SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Stipsi: quasi tutti gli intestini si bloccano di tanto in tanto!

Durante la vita di ognuno di noi può capitare di avere a che fare con problemi di stitichezza, ed è perfettamente normale che accada, dal momento in cui questo problema è uno dei disturbi gastrointestinali più comuni. Quando la stitichezza si verifica, è normale porsi delle domande che riguardano la durata, le cause, i rimedi e come mantenere la giusta regolarità intestinale.

FotoLa stitichezza colpisce circa 13 milioni di italiani: 9 milioni di donne e quasi 4 di uomini. Lo stile di vita occidentale, con i suoi ritmi frenetici e con una dieta povera di scorie contribuisce pesantemente all’insorgenza della stitichezza.

La stipsi o stitichezza non è una malattia, ma un sintomo che può insorgere a causa di svariate alterazioni organiche o funzionali dell’intestino. Altre volte, all’origine della stitichezza vi sono delle malattie che interferiscono solo indirettamente con la funzionalità intestinale.

Cause della stitichezza sono: uno stile di vita sedentario, una dieta poco equilibrata, stress, uso di medicinali e l’età. E’ stato infatti dimostrato che, quasi il 30% della popolazione adulta ha questo disturbo (percentuale che aumenta nelle donne).

Il termine “stipsi” deriva dal greco “styphein” che significa “stretto” e, in generale, fa riferimento alla difficoltà di evacuare, che può avere un impatto notevole sulla qualità della vita dei soggetti che ne soffrono. La stitichezza è una condizione molto frequente, che interessa circa il 15% della popolazione, è più comune nel sesso femminile e in coloro che sono sottoposti a stress psicologico e aumenta con l’avanzare dell’età. Il semplice fatto di non evacuare ogni giorno non significa soffrire di stitichezza, o stipsi. Generalmente, infatti, si parla di stipsi se non si espletano le funzioni intestinali almeno tre volte a settimana, ma questa non è assolutamente una regola generale. La frequenza e la quantità delle evacuazioni intestinali fra le persone sane, infatti, varia in modo notevole: da tre evacuazioni al giorno a tre alla settimana e, di norma, le feci vengono espulse senza sforzo, senza fastidio e senza eccessiva tensione addominale.

Nelle persone che soffrono di stipsi, invece, il rallentato transito del cibo digerito lungo il colon determina un maggior riassorbimento di acqua, con indurimento delle feci e un minor numero di evacuazioni. Se trascorrono più di tre giorni senza defecare, il contenuto intestinale può indurirsi al punto non solo da causare difficoltà nell’evacuazione, ma anche dolore durante l’espulsione del materiale fecale e una sensazione di non riuscire a svuotare completamente l’intestino.

Vanno distinte due principali tipologie di stipsi:

• la stipsi acuta, che compare all’improvviso e in maniera riconoscibile;
• la stipsi cronica, che può manifestarsi gradualmente e persistere per mesi o anni.

I PRINCIPALI SINTOMI E LE POSSIBILI COMPLICANZE
I sintomi più spesso riferiti da chi soffre di stipsi sono:

• ridotta frequenza di evacuazione (meno di tre volte alla settimana);
• sensazione di evacuazione incompleta;
• eliminazione di feci dure o a palline (“caprine”);
• sensazione di ostruzione o blocco anale;
• feci secche, dure e/o grumose;
• pesantezza e gonfiore addominale;
• flatulenza e meteorismo;
• dolore addominale, tipo crampi, e distensione addominale;
• eccessivo e prolungato sforzo nella defecazione;
• ricorso a manovre manuali o ausili tipo clisteri, supposte o lassativi, anche naturali, per evacuare;
• necessità di aiutarsi manualmente per estrarre le feci;
• mancanza di stimolo a evacuare.

Se due, o più, di questi sintomi persistono per almeno 12 settimane (anche non consecutive) nel corso di un anno si parla di stitichezza cronica, mentre se questi sintomi si presentano in concomitanza con alcuni eventi (come una gravidanza o un viaggio) si parla di stipsi transitoria.

