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Comunicato Stampa

Tatuaggi: aumentano i “tatuati” cosi come gli interventi di rimozione

25/06/14

Una persona su tre dichiara di essersi pentita di avere effettuato un tatuaggio e in molto ricorrono alle sedute laser per la rimozione.

Quella che doveva essere una moda passeggiera ha incontrato in realtà negli ultimi dieci anni un continuo aumento della sua popolarità e diffusione.

Difficile ormai trovare tra le nuove generazioni chi non abbia pensato almeno una volta di rendere indelebile un’immagine piuttosto che una scritta sul proprio corpo.

L’incremento dei “tatuati” negli ultimi anni è stato un fenomeno globale, come sottolineato dalla Società Italiana di medicina Estetica, dovuto soprattutto ad una maggiore esposizione grazie ai vari social media.

A preoccupare però è piuttosto l’alto numero di richieste per la cancellazione degli stessi, indice del fatto che molto spesso la scelta di farsi “marchiare” a vita è presa con troppa leggerezza.
Un recente sondaggio svolto negli Stati Uniti ha evidenziato come soprattutto nelle fasce dei più giovani accada spesso che il primo tatuaggio, o il primo piercing, venga realizzato durante una vacanza e insieme agli amici.

Ebbene a distanza di un solo anno si stima che oltre il 30% dei “tatuati” si sia pentito e stia pensando alla rimozione del marchio.
Un’altra motivazione che spinge alla rimozione del tatuaggio è la cattiva realizzazione dello stesso, a dimostrazione che è davvero opportuno affidarsi alle mani di un esperto e in un laboratorio dedicato e sterilizzato.

Non a caso piercing e tatuaggi sono tra le principali cause di contagio dell’epatite B, che ha registrato un incremento di casi notevole negli ultimi 5 anni.
Anche il rischio infezioni è sempre dietro l’angolo nel caso in cui non ci si prenda cura della zona tatuata che molti dimenticano essere una vera e propria ferita.

Anche una lieve infezione può compromettere la buona riuscita del tatuaggio. È questo uno dei motivi che spingono sempre più persone a richiederne la rimozione. Altri motivi come già accennato possono essere la mano poco esperta di un tatuatore, o l’impulsività nella scelta del simbolo da tatuare.

La brutta notizia per chiunque abbia in mente di ricorrere alla rimozione è che in Italia l’unico metodo utilizzabile è il laser, che spesso non rimuove totalmente il tattoo ed è inoltre abbastanza doloroso.

In Germania sta andando per la maggiore il metodo “Skinial” che prevede l’iniezione sottocutanea di un liquido essenzialmente corrosivo che consuma l’inchiostro del tatuaggio.

Nel Bel Paese però questo “cosmetico” è ritenuto illegale, pertanto i cosiddetti “pentiti del tatoo” dovranno per forza di cose affidarsi alle poco piacevoli sedute tradizionali al laser.



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