ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Resti archeologici dei "Ponti Rossi" in Napoli

12/05/21

La scuola I.C. XX Villa Fleurent di Napoli adotta il Monumento dei "Ponti Rossi"

FotoMercoledì 12 maggio 2021 alle 11.30, in occasione della V giornata nazionale A.M.A. (Atlante dei Monumenti Adottati), si inaugura - a porte chiuse per motivi di sicurezza covid - la mostra sui "Ponti Rossi" in diretta facebook sulla pagina dedicata: www.facebook.com/acquedottoaugusteo
La valorizzazione dei Beni Culturali ed ambientali ha il dovere, oggi, di ripensare sé stessa e di sperimentare nuove strategie. Studi e ricerche, convegni e seminari, pur indispensabili, restano confinati all’interno dei dibattiti ristretti agli addetti ai lavori e alle persone che già posseggono la consapevolezza del proprio patrimonio e del suo valore. L’azione di apertura ai territori operata da molti Musei costruisce, senz’altro, una valida strategia di inclusione ma, per quanto attiene il patrimonio materiale diffuso, non può non registrarsi una sostanziale indifferenza nei confronti di interventi, tra l’altro, impegnativi ed onerosi. Se gli stessi avvengono poi, in aree della città particolarmente degradate ed offese dall’abbandono, l’effetto di estraneità e lo scetticismo di molta parte della Comunità è in grado, in troppi casi di determinare azioni devastanti. Ri/conoscere le proprie risorse è obiettivo primario per una collettività che abbia bisogno di ricostruire il proprio passato e progettare, di conseguenza, il futuro e questa iniziativa sperimenta e propone una strategia partecipata di ri/conoscimento del Bene da parte della Comunità, cui di fatto, esso appartiene. Non ha e non potrebbe avere pretese risolutive ed esaustive del problema: l’affezione al proprio passato e alle sue tracce materiali è processo di costruzione lento e progressivo e richiede, a sostegno, forte interesse politico. Per conseguire tale finalità, la proposta di valorizzazione storica ed archeologica delle arcate dell’acquedotto denominato dei “Ponti Rossi” e quindi dell’area circostante, mira alla salvaguardia da parte della comunità locale della propria identità culturale ed al potenziamento di risorse economiche della zona grazie anche ad un maggior flusso di visitatori previsti e quindi al miglioramento delle condizioni abitative dei residenti attraverso una rigenerazione edilizia ed un “uso” più appropriato del bene monumentale. L'acquedotto romano del Serino è un'importante opera idrica di età augustea, costruito fra il 33 ed il 12 a.C. per risolvere il problema dell'approvvigionamento idrico del porto di Puteoli e della flotta stanziata a Miseno, rifornendo lungo il suo tragitto le città di Neapolis e Cumae. Per gran parte del percorso l'acquedotto correva fuori dai centri abitati, nelle campagne, e quindi all'aperto attraverso arcate in laterizio, delle quali resta traccia a Napoli nella zona dei Ponti Rossi, che dalle stesse arcate prende il nome. Tale struttura costituiva l'accesso settentrionale della condotta alla città. Le gallerie si ritrovano invece nelle aree di montagna e nelle aree intra moenia. Era chiamato anche col nome di Fontis Augustei Aquaeductum.



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