POSSIBILI COMPLICANZE
Le feci dure e i continui sforzi possono inoltre provocare alcune complicanze nei soggetti che soffrono di stitichezza. Tra queste, le principali sono:

• emorroidi, causate dal rigonfiamento delle vene nel retto;
• ragadi anali, ovvero piccole ferite nella regione anale dovute dalle feci dure che tentano di passare;
• diverticolite, ovvero un’infiammazione dei diverticoli che si formano nelle pareti del colon a causa delle feci rimaste intrappolate;
• danni ai muscoli del pavimento pelvico, dovuti all’eccessivo sforzo;
• fecaloma, ovvero un accumulo di feci dure nel retto che può provocare un’occlusione intestinale.

In genere la stitichezza è comunque una condizione non grave, anche se può essere molto fastidiosa, a maggior ragione se cronica. È necessario porre particolare attenzione se la stipsi compare all’improvviso in persone adulte con una familiarità per i tumori intestinali, soprattutto se associata a sangue nelle feci e dimagrimento ingiustificato. In questo caso è bene consultare il proprio medico e sottoporsi a una visita specialistica per informarsi in merito alle proprie condizioni di salute.

LE CAUSE DELLA STITICHEZZA
La stitichezza o stipsi può essere dovuta a molteplici cause, alcune anche di natura psicologica, indice cioè dell’esistenza di qualcosa nel nostro organismo che potrebbe non funzionare come si deve: per questo motivo la sua eziologia va approfondita. Vediamo quali sono le possibili cause che possono determinare la stitichezza:

• Cause Psicosomatiche - alcuni psicoterapeuti individuano nella stitichezza una tensione che spinge a trattenere le emozioni. Questo disturbo si ricollega, in particolare, al rapporto con la madre.
• Ipotiroidismo - ci sono fattori ormonali che possono influire negativamente sul transito intestinale.
• Sindrome dell’intestino irritabile - se si soffre di questa patologia il rischio di stitichezza è abbastanza frequente.
• Mancanza di fibre nella dieta - le fibre, come dimostrano gli studi scientifici, possono influire sul transito intestinale, favorendolo. Assumere fibre in una quantità giornaliera sufficiente può aiutare a prevenire la stipsi. Alimenti ricchi di fibre sono cereali integrali, legumi, frutta (in particolare mele, pere, banane, kiwi e fichi), legumi, verdure (cavolo, carote, melanzane, barbabietole, finocchi e così via).
• Consumo di latte e derivati - in alcuni soggetti il consumo di latticini aumenta la stitichezza. Un’alimentazione varia e bilanciata consente di prevenire la stipsi in questi casi.
• Mancanza di corretta idratazione - un consiglio che sembra scontato è quello di bere molta acqua, ma non sempre quest’ultimo si interpreta nel modo corretto. Bibite gassate o a base di caffeina, infatti, peggiorano il problema, e non contribuiscono alla corretta idratazione dei tessuti.
• Sedentarietà - la mancata attività fisica aumenta il rischio di stitichezza. Non basta solo camminare, ma occorre un’attività di media intensità protratta per almeno un’ora.
• Abuso di lassativi - i farmaci lassativi dovrebbero essere somministrati solo quando c’è un reale bisogno. Ogni persona ha la sua regolarità intestinale, per cui non è detto che un soggetto che non vada tutti i giorni in bagno sia un soggetto stitico. Prendere lassativi per abitudine non aiuta l’evacuazione, anche perché un abuso di questi ultimi può portare ad assuefazione.
• Farmaci - ci sono alcuni farmaci che possono causare effetti collaterali come la costipazione. Tra questi figurano alcuni antidepressivi, anticonvulsivanti, farmaci contro il dolore, diuretici.
• Condizioni patologiche particolari - il transito intestinale può essere influenzato negativamente da alcune patologie, come per esempio disordini neurologici quali la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, ictus. Anche i disturbi endocrini e metabolici come uremia, diabete, ipercalcemia ed ipotiroidismo possono essere causa di stipsi; le malattie sistemiche, come il Lupus o la sclerodermia, sono annoverate tra le cause della stitichezza.
• Invecchiamento- quando invecchiamo il nostro corpo subisce notevoli cambiamenti e, talvolta, possiamo soffrire di diversi disturbi che coinvolgono la pancia. La stitichezza è un disturbo intestinale che colpisce frequentemente gli anziani e che può avere un impatto considerevole sulla qualità della vita. Interpretare ciò che sta accadendo al tuo corpo è il primo passo per agire e sentirti meglio. Bisogna ascoltare il proprio corpo che cambia. Infatti, quando si invecchia, i muscoli del tratto digestivo hanno bisogno di più tempo per far passare il cibo attraverso l’apparato digerente: il numero di movimenti intestinali usualmente diminuisce con il passare degli anni.

