Riqualificare il patrimonio edilizio, fare ripartire l'economia, incrementare il gettito fiscale
La proposta non si sovrappone al “piano casa” ( che a parer di chi scrive si rivolge a pochi potenziali utenti ) ma costituirebbe un’ alternativa che punterebbe al “al bersaglio grosso”, ossia all’80% delle case (abitate da decine di milioni di persone) che a causa della loro anzianità quarantennale necessitano di interventi significativi Il problema è come e cosa fare per cogliere "tre piccioni con una fava" ? Ecco la mia risposta: puntando sulla leva fiscale
OBBIETTIVO : La proposta aspira a:
1) stimolare l’occupazione, l’economia in genere ed il settore edilizio in particolare che con sè traina l’indotto rappresentato da 38 altre categorie (vetrai, falegnami, geometri, fabbri, termotecnica, cavatori, edili, tinteggiatori, commercianti ferro e fabbri, ingegneri installatori e produttori di serramenti, verniciatori, notai, agenzie immobiliari etc.);
2) recuperare il patrimonio edilizio esistente energivoro e obsoleto
3) limitare la creazione di nuovi carrozzoni e costruzioni che “mangiano territorio” e impattano in modo nefasto sul aesaggio ;
4) aumentare il gettito fiscale perché il compratore finale verserà denaro “sonante” all’ erario all'atto dell'acquisto. Se invece permane l’immobilismo legislativo lo Stato non incasserà poco o nulla. nel casoproposto inceve si tratta di rinviare la riscossione di imposta "sonante" quando l'unità verrà comperata dall'utilizzatore finale.
5) stimolare la rivendita della abitazione riqualificata applicando una tassazione forfait del 20% sul guadagno.
CONCETTUALMENTE la proposta prevede la possibilità per l’ impresa di costruzione di acquistare da un privato una unità abitativa da sottoporre a ristrutturazione pagando un imposta unica di registro dell’ 1% contro l’ attuale 10%. (imposta registro, catastali, ipotecarie) a condizione di rivendere l'immobile entro 5 anni dalla fine dell'intervento di manutenzione straordinaria . In pratica se l’impresa oggi comperasse una unità abitativa di euro 200.000 da un privato pagherebbe 20.000 euro di imposte; secondo la proposta “de qua “ ne pagherebbe 2.000 (rinviando l’incasso di ulteriori imposte a dopo l’intervento manutentivo ); ne resterebbero ben 18.000 da indirizzare alla ristrutturazione straordinaria .
L’ operazione dovrebbe prevedere oneri ed onori .
L’onere del rispetto delle normative di sicurezza, di intervenire sul risparmio energetico e antisismico, la rivendita dell’unità abitativa entro 5 anni da parte, pena la perdita dei benefici .
Le agevolazioni potrebbero consistere inoltre nella possibilità per le sole imprese di detrarre l’Iva pagata ai fornitori , nell’ alleggerimento degli oneri di urbanizzazione e costi di costruzione, nella applicazione dell’ Irpef al 20% secca sulla plusvalenza da rivendita.
In sintesi: vantaggi per l'erario, riqualificazione degli immobili, ripresa dell’economia
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