ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Shafei Xia: Passando davanti alla mia finestra

Inaugurazione giovedì 23 giugno 2022, ore 15-23 23 giugno - 23 luglio 2022

Shafei Xia
Passando davanti alla mia finestra

“Mi piace stare a casa. Con i miei genitori mi sono trasferita tantissime volte e ho continuato a cambiare casa crescendo. Da piccola mi ritrovavo tra le mura domestiche da sola e le scatole di carta sono diventate il mio rifugio, con queste costruivo delle bellissime case di bambole con cui giocavo per ore”.

La mostra Passando davanti alla mia finestra ci invita a scoprire l’ultima produzione di Shafei Xia che presenta per la prima volta – affianco ai dipinti su carta di sandalo intelata - un consistente numero di ceramiche inedite sviluppate e prodotte a seguito della Residenza d’Artista Carlo Zauli a Faenza.

Per l'occasione le grandi vetrate della galleria assumono il ruolo di confini fisici e ideali del mondo di Shafei. Come inconsapevoli voyeurs gli spettatori possono spiare dall'esterno scorci di vita domestica. Varcando la soglia si entra a capofitto nel suo universo fatto di comodi letti su cui sdraiarsi e sognare, raffinate toilette in cui specchiarsi e incipriarsi il naso, poltrone riccamente decorate su cui accomodarsi per gustare torte e tè caldo. Il mondo immaginato e quello reale si mescolano, le case delle bambole diventano palcoscenico dei sogni ad occhi aperti dell’artista che dirige a suo piacere schiere di personaggi che da tempo identificano la sua produzione. Sebbene utilizzati da anni, gli animali preferiti da Shafei, il maiale, la tigre, il pesce - allegorie dei sentimenti umani - mutano e seguono l’evoluzione dell’artista. Ne è prova la feroce tigre che nel tempo è stata addomesticata e ora diventa compagna fedele, divertita: si rigira nell’atto di giocare e si aggira tra la galleria, spiandoci. 
I toni tenui, i segni veloci e la grande ironia dell'artista si concretizzano nelle opere riverbero degli aspetti più crudi della realtà contemporanea nella quale ci troviamo impotenti, a volte intimoriti, spesso insicuri. Ce lo racconta Shafei tramite i suoi lavori che uniscono emozioni umane e istinti animali, e lo leggiamo nei suoi appunti: “Negli anni ho trovato somiglianze tra gli animali e gli uomini, siamo tigri da conoscere, maiali incompresi, tartarughe che strisciano in giro”.
I soggetti affollano lo spazio, escono dalla bidimensionalità della carta e si trasformano in ceramica smaltata, suppellettili e chinoiserie moderne, risultato dello scambio culturale tra il mondo orientale e occidentale.
I volti delicati, i piccoli e frivoli dettagli, le esplorazioni oniriche e allegoriche e i giochi amorosi ricordano alcune tele giovanili di Francisco Goya, artista che ha saputo esplorare temi diversissimi in corrispondenza di particolari avvenimenti della sua vita. Come la Maja desnuda, le donne di Shafei sono vero oggetto di piacere che, lontane dalle veneri mitologiche, si concedono senza pudore allo spettatore. L’amore onnipresente nei lavori si fa a tratti carnale, a tratti simbolico, e ci viene svelato man mano che percorriamo la galleria.

Nell’esposizione il tempo sembra aver smesso di scorrere. L’artista ripete le sue azioni modellando case e inventando nuovi giochi questa volta insieme allo spettatore, che si abbandona al diletto nello spazio immaginato da Shafei.


Sabrina Bernardi

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