RIMEDI NATURALI
Dal punto di vista fitoterapico esistono alcuni rimedi naturali per la stitichezza come alcune piante ed erbe che svolgono un’azione lassativa più o meno potente (in genere queste erbe agiscono nell’arco di 6/8 ore) che possono essere utilizzate in caso di necessità senza effetti collaterali particolari, se vengono rispettate le dosi ed i tempi di assunzione: il loro impiego deve essere saltuario e non deve provocare la formazione di feci liquide.

IL MIELE noto per le sue proprietà salutistiche e curative costituiva per le popolazioni del Mediterraneo antico la “fondamentale sostanza medicamentosa”. La sua preziosità era tale da assumere valenza divina: si credeva che il miele discendesse dal cielo e l’ape lo raccogliesse per farne dono agli uomini.
Il miele oggi è largamente utilizzato per i disturbi delle prime vie aeree come per esempio la tosse, ma anticamente era utilizzato anche per scopi lassativi. L’uso per via rettale risale al 1500 a.C. con gli Egiziani che utilizzavano supposte contenenti miele. Il miele per via rettale somministrato, per esempio, attraverso un microclisma induce uno stimolo non aggressivo di attivazione della defecazione e se viene arricchito con Aloe e Malva aggiunge all’azione evacuante equilibrata, un’azione protettiva e lenitiva della mucosa rettale, utile per contrastare i fastidi, l’irritazione e l’infiammazione presenti in caso di stipsi caratterizzata da difficoltà evacuativa. Queste due azioni sono particolarmente importanti perché la mucosa rettale, di per sé molto delicata, in caso di stipsi e quindi con lo sfregamento da parte delle feci secche e dure, va incontro a irritazioni. Pertanto, queste sostanze naturali possono essere una valida soluzione per coloro che accusano difficoltà evacuativa caratterizzata da sensazione di “tappo” accompagnata da fastidio e irritazione.

La SENNA E IL RABARBARO sono molto utili nel riequilibrare rapidamente una condizione di transito intestinale rallentato. Attenzione, però: si trovano in commercio tanti prodotti “naturali”, anche preparati “al momento” da chi li vende, dei quali non si conosce bene il contenuto. È necessario prestare la massima attenzione all’etichetta in quanto è molto importante che i prodotti che contengono queste sostanze siano sempre “titolati”, in modo da avere la certezza di assumere il giusto quantitativo delle sostanze attive. Questo significa da un lato che bisogna conoscere con precisione la composizione del prodotto che si utilizza anche grazie ai consigli del vostro Farmacista, dall’altro che il dosaggio preciso va stabilito individualmente badando bene a non provocare mai scariche di feci liquide. Gli estratti di Senna e Rabarbaro vengono assunti normalmente la sera per ottenere l’effetto voluto la mattina al risveglio e vengono utilizzati principalmente in caso di stitichezza occasionale, oppure in caso di stipsi persistente accanto ad una opportuna dieta ricca di fibre, solo per superare un periodo di particolare difficoltà. Il rispetto delle indicazioni e dei dosaggi rende queste sostanze sicure e funzionali. In caso di assunzione di farmaci, dato che vi possono essere interazioni, è sempre opportuno sentire il parere del Medico o del Farmacista, i quali sapranno anche dare consigli sui casi in cui non vanno utilizzati (ad esempio quando la stitichezza si associa ad un colon irritabile).

