Quelle roccaforti sul mare ...
La Fortezza Sangallo a Nettuno, la Torre Astura costruita dai Frangipane e il castello angioino aragonese di Gaeta: un viaggio nel passato.
In una regione come il Lazio, dove l'attrattiva per eccellenza è rappresentata dalle innumerevoli vestigia della civiltà dell'impero romano e dalle testimonianze del cattolicesimo, parlare di rocche e castelli e suscitare comunque un minimo d'interesse è sicuramente un'impresa assai difficile.
L'aspetto peculiare della regione, peraltro, evidenzia due tipi di fortificazioni sorte durante il Medioevo: costruzioni difensive comprensive di un borgo, situate in posizioni d'altura strategiche che dominano ampiamente il territorio circostante, e roccaforti sul mare.
Limitandoci a considerare la parte meridionale della regione, troviamo diversi fortilizi lungo la costa: dalla Fortezza Sangallo in Nettuno, costruita nel 1501 quando papa Alessandro IV Borgia confiscò i beni ai Colonna, che si presenta come una possente costruzione quadrilatera antistante il mare, attualmente adibita a museo, alla Torre Astura costruita nel 1193 dai Frangipane, completamente circondata dal mare, sorta sui resti di una sontuosa villa romana, ed unita alla terraferma da un lungo ponte a 18 arcate.
A Terracina invece, nella parte alta, sulle pendici della montagna con mura di cinta dall'aspetto medievale, rimane visibile, dell'antico castello della famiglia Frangipane, solo la Rocca Traversa con il suo piccolo campanile, a seguito delle distruzioni intervenute nei secoli. Di tutt'altro aspetto invece si presenta il castello angioino-aragonese che sorge sul punto più alto del promontorio di Gaeta nel rione Sant'Erasmo. Si tratta infatti di un classico esempio di castello gèmino o gemello, costituito da due corpi ben distinti ma collegati; quello ubicato nella parte inferiore, che è anche il più antico, è denominato "angioino", con pianta trapezoidale e cortile interno contornato da quattro torrioni e due torri a pianta semicircolare, mentre quello situato nella zona più alta, denominato "aragonese" presenta invece una pianta rettangolare e sempre quattro torri agli angoli, delle quali la più alta è detta Alfonsina.
Incerta l'origine, le prime notizie certe si hanno con la venuta a Gaeta di Federico II nel 1211, e la sua storia è strettamente legata agli innumerevoli assedi subiti nel corso dei secoli. Ben poco invece resta delle fortificazioni erette a presidio del villaggio di Mola (odierna Formia) se non la Torre cilindrica di vedetta (mt.15 di diametro e mt. 27 di altezza) sul lungomare, con tre livelli collegati da una scala a chiocciola; i resti del castello sono distribuiti su un impianto poligonale irregolare, e merita comunque di essere evidenziato il pregevole portale voltato con lesene e semicolonne ioniche in marmo bianco.
Un tutt'uno con il borgo è il castello di Minturno, edificato su un preesistente edificio, inserito nella cinta muraria, che dispone di un mastio (alto circa 44 metri) con duplice funzione sia residenziale che difensiva. Merita attenzione per la sua articolazione strettamente legata al suo inserimento urbanistico che mostra come l'irregolarità geometrica sia funzionale all'aspetto strategico difensivo.
Quasi al confine con la regione Campania, troviamo ancora resti del castello di Spigno (torre cilindrica e paramento murario) e un impianto di struttura castellare a Suio con torrioni cilindrici ancora in buono stato. Pur considerando tale sistema difensivo complementare alle molteplici torri di avvistamento dislocate a ridosso del mare, la zona laziale non è stata immune dalle scorrerie corsare che tanto hanno nociuto alle popolazioni locali e impedito un insediamento costiero più consistente.
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