ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Redditometro: spariscono i coefficienti di trasformazione?

23/10/12

Suscita perplessità l'intervento del Direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera in merito all'applicazione di coefficienti per pesare le cento voci di spesa nel nuovo redditometro.

Nei giorni scorsi il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha confermato che il nuovo redditometro sarà presto presentato alle associazioni di categoria, confermandone l’entrata in vigore per il 1° gennaio 2013.
Il suo intervento non può non suscitare dubbi in merito alla questione dei coefficienti di trasformazione applicati alle diverse voci di spesa. Befera, infatti, nell’intento di smorzare i malumori (e soprattutto i timori) suscitati da questo nuovo strumento accertativo, ha sottolineato che sul redditometro"c'è stato un grosso equivoco" poiché questo "non misura la ricchezza ma misura le spese". Inoltre, il nuovo strumento non avrà "coefficienti per cui la barca o il cavallo valgono più del camper".
Evidente il collegamento dell’intervento del Direttore con le proteste della Confindustria nautica in occasione della cerimonia di apertura del 52° Salone Nautico di Genova (si veda “Nautica in crisi, il Governo si scusa” del 7 ottobre 2012 su Il Sole 24 ore) .
Complici l’eccessiva burocrazia e gli squilibri nel redditometro i numeri del comparto esprimono in modo eclatante la crisi di quella che resta un’eccellenza del made in Italy, in particolare l’azzeramento del mercato italiano. Albertoni, presidente della Confindustria nautica, aveva sottolineato come gli squilibri del redditometro penalizzano chi acquista una barca rispetto a chi acquista ad esempio un’auto di lusso piuttosto che un immobile. Proprio in merito al nuovo strumento accertativo, in primis dal viceministro alle Infrastrutture Ciaccia era stato espresso l’impegno a riferire sul tema al Direttore dell’Agenzia delle Entrate allo scopo di giungere ad uno strumento più equo, con la collaborazione delle categorie interessate.
Nell’incontro con il ministro dello sviluppo economico Corrado Passera con i vertici di Ucina, la Confindustria nautica, Albertoni ha indicato alcune priorità per costruire un percorso volto alla ripresa del comparto. In particolare, la revisione dei parametri del redditometro, su cui il ministro sostenuto la possibilità di non avere meccanismi che risultino penalizzanti per il settore. «Guai - ha aggiunto - a considerare automaticamente evasori o potenziali evasori, coloro che hanno legittimamente e onestamente comprato un'imbarcazione»
L’intervento di Befera si colloca dunque certamente sulla scia dell’orientamento espresso dagli esponenti del Governo, ma non può suscitare dubbi nel momento in cui sostiene che «non ci sono parametri diversi a seconda delle voci o i coefficienti, come nel vecchio redditometro».
Con lo scopo di confrontare non la ricchezza, ma le spese con il reddito dichiarato, il nuovo strumento accertativo confronterà tutte le “100 voci” di spesa considerandone il valore monetario e non come indici di ricchezza. In altre parole, sembra che venga accolto l’invito più volte espresso dal presidente del CNDCEC Claudio Siciliotti, ovvero di non andare oltre la «chiara e semplice presunzione di 100 euro spesi uguali a 100 euro entrati», lasciando i coefficienti di trasformazione solo alle spese presumibili di gestione.
A nostro avviso, l’aver sostenuto che non ci sarà «nessun parametro particolare per pesare le spese» non può non lasciare perplessi, essendo evidente la discrasia che emerge con quanto finora sostenuto in merito al funzionamento del nuovo redditometro.
Questo perché, stando a quanto sostenuto da Befera, sembrano dimenticati i ben noti criteri di valorizzazione di ognuna delle cento voci di spesa prese in considerazione, applicate ai 55 gruppi omogenei individuati incrociando 11 tipologie di nuclei familiari per cinque aree geografiche differenti.
Come spiegato dallo stesso presidente della SOSE, Giampiero Brunello, realizzando «55 funzioni di regressione, sulla base di parametri definiti, si riuscirà a rappresentare un fenomeno di spesa e la sua incidenza sul reddito».
Questo il meccanismo del funzionamento induttivo con il quale lo strumento accertativo dovrebbe ricostruire il reddito del contribuente indagato.
In realtà che il nuovo strumento accertativo prescinda del tutto da criteri di valorizzazione è difficilmente ipotizzibile, anche perché se dovesse confermarsi il trend che vede la dequalificazione presuntiva dello strumento redditometrico, si giungerebbe ad una conversione, operativa, dell’accertamento sintetico da “redditometro-induttivo” a “spesometro-analitico” ex co.4, art. 38, D.P.R. 600/1973.
Risultato del tutto auspicabile, in virtù della migliore possibilità di cogliere puntualmente l’effettiva capacità contributiva, ma difficilmente sostenibile alla luce della chiara distinzione operata dal novellato dettato legislativo e della affermata alternatività dei due strumenti, in materia di accertamento sintetico, tra redditometro e spesometro (si veda C’è alternatività fra «spesometro» e «redditometro», Eutekne, del 22 giugno 2011).



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