Santeria, Umbanda e Candomble`
Tra mistica magia e religione
Santeria, Umbanda e Candomble`
misticismo, fanatismo o religione?
15/10/2009 - Magia, mistero, superstizione, filtri d'amore e di morte, in un miscuglio magico animico e sensuale, la Santeria, la vera religione di Cuba, si rifà ad antichi retaggi africani e spagnoli, confondendo in un mix al di fuori delle nostre concezioni ed aspettative, il sacro ed il profano
La popolazione di Cuba è meticcia dal punto di vista culturale e lo è anche in campo religioso, dove convengono varie credenze liturgiche. Anche di questo si è arricchita la Santeria che in terra cubana ha messo radici e si è ulteriormente alimentata da nuove fonti.
Conosciuta anche come "Regla de Ocha", la Santeria è la più importante religione di origine africana trasportata a Cuba dagli schiavi di quel continente, mescolatisi in seguito nell'isola (il sincretismo) e praticata fino ai giorni nostri da un gran numero di fedeli al punto di essersi convertita in una rilevante componente culturale dell'identità nazionale cubana. QUesto culto è originale dell'Africa equatoriale, più precisamente della regione compresa tra l'antico regno del Dahomey. Togo, Benin e il sud-ovest della Nigeria, dove vissero numerose tribù che avevano come idioma comune il "yoruba". Oltre alla lingua, queste tribù dividevano tra loro molti tratti culturali e molte credenze religiose, specialmente quella per gli "orisha" che erano riconosciuti da tutte le tribù della regione.
Con l'intensa tratta degli schiavi, che si svolse dal secolo XVI al secolo XIX per il lavoro nelle centrali di produzione dello zucchero, arrivano a Cuba questi negri yoruba d'Africa che riuscirono a conservare vive le proprie credenze religiose grazie alla resistenza opposta nei confronti dei loro padroni e all'abile identificazione degli "orisha" con i santi della religione cattolica a partire da alcune caratteristiche comuni (si fonde così, ad esempio, l'immagine di Santa Barbara con l'orisha Changò, signore del fuoco e del fulmine, dio della guerra; o quella di San Lazzaro con Babalù Ayè, anch'egli divinità dei lebbrosi e delle malattie della pelle).
Il complesso sepolcro "yoruba" è composto da numerosi "orisha", che alla loro origine furono personalità reali dotate di "achè" (potere) e resi santi dai loro discendenti. L'orisha viene trasformato in una forza immateriale che non diventa percettibile agli esseri umani, se non quando prende possesso di uno di essi attraverso la cerimonia denominata "hacerse el santo". Tra gli orisha più conosciuti -dopo Changò e Babalù Ayè- ci sono Elegguà (signore delle strade, fusosi con il Nino de Atocha o Sant'Antonio da Padova), Obatalà (creatore della terra e dell'essere umano, identificato con la Virgen de las Mercedes) e Yemayà (madre della vita, identificata con la Virgen de Regla). A Cuba ha un ruolo di rilievo anche Ochùn, dea dell'amore, della femminilità e del fiume che è stata identificata con la Virgen de la Caridad del Cobre (patrona dell'isola).
Con l'abolizione ufficiale della schiavitù (1880) molti schiavi yoruba, emigrati in zone urbane de l'Avana e di Matanzas (province dove si produceva molto zucchero) cominciarono a praticare con maggiore libertà i propri vecchi riti africani già mescolatisi con la religione cattolica. In quel periodo, nei quartieri di Regla e nei pressi de l'Avana, si fondano le prime case dedicate a questo tipo di culto. Due avvenimenti furono decisivi per una definitiva cubanizzazione della Santeria: l'unificazione di diversi culti yoruba in una unica liturgia (la denominata Regla de Ocha) raggiunta dal "balalawo" (il sacerdote dell'orisha Orula, colui che indovina il futuro) Lorenzo Samà e dalla sua sposa Latuan sul finire del secolo XIX, la definizione della "Regla de Ifà" (sistema di predizione usato dagli yoruba) che si deve al babalawo Eulogio Gutierrez (dopo l'abolizione della schiavitù riesce a tornare in Nigeria, dove però riceve l'ordine divino di far ritorno a Cuba per stabilire la Regla de Ifà: l'ordine sacro dei babalawo, gli unici capaci a predire il destino di donne e uomini mediante la Tavola di Orula).
Il sistema per predire il futuro usato dalla Santeria, conosciuto appunto come Regla de Ifà, funziona attraverso la "Tavola de Ifà" o di Orula (identificato con San Francesco d'Assisi) che è manipolata dal babalawo, categoria sacerdotale che può essere ricoperta solo dagli uomini e solo quando un altro babalawo -dopo aver consultato la tavola- scopre che può essere figlio di Orula.
I denominati "santeros" -uomini e donne- praticano la predizione del futuro quando il santo che hanno ricevuto in affidamento li autorizza per questa attività attraverso un sistema denominato Caracoles.
La Santeria, come religione primitiva, ha un carattere pragmatico e attraverso di essa i suoi affiliati cercano di risolvere i problemi spirituali e materiali. Sono molto frequenti le feste dedicate agli orisha con musica e balli, grande quantità di cibo e bevande. Le feste più importanti sono di solito quelle del 4 dicembre, giorno dell'orisha Changò.
Come adorano il santo questi selvaggi!
Questo dissero probabilmente gli spagnoli dell’epoca dello schiavismo riferendosi agli schiavi degli ingenios cubani, che in occasione delle feste religiose, danzavano e cantavano in onore al santo cattolico.
Si perché la legge della colonia obbligava gli schiavi africani a battezzarsi, rinunciare alla loro fede e abbracciare il cattolicesimo. E loro lo fecero, per salvare la propria vita, almeno in superficie.
Le immagini cattoliche sono dense di simbolismo, per gli africani associare queste immagini alle loro divinità fu un processo lungo, ma inesorabile, al punto che tuttora, si fatica a distinguere la differenza tra gli Orishas e i santi della chiesa, nonostante il fatto che la religione cattolica non sia più imposta e che gli attuali sacerdoti delle varie religioni di ceppo africano presenti nell’isola stiano lavorando per separare le due entità.
Fu così che l’Orisha Changò, divinità della mascolinità, della guerra, del fulmine e del tuono, venne legato indissolubilmente alla figura di Santa Barbara, come è stato possibile che un Orisha maschio come Changò fosse abbinato ad una Santa? Semplice! Santa Barbara porta le vesti bianche e rosse, ha una coppa in una mano e una spada nell’altra e, racconta la sua storia, che suo padre venne ucciso dal fulmine subito dopo averla fatta decapitare perché cristiana. I colori rituali di Changò sono il bianco e il rosso, l’Orisha è un guerriero (la spada) e ama bere alle feste (la coppa), in oltre è il dio del fulmine che usa anche per castigare gli uomini indegni (il padre della Santa). E ancora, in uno dei racconti che riguardano Changò, si dice che una volta dovette travestirsi da donna per sfuggire ai suoi nemici
Quindi il sincretismo tra il santo cattolico e l’Orisha può nascere da una motivazione profonda o da una similitudine estremamente semplice ed ingenua, dovuta anche al fatto che gli schiavi africani non sapevano assolutamente niente dei dogmi della chiesa e credevano che ogni immagine fosse a se stante, non capivano, e probabilmente non erano interessati a capire, che due diverse immagini della Vergine, con due nomi diversi fossero relative alla stessa persona, per loro non aveva senso!