ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Teatro DUSE Bologna: "Il padre" di Florian Zeller.

31/10/17

Con ALESSANDRO HABER, LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE

FotoTeatro DUSE Bologna. - Goldenart Production presenta: "Il padre" di Florian Zeller.
Con ALESSANDRO HABER, LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE.


Teatro DUSE Bologna. - Goldenart Production presenta: "Il padre" di Florian Zeller.
Con ALESSANDRO HABER, LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE e con DAVID SEBASTI, Daniela Scarlatti, Ilaria Genatiempo, Riccardo Floris. Regia di Piero Maccarinelli.

"Il padre" di Florian Zeller, interpretato nei ruoli principali da Alessandro Haber, Lucrezia Lante Della Rovere e David Sebasti, dal 27 al 29 Ottobre 2017 al Duse di Bologna.
La pièce è diretta da Piero Maccarinelli.

Il padre debutta nel settembre del 2012 al Hébertot Theatre di Parigi e replica sulle scene francesi fino al 2014 riscuotendo un grandissimo successo. Candidato al prestigioso Prix Molières nel 2014 si aggiudica il premio come miglior spettacolo dell’anno. Nel 2015 l’opera viene adattata per il grande schermo da Philippe Le Guay col titolo Florida.
È stato inoltre rappresentato a Londra e al Manhattan Theatre Club di Broadway.

Andrea è un uomo molto attivo nonostante la sua età, ma mostra i primi segni di una malattia che potrebbe far pensare al morbo di Alzheimer.
Anna, sua figlia, che è molto legata a lui, cerca solo il suo benessere e la sua sicurezza. Ma l’inesorabile avanzare della malattia la spinge a proporgli di stabilirsi nel grande appartamento che condivide con il marito. Lei crede che sia la soluzione migliore per il padre che ha tanto amato e con cui ha condiviso le gioie della vita. Ma le cose non vanno del tutto come previsto: l’uomo si rivela essere un personaggio fantastico, colorato, che non è affatto deciso a rinunciare alla sua indipendenza.
La sua progressiva degenerazione getta nella costernazione i familiari, ma la sapiente penna di Zeller riesce a descrivere una situazione che, seppur tragica per la crescente mancanza di comunicazione causata dalla perdita di memoria, viene affrontata con leggerezza e con amara e pungente ironia.
Tutto a poco a poco va scomparendo: i punti di riferimento, i ricordi, la felicità della famiglia. La perdita dell’autonomia del padre progredisce a tal punto che Anna è costretta a prendere decisioni al suo posto e contro la sua volontà. La forza di questa pièce consiste nel saper raccontare col sorriso e con ironia, delicatezza e intelligenza, lo spaesamento di un uomo la cui memoria inizia a vacillare e a confondere tempi, luoghi e persone.

Con grande abilità l’autore ci conduce a vivere empaticamente le contraddizioni in cui il protagonista incappa, il quale perdendo a poco a poco le sue facoltà logico-analitiche e non riuscendo più a distinguere il reale dall’immaginario, ci coinvolge con grande emozione in questo percorso dolorosamente poetico.

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