ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

“Quando si muore si muore” intervista ad Achille Coppola e Clemy Barone

22/05/14

Achille Coppola e Clemy Barone sono gli appassionati sceneggiatori di “Quando si muore si muore”, divertente commedia diretta dal giovane regista pugliese Carlo Fenizi. Dico appassionati non solo perché amano il loro mestiere e lo svolgono con competenza, ma perché per vedere realizzato il loro soggetto hanno fatto una scelta coraggiosa ed impegnativa, decidendo di produrlo e distribuirlo. Come vedremo però non è stata una scelta completamente “libera” ma piuttosto dettata da eventi sfavorevoli che purtroppo non sono nuovi nel panorama cinematografico italiano. Ma sentiamo le loro parole a riguardo.

Salve, benvenuti su What’s Up Magazine, potete raccontarci la genesi del film?

A.C. : Io e Clemy abbiamo steso la sceneggiatura basata sulle vicende surreali di Fabio, Davide e Cory, che decidono di trascorrere le loro vacanze sulla barca di Davide con il pretesto di accompagnare Luigia in Grecia per il suo matrimonio italo-greco finché non sono costretti a caricare a bordo Giò, ammarato col suo ultraleggero che li coinvolgerà in rocambolesche imprese per riottenere l’affidamento della figlia, tra equivoci di ogni genere, personaggi improbabili e sostanze stupefacenti, mentre la morte è in agguato e con essa inquietanti ritorni dall’aldilà…
Abbiamo scelto di ambientarlo nella suggestiva costa tirrenica calabrese nei paesi di Paola e Cetraro.
Il film avrebbe dovuto avere un produttore che si era impegnato anche per la distribuzione, e dei finanziamenti ed aiuti logistici che ci erano stati assicurati dal politico di turno.
Peccato che il giorno prima delle riprese siamo stati avvertiti che i fondi non sarebbero arrivati e che anche il produttore e distributore si era dileguato accampando scuse assurde…

Benvenuti in Italia…

A.C. : La situazione era disperata, ma noi consapevoli della qualità del progetto e della nostra inesauribile passione, abbiamo deciso, pur fra mille difficoltà, di produrre e distribuire il film.

A questo punto come vi siete mossi?

C.B. : Abbiamo cercato degli sponsor, che però si sono dimostrati anch’essi poco affidabili. Potevamo contare solo sulle nostre forze e sul nostro budget personale, questa era la nostra unica certezza.
Abbiamo così fondato la Parsifal Produzioni e per la distribuzione abbiamo fatto un vero porta a porta per proporre il film agli esercenti.

Complimenti per la caparbietà, la vostra vicenda evidenzia ancora una volta l’assurdità del “sistema cinema” italiano che finanzia i soliti noti e non supporta opere indipendenti e di giovani registi.

A.C. : C’è un problema serio di strategia produttiva e distributiva. 
Noi non ci siamo arresi ad un sistema autoreferenziale, purtroppo in Italia devi avere delle conoscenze, se hai delle conoscenze allora hai il finanziamento, hai l’attenzione.
All’estero ti riconoscono molto di più per merito e per quello che sai fare e proporre.

Oltre al problema delle conoscenze va detto che oggi i produttori non rischiano e non investono più sui film se non con la sicurezza di un passaggio televisivo (non a caso il mercato è dominato dal dal duopolio Medusa/Rai).
La conseguenza è quella di avere film commerciali e con tematiche già ampiamente affrontate. Per quanto riguarda la distribuzione, dati recenti dicono che il 40% dei film italiani e il 20% dei film stranieri sono praticamente invisibili. 
Voi avete fatto un piccolo “miracolo” a produrre e distribuire il vostro film in questo panorama agghiacciante….Quando uscirà in sala?

C.B. : Il 31 maggio nello splendido Castello Lancellotti ad Avellino ci sarà la prima nazionale alla presenza del cast fra cui Francesco Paolantoni, Giacomo Rizzo, Maurizio Mattioli, Matteo Pianezzi, Nadia Kibout, Cosetta Turco e Cloris Brosca e dal 5 giugno sarà nei cinema.

Un grosso in bocca al lupo!!

Vittorio Zenardi



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