Psicobiotici e Asse Intestino-Cervello
Negli ultimi anni, l’asse intestino-cervello (gut-brain axis) è emerso come un campo cruciale nella comprensione della salute mentale. Al centro di questo dialogo bidirezionale tra il sistema nervoso centrale (SNC) e il tratto gastrointestinale vi è il microbiota intestinale, un ecosistema dinamico che partecipa attivamente alla regolazione dell’umore, del comportamento e delle risposte allo stress.
Il microbiota intestinale umano rappresenta una componente chiave nell’omeostasi fisiologica e psichica dell’organismo. L’asse intestino-cervello (gut-brain axis) descrive un network di comunicazione bidirezionale che coinvolge il sistema nervoso centrale (SNC), il sistema nervoso enterico (SNE), il sistema immunitario e il sistema endocrino. Alterazioni di questa interazione, spesso causate da disbiosi intestinale, sono state associate a varie condizioni neuropsichiatriche. L’intestino e il cervello sono intimamente collegati tramite l’asse intestino-cervello, un sistema di comunicazione bidirezionale che si articola lungo vie umorali e neurali.
L’espressione “asse intestino-cervello” descrive un concetto di fisiologia integrativa che incorpora tutte le comunicazioni, compresi i segnali neurali, endocrini, nutritivi e immunologici afferenti ed efferenti tra il sistema nervoso centrale e il sistema gastrointestinale (Romijn et al., 2008).
Il concetto di “psicobiotico”, introdotto da Dinan e Cryan (2013), si riferisce a ceppi probiotici o prebiotici in grado di modulare positivamente le funzioni cognitive ed emozionali attraverso meccanismi neurobiologici mediati dal microbiota.
Negli ultimi decenni la ricerca clinica e preclinica ha indagato e approfondito l’interazione tra cervello e intestino e l’inserimento del microbiota intestinale all’interno della comunicazione bidirezionale tra di essi esistente. Le scoperte relative alle molteplici segnalazioni che vengono continuamente trasmesse tra i due sistemi hanno inevitabilmente fornito preziose informazioni per una migliore comprensione del funzionamento corporeo. Inoltre, l’individuazione della dimensione e della complessità del profilo microbico enterico ha imposto la necessità di rivedere molti concetti relativi alla salute e alla malattia, così come gli aspetti emotivi, cognitivi e comportamentali manifestati dall’animale e dall’uomo.
Al momento, le conoscenze ad oggi disponibili indicano che l’asse cerebro-intestinale si sviluppa entro canali di comunicazione che coinvolgono segnali neurali, endocrini, nutritivi e immunologici afferenti ed efferenti tra il sistema nervoso centrale e il sistema gastrointestinale (Romijn et al., 2008). Inserendosi in questa variegata interazione, il microbiota impone la sua influenza tanto nella condizione di salute, quanto in quella di disagio fisiologico e psicologico, così come anche nella malattia.
L’esistenza di questo legame diretto tra intestino e cervello ha indotto la comunità scientifica a pensare che interventi in grado di modellarlo ai fini di attutire alcune patologie intestinali o cerebrali avrebbero potuto rappresentare un'arma in più di intervento. Da qui, una decina di anni fa, è stato coniato il termine di psicobiotici, a intendere, in una prima definizione, quei probiotici di derivazione umana che, assunti per bocca in quantità adeguata, potessero fornire un vantaggio ai pazienti con patologie psichiche.
Questa definizione iniziale, poi, è stata nel tempo modificata in due modi. Innanzitutto, non si parla più solo di patologie psichiche, ma anche neurodegenerative quali, per esempio, Parkinson, Alzheimer o sclerosi multipla. In secondo luogo è stata aggiunta, alla categoria dei probiotici, anche quella dei prebiotici, intendendo tutte quelle fibre alimentari indigeribili per l’Homo sapiens e che, invece, il microbiota riesce a modificare e a trasformare in cibo per i batteri intestinali. Oggi, si tende a usare il termine di psicobiotici in questa accezione più ampia.
I PRINCIPALI CEPPI PROBIOTICI CHE AGISCONO SULL'UMORE
I psicobiotici sono definiti come quei ceppi probiotici (o talvolta prebiotici e sinbiotici) capaci di influenzare positivamente il sistema nervoso centrale (SNC) mediante:
1. Modulazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e della risposta allo stress.
2. Riduzione della neuroinfiammazione e dell’infiammazione sistemica tramite azione sul sistema immunitario.
3. Produzione di neurotrasmettitori e neuropeptidi (GABA, serotonina, dopamina, noradrenalina, acetilcolina, BDNF), che regolano emozioni, memoria, comportamento e tono dell’umore.
I ceppi probiotici con potenziale psicobiotico appartengono prevalentemente ai generi Lactobacillus e Bifidobacterium. Tra quelli maggiormente studiati in ambito neuropsichiatrico si annoverano:
• Lactobacillus rhamnosus (JB-1): ha dimostrato in modelli animali la capacità di ridurre l’ansia e modulare l’espressione dei recettori GABA nel cervello.
• Bifidobacterium longum (1714 e NCC3001): associato a miglioramenti nell’umore, nella gestione dello stress e nella riduzione dei sintomi dell’ansia.
• Lactobacillus helveticus R0052 e Bifidobacterium longum R0175: combinazione che ha mostrato effetti ansiolitici e antidepressivi in studi clinici randomizzati.
• Lactobacillus plantarum PS128: studiato per il suo effetto positivo su ansia, depressione e sintomi nei disturbi dello spettro autistico.
Tali ceppi sembrano agire migliorando la permeabilità intestinale, riducendo la neuroinfiammazione e modulando la risposta allo stress.
Una revisione sistematica di Ribera et al. (2024) ha identificato 42 studi clinici sull’impiego degli psicobiotici in disturbi psichiatrici, tra cui:
• Depressione maggiore (MDD): 17 studi mostrano effetti significativi, tali da includere i probiotici nelle linee guida WFSBP come trattamento complementare.
• Disturbi d’ansia, stress cronico, neuroinfiammazione, disturbi cognitivi: risultati promettenti, ma ancora preliminari.
• Malattie neurodegenerative: potenziale impatto positivo in Alzheimer, Parkinson e sclerosi multipla.
• Disturbi gastrointestinali con comorbidità psichiatrica (es. IBS-depressione): miglioramento sintomi viscerali e psichici.
Oltre agli integratori probiotici, esistono alimenti naturalmente ricchi di microrganismi benefici o capaci di promuoverne la crescita. Alcuni esempi includono:
• Alimenti fermentati: kefir, yogurt con fermenti vivi, kimchi, crauti, miso e tempeh sono fonti naturali di batteri probiotici, in particolare lactobacilli.
• Alimenti ricchi di fibre prebiotiche: aglio, cipolla, porro, asparagi, topinambur e avena contengono inulina e frutto-oligosaccaridi che favoriscono la crescita di bifidobatteri e lattobacilli.
• Polifenoli e alimenti funzionali: cacao, tè verde, mirtilli possono modulare positivamente la composizione del microbiota.
L’integrazione quotidiana di questi alimenti può supportare l’equilibrio della flora intestinale e contribuire al benessere psicologico.
ACIDO BUTIRRICO E PSICOBIOTICI: UN'INTERAZIONE CHIAVE PER LA SALUTE MENTALE
L'acido butirrico, un acido grasso a catena corta (SCFA) prodotto dalla fermentazione delle fibre alimentari da parte del microbiota intestinale, svolge un ruolo cruciale nell'asse microbiota-intestino-cervello. Oltre a fornire energia alle cellule epiteliali intestinali, l'acido butirrico ha dimostrato effetti significativi sul sistema nervoso centrale.
EFFETTI NEUROLOGICI DELL'ACIDO BUTIRRICO
Studi recenti indicano che l'acido butirrico può attraversare la barriera ematoencefalica e influenzare l'espressione di fattori neurotrofici come il BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor), particolarmente nell'ippocampo e nella corteccia frontale. Questi effetti sono associati a miglioramenti nella memoria, nella funzione cognitiva e nella riduzione dei sintomi di depressione e ansia.
INTERAZIONE CON GLI PSICOBIOTICI
Gli psicobiotici, come alcuni ceppi di Lactobacillus e Bifidobacterium, possono modulare la produzione di acido butirrico nel colon. Ad esempio, Faecalibacterium prausnitzii e Coprococcus sono batteri produttori di acido butirrico associati a una migliore qualità della vita e a una minore incidenza di depressione. L'integrazione di psicobiotici che favoriscono la produzione di acido butirrico potrebbe quindi rappresentare una strategia terapeutica promettente per migliorare la salute mentale, attraverso la modulazione dell'infiammazione sistemica e la regolazione dei neurotrasmettitori. L’interazione tra microbiota intestinale e salute mentale rappresenta una frontiera affascinante e rivoluzionaria. Seppure ancora in fase iniziale, gli psicobiotici si stanno rivelando strumenti promettenti nel trattamento integrato della depressione, dell’ansia, dello stress e delle malattie neurodegenerative. La ricerca interdisciplinare — che integra microbiologia, neuroscienze, psichiatria e nutrizione — sarà fondamentale per consolidare l’efficacia e la sicurezza di questi approcci innovativi.
KLAMATH E KLAMIN® COME MODULATORI DELL’ASSE MICROBIOTA-INTESTINO-CERVELLO
La Klamath (Aphanizomenon flos-aquae, AFA), in particolare nelle sue formulazioni potenziate come Klamin®, Florazym KlamExtra o Nutriflor, non è un probiotico in senso stretto (cioè non contiene ceppi batterici vivi), ma può essere considerata un "nutriceutico ad azione psicobiotica indiretta" grazie a diversi meccanismi:
1. EFFETTO PREBIOTICO SELETTIVO
• Le microalghe AFA contengono polisaccaridi solubili e peptidi bioattivi che nutrono la flora intestinale benefica, migliorando la biodiversità microbica.
• Questo effetto prebiotico favorisce la crescita di bifidobatteri e lattobacilli, migliorando indirettamente lo stato psichico attraverso l’asse intestino-cervello.
2. AZIONE ANTINFIAMMATORIA E NEUROPROTETTIVA
• Il complesso Klamin®, ricco in feniletilammina (PEA), ficocianine e molecole MAO-inibitorie, agisce come un tonico dell'umore e modula le neuroinfiammazioni, implicate in depressione e stress cronico.
• La PEA è un neuromodulatore naturale che stimola i recettori dopaminergici e serotoninergici.
3. AUMENTO DELLA NEUROPLASTICITÀ E DEL BDNF
• Studi (Benedetti et al., 2015) mostrano che l’estratto AFA migliora la sintesi di BDNF (brain-derived neurotrophic factor), cruciale per il benessere mentale, la memoria e l’adattamento allo stress.
4. RIDUZIONE DELLO STRESS OSSIDATIVO MITOCONDRIALE
• Le molecole contenute nella Klamath riducono i marker di stress ossidativo a livello neuronale e mitocondriale, che giocano un ruolo fondamentale nei disturbi psichiatrici e neurodegenerativi.
Sebbene non siano probiotici nel senso classico, Klamath e derivati (Klamin®, Florazym KlamExtra, Nutriflor) possono essere considerati psicobiotici funzionali o di “nuova generazione”, agendo in modo sinergico su:
• microbiota intestinale
• infiammazione sistemica e intestinale
• neurotrasmettitori
• funzioni cognitive ed emotive
Gli psicobiotici rappresentano un approccio innovativo e promettente nel trattamento integrato dei disturbi psichiatrici e cognitivi. La loro efficacia dipende dalla selezione dei ceppi, dalla composizione individuale del microbiota e dalla sinergia con dieta e stili di vita. In un contesto di medicina personalizzata, essi offrono una strategia sicura e non invasiva per supportare la salute mentale, in particolare in condizioni come ansia, depressione, disturbi del neurosviluppo e neurodegenerazione.
Bibliografia
1. Dinan TG, Stanton C, Cryan JF. Psychobiotics: a novel class of psychotropic. Biol Psychiatry. 2013;74(10):720-726.
2. Cryan JF, O’Riordan KJ, Cowan CSM, et al. The microbiota–gut–brain axis. Physiol Rev. 2019;99(4):1877–2013.
3. Sarkar A, Harty S, Lehto SM, et al. The role of the microbiome in the neurobiology of social behaviour. Biol Rev Camb Philos Soc. 2020;95(2):1–31.
4. Ribera V, et al. Psychobiotics in mental health: a systematic review of clinical trials. Nutr Neurosci. 2024;27(2):134–150.
5. Kazemi A, Noorbala AA, Azam K, et al. Effect of probiotic and prebiotic vs placebo on psychological outcomes in MDD. Clin Nutr. 2019;38(2):522-528.
6. Psychobiotics: An emerging probiotic in psychiatric practice
7. Psychobiotics and the Manipulation of Bacteria–Gut–Brain Signals
8. Effects of probiotics on gut microbiota: mechanisms of intestinal immunomodulation and neuromodulation
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