Quando, invece, il rallentamento del transito intestinale perdura nel tempo, è migliorare la propria dieta arricchendola di fibre (circa 20-30 grammi al giorno) e di liquidi. In questi casi è indispensabile consumare cibi integrali, frutta, verdura ed eventualmente assumere al bisogno fibre da PSILLIO E TAMARINDO utili per rendere le feci più morbide e il riequilibrio del transito intestinale
Esse rappresentano una soluzione particolarmente indicata quando a causa di emorroidi è indispensabile evitare che si formino feci dure e che ci si debba sforzare molto per svuotare l’intestino.
Modificare la propria alimentazione con l'aiuto di un medico specialista (gastroenterologo) o di un nutrizionista può sicuramente contribuire a combattere la stitichezza.

ASSUMERE FERMENTI LATTICI. È una buona norma generale per favorire l’equilibrio e il benessere del nostro intestino. I fermenti lattici sono batteri vivi e vitali, ad azione benefica, in grado di regolarizzare la fisiologica flora batterica intestinale, spesso alterata. È utile ricordare che sulle pareti intestinali coesistono moltitudini di differenti specie batteriche, in simbiosi con il nostro organismo: assumere prodotti che contengono fermenti lattici in quantità e specie diverse è quindi fondamentale. Infatti, maggiori sono la varietà e la diversificazione delle specie, più probabile sarà la colonizzazione dell’intestino con le specie esistenti.

ALCUNI UTILI CONSIGLI PER SEGUIRE UNA DIETA ADEGUATA POSSONO CONSISTERE NEL:

• consumare giornalmente 2-3 frutti di medie dimensioni (meglio se al mattino o a digiuno, oppure cotti), come kiwi, pere, albicocche, fichi e prugne
• assumere a ogni pasto almeno una porzione di verdura (cotta al vapore, lessa o cruda)
• includere nel pasto serale pietanze come brodo, minestrone o passato di verdure
• prediligere alimenti integrali, come pane, pasta e riso, se non diversamente indicato dal medico
• consumare legumi almeno due volte a settimana, in caso di meteorismo è consigliabile passarli o centrifugarli
• mangiare ogni giorno una porzione di yogurt o di latte fermentato
• assumere 1.5-2 litri al giorno di liquidi, preferibilmente acqua oligominerale naturale, tisane o brodo, se non diversamente indicato dal medico
• limitare l'assunzione di alcol, tè e caffè
• evitare il consumo di formaggi fermentati, fritti e grassi di origine animale

Fonte: https://www.issalute.it/

BIBLIOGRAFIA
• Azienda Ospedaliera di Padova, Università degli Studi di Padova. Unità di Chirurgia Coloproctologica. La stipsi
• Mayo Clinic. Constipation (Inglese)
• NHS. Constipation (Inglese)
• Humanitas Research Hospital. Stipsi (stitichezza)
• Ospedale Niguarda. Stipsi nei bambini: i rimedi per la stitichezza
• Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Stipsi
• Ubaldi E, Tosetti C, Cottone C. Stipsi cronica: trattamento medico di particolari forme cliniche. Rivista Società Italiana di Medicina Generale. 2012; 2: 55-59
• Fondazione Umberto Veronesi. Magazine. Fibre, acqua e relax aiutano a combattere la stipsi
• Humanitas San Pio X. Stitichezza cronica: cosa fare quando nulla risolve il problema
• Regione del Veneto. ULSS9. Il meccanismo della defecazione. La stitichezza
• Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Sindrome di Down: fibre per curare la stitichezza



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