Strepitoso successo dei racconti di Giuseppe D'Errico raccolti nell'opera intitolata IL MIO TORRENTE
Con orgoglio Egidio Lisci Titolare della casa editrice GLOBAL PRESS ITALIA che ha pubblicato l'opera presenta quest'articolo apparso sull “Corriere dell’Irpinia” del 21-08-2010
Dal “Corriere dell’Irpinia” del 21-08-2010
IL MIO TORRENTE
Un mondo di cui forse si sono perse le tracce, calpestate dalla fretta dell’esistere scorre tra le pagine del libro “Il mio torrente (e altri racconti)” di Giuseppe D’Errico, Global Press Italia edizioni.
L’autore, laureato in lettere classiche presso l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, docente di lettere e preside nei licei statali, è autore di libri di poesia, narrativa e critica letteraria e riesce ad effondere nei suoi versi come nella sua prosa, i più delicati e profondi ansiti dell’animo umano. Tra le pagine de “Il mio torrente”, primo dei racconti di questo libro, aleggia un senso di continuità tra le varie fasi della vita che l’autore traccia con forte pregnanza emotiva che caratterizza ogni “immagine”, viva nel ricordo di fanciullo che si affaccia alla vita. Le feste di paese, i giochi di un tempo, le illusioni e speranze legate a un palloncino che svolazza nel vento, vengono rivissuti alla luce di un’apparente ingenuità che però si rivela l’unico sincero ed autentico approccio alla vita di un uomo che non vuole rinunciare, in fondo, ai suoi sogni di bambino e li culla al suono di una musica dimenticata nel tempo.
La nostalgia del proprio paese, frammentata in episodi che rimandano sempre allo stesso tema, si tinge di un’aura quasi sognante e immaginifica, attraverso il ricordo dei “giocattoli viventi” o dei pastorelli fatti di fango, come per perpetuare un’atmosfera che ormai non c’è più. Si respira, attraverso le pagine del libro, il senso di una autentica fratellanza tra tutti gli uomini: “gli uomini piangono e ridono allo stesso modo” e, ancora “un nemico è solo un uomo vestito con panni di un diverso colore”, nelle parole dell’autore, che rappresenta, nel breve testo teatrale, che conclude il libro, la crudeltà di una realtà vera, illuminata, nonostante tutto, dalla luce di una fede profonda.
Ilde Rampino