EVENTI
Articolo

Salone del Mobile 2009

05/05/09

Jacopo Filippo Bargellini e riflessioni sparse su Salone, Fuori Salone e Satellite.

Ci è voluta una settimana, compreso un viaggio nell’imperiale immobilità Romana per depurarmi dallo stato d’animo ossessivo-compulsivo causatomi dalle tendenze dell’immediato , dell’immanente ed onnipresente Salone.
Intanto una domanda, perchè sembra che in Italia il design sia solo il mobile?
Quest’anno ho visto pochissimi eventi dedicato ad altro, a tutto il resto, alle cose più importanti mi verrebbe dire: niente auto ( a parte la mini) niente elettronica di consumo, niente moto, treni aerei orologi ecc.(a parte il japan design alla triennale).
E’ la design week o la Furniture design week?
La riflessione non è oziosa, perché non è pensabile che il Fuori salone continui a gonfiarsi e ad invadere Milano parlando solo di mobili ed accessori tavola, senza un approccio che favorisca maggiormente la trasversalità del design rispetto alla trasversalità unicamente di scala di aziende adiacenti.
Poi già solo l’idea di recarsi a Rho Fiera è devastante, Fuksas avrà fatto anche una bella copertura vetrata ad albero , ma il layout complessivo è quanto di più banale ci si potesse aspettare: qualcuno è stato a Parigi ( pianta a ventaglio), a Francoforte ( padiglioni a scelta libera), A Berlino ( ovale con ampio giardino interno) ad Hannover ( festival delle architetture)?
Si stava meglio quando si stava peggio, ma il vero problema è un altro: che senso ha una Salone del mobile enorme in cui ci sono al massimo due padiglioni che rappresentano il design ( peraltro sempre all’altezza della loro fama)?
La risposta è semplice, in realtà il volume di vendite non lo fa il design.
Al Fuori Salone poi, sono tutti studenti di belle speranze venuti a spassarsela (confesso, quest’anno me la sono spassata anch’io ), non si fa business si fa immagine, niente di male, ma se a Rho ci fossero solo i due padiglioni di cui sopra, il gioco non varrebbe la candela.
Mi viene così a ruota libera un’altra domanda, sul Salone satellite, che dovrebbe essere la fucina di nuovi talenti.
Come è perché viene così organizzato il Satellite, dal layout alle selezioni ?
Perché non si raggruppano le scuole, i designer che sono già venuti, gli outsider, perché non si creano aree tematiche?
Perché non si dà un brief, un tema?
Perché è tutto così ordinatamente confuso, così confusamente ordinato?
Ogni anno è più grande, si vedono sempre meno cose interessanti e poi c’è sempre questo malinteso di fondo per cui siccome un mobile ognuno lo può fare da sé, molti scambiano questa vetrina per la fiera dell’artigianato e sono pochi quelli che ragionano con una logica industriale.
Il colmo era uno stand con due ragazze malinconiche, di cui non ricordo i progetti ma un cartello che campeggiava su uno dei manufatti: NO PHOTO.
Signorine, ma che spocchia è venire al Salone Satellite ed avere la presunzione di scrivere NO PHOTO? Ma allora state a casa no?
Forse quello stand lo meritava qualcuno che intendeva instaurare un dialogo con il visitatore (spesso non a caso un giornalista), non semplicemente esporre il prodotto del suo impareggiabile genio al riparo da qualche sguardo indiscreto.
Parafrasando un noto libro: ma se sono un genio, com’è che sono ancora al satellite?
L’altra cosa incredibile, direi incresciosa, era uno stand con persone adulte ed un tavolo apparecchiato con un telo di cotone grosso stile ospedale , le gambe fatte da stampelle, le sedie rivestite da camicie di forza ed una bella lampada operatoria ad illuminare il tutto, alle pareti istantanee di torture stile Hostel ed espressionismo alla Munch.
Ma è il festival del surrealismo horror-kitsch od una selezione seria di nuovi talenti del design?
E’ vero che c’erano anche progetti interessanti, ma la logica del bene o male purchè se ne parli non mi sembra una logica logica.
Per finire, siamo costruttivi (!) e facciamo qualche proposta: il Salone del mobile, riguardante solo chi fa design, torni a Fiera Milano City (si tenga presente Expo 2015) e lo si intitoli in maniera più trasversale, e, caspita, un po’ più emozionale!.
Poi si continui con il Fuori salone, aperto però al design a tutto campo collegando tutte le realtà del design sul territorio e facendo una seria selezione al satellite.
Nel complesso quindi una manifestazione assolutamente trasversale dove non sarà più una categoria merceologica a tenere banco, ma l’area design di tutte le categorie, a cominciare da quelle strettamente connesse con l’abitare, che siccome ultimamente è mobile ( nel senso che si muove), sono tutte le categorie possibili ed immaginabili.
Solo allora avrà veramente senso parlare di “Milano Design Week”.

Jacopo F. Bargellini
info@jfb-designmanagement.com
www.jfb-designmanagement.com

Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
Cristina Gandini
Responsabile account:
Cristina Gandini (Responsabile pubblicazioni)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
RSS di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere