SPETTACOLO
Comunicato Stampa

Teatro spontaneo libero e indipendente: il Grease dei bambini di una scuola di Roma

04/06/24 Lazio (Roma)

Mercoledì 5 giugno, nella Sala Polivalente Biavati a Roma, un gruppo di bambini della scuola Artemisia Gentileschi metterà in scena il celebre spettacolo nato a teatro nel 1971 al Kingston Mines Chicago Club, famoso in tutto il mondo grazie al film con Olivia Newton-John e John Travolta.

Carlotta ManciniTrasformare un gruppo di bambini appassionati e volenterosi in una compagnia teatrale è possibile. È la storia di una classe quinta di una scuola romana che il 5 giugno metterà in scena Grease. Ma andiamo con ordine.

Dalla sinergia spontanea tra due maestre, Carmela Baldassarre e Silvana Baldassi, un maestro, Andrea Russo, e l’attrice e regista Carlotta Mancini mamma di un'alunna della classe 5ª D della scuola Artemisia Gentileschi di Roma, è nato il progetto teatrale che il prossimo 5 giugno porterà in scena uno spettacolo con protagonisti proprio i bambini di questo istituto.

Tutto ebbe inizio con una recita Natalizia dove gli insegnanti avevano chiesto l’aiuto della mamma-regista, da lì è stato subito chiaro quanto potesse essere bello per i bambini fare teatro guidati da una professionista. Dunque poi l’idea di spingersi oltre fino ad andare in scena in un teatro e con uno spettacolo “vero” è venuta quasi spontanea.

Si è pensato al musical Grease perché con le sue musiche coinvolgenti avrebbe permesso di concludere il ciclo di studi e salutare per sempre il periodo delle elementari in modo esplosivo. Naturalmente per poter andare in scena la regista ha proposto di fare un vero e proprio corso di teatro come si fa con gli adulti, non una cosa pensata per i bambini ma un vero e proprio training per attori, con metodiche che si avvicinano alle Accademie di recitazione per professionisti.

Tutto questo ha dato vita ad un’esperienza indimenticabile: per 5 mesi i ragazzi hanno studiato teatro molto seriamente e si sono immersi nel lavoro a 360 gradi. Le prove sono cominciate con la visione del film e analisi dei personaggi, periodo storico, dinamiche umane, in un dialogo fertile e creativo sono diventati parte integrante del progetto e non solo soggetti passivi.

La regista Carlotta Mancini li ha guidati in una ricerca interna ed esterna “cosa imprescindibile per un teatro vivo e terapeutico”. Anche la scelta dei ruoli è stata fatta in modo professionale, ogni attore si è candidato per un ruolo e si sono svolti dei provini aperti dove i ragazzi hanno assistito, e dove sono stati coinvolti democraticamente nella scelta, cosa molto importante perché in una società così competitiva, rompere uno schema e far comprendere loro come un regista sceglie un attore è estremamente importante, non perché ha più talento di un altro ma per attitudine e aderenza al personaggio, in questo modo nessuno si è sentito mortificato, anzi questo ha permesso poi ad ognuno di loro di trovare il proprio modo unico e personale di stare in scena e il proprio personaggio perfetto e insostituibile, insomma… è diventato un lavoro di gruppo, è nata una vera