Tatto e cibo
Tatto e cibo, sensi ed eros.
Aristotele considerava il tatto indispensabile. San Tommaso non credette alla resurrezione di Cristo fino a quando non lo toccò.
Una volta si pensava che il tatto fosse il senso più "intimo" dell'uomo. Oggi molti scienziati lo ritengono addirittura fondamentale, perché l'unico in grado di percepire gli stimoli meccanici.
Ma cos'è veramente il tatto, e qual’è il suo organo?
Far coincidere questo senso all'atto del toccare con le mani sarebbe limitativo, perché è attraverso tutta la pelle del corpo che possiamo percepire caldo, freddo, liscio, ruvido, asciutto, bagnato, ecc.
Il tatto è il primo senso che si sviluppa negli esseri umani, e già dopo pochi mesi di vita il feto risponde a stimoli tattili.
Il contatto fisico è indispensabile per conoscere gli altri: da bambini ricerchiamo gli abbracci dei familiari, da adolescenti esploriamo il corpo del partner, da adulti stringiamo la mano.
La maggior parte del genere umano, per ragioni pratiche, mangia con le mani. L’uso del cucchiaio e del coltello risalgono alla nascita della civiltà, quello della forchetta è ricollegabile al Medioevo. La cultura di limitare il più possibile il contatto diretto tra mani e cibo venne codifica nel XVI sec. con il Galateo.
Tutt’oggi s’impone ai bambini di non frugarsi bocca, orecchie o naso prima ancora di aver imparato a parlare, e gli s’insegna a rispettare le distanze fisiche.
Dei cinque sensi il tatto è forse il più importante nelle cose d'amore. Si va dalla mano che sfiora a quella che accarezza, dal gesto tremolante a quello spavaldo, dal tatto dei capelli all’ardita perlustrazione del corpo nudo.
Toccare un alimento ci ricollega al nostro bisogno primario di sopravvivenza, e mangiare con le mani è un modo di cogliere l’anima dei cibi.
Preparare dei biscotti offre la possibilità di percepire la morbidezza della farina, la ruvida consistenza dello zucchero, la scivolosità dell’uovo, l’amalgama della pasta lavorata.
Quando ci mettiamo a pensare ad un convivio amoroso, l’etichetta dovrebbe venire dimenticata per far posto alle più recondite emozioni tattili che passano dai tessuti della tovaglia per arrivare al cibo.
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