappresenta una testimonianza ufficiale che certifica il mancato adempimento al pagamento di un assegno, una cambiale o un vaglia da parte di un debitore.


Questa circostanza, in declino in Italia stando agli ultimi dati raccolti dall'ISTAT, si verifica quando non viene rispettato l'obbligo di pagamento correlato a un titolo di credito, un documento che impegna alla prestazione di una somma, specialmente un pagamento, nei confronti di un beneficiario.



Quanto dura un protesto

Le notizie concernenti un protesto, dopo essere state annotate nel Registro Informatico dei Protesti, restano archiviate per un periodo pari a cinque anni dalla data dell'iscrizione.


Vi sono tuttavia situazioni circoscritte in cui è possibile cancellarle prima di questa scadenza: nel caso in cui i titoli cambiali vengano soddisfatti entro dodici mesi, con l'emissione di un decreto di riabilitazione, oppure se si ravvisa un'anomalia formale nell'atto di registrazione del protesto.



Protesto: quali conseguenze?

Dopo il suo compimento, il protesto viene prontamente segnalato alla Camera di Commercio competente e pubblicato entro un termine di dieci giorni nell'elenco ufficiale dei protesti. Questo registro, aggiornato mensilmente, è essenziale per informare chi intraprende relazioni economiche con soggetti inadempienti.


Le implicazioni sono gravi: oltre alla registrazione nel Registro Informatico dei Protesti, nel caso di protesto su assegno, viene anche segnalato presso la Centrale di Allarme interbancaria per un periodo di sei mesi, durante i quali è preclusa l'emissione di ulteriori assegni.


In linea generale, tutto ciò danneggia l’affidabilità creditizia del debitore, rendendo più difficile l'ottenimento di futuri finanziamenti da parte delle istituzioni bancarie. Inoltre, il creditore ha il diritto di intraprendere azioni legali, che potrebbero culminare nel pignoramento.


Chi ha avuto problemi finanziari può ottenere un conto corrente? La risposta è sì. Cattivi pagatori, protestati e persone segnalate al CRIF possono aprirne uno in pochi giorni su questo sito.



Come rimediare a un protesto

Per rimediare alla situazione ed evitare conseguenze più gravi, esistono due procedure distinte a seconda che si tratti di un assegno o di una cambiale.



Assegno

Al debitore sono concessi sessanta giorni per saldare l'importo dovuto, includendo eventuali penali previste.


Se il pagamento non avviene entro questo periodo, l'ufficiale giudiziario segnalerà il nome del debitore inadempiente alla Prefettura, che infliggerà una sanzione e lo comunicherà alla Banca d'Italia per l'inclusione nell'elenco della Centrale di Allarme Interbancaria (CAI).


Tuttavia, se il pagamento viene eseguito entro i termini stabiliti, il debitore potrà richiedere la riabilitazione al presidente del tribunale della propria provincia di residenza.Trascorso un anno senza ulteriori inadempienze, è possibile richiedere la cancellazione dal registro informatico dei protesti.



Cambiale

Al debitore è concesso un anno di tempo per saldare l'importo dovuto e richiedere la cancellazione dall'Elenco Ufficiale dei Protesti tramite un'istanza presso la Camera di Commercio competente. Se il pagamento avviene oltre i dodici mesi, il protestato può richiedere la cancellazione solo dopo aver ottenuto la riabilitazione.



Conclusioni

In conclusione, affrontare tempestivamente un protesto è essenziale per minimizzare le conseguenze negative sul proprio credito.


Che si tratti del mancato pagamento di un assegno o di una situazione di sovraindebitamento, è fondamentale intraprendere tutti i passaggi necessari, che abbiamo visto nei paragrafi precedenti, per permettere al debitore di ristabilire la propria affidabilità finanziaria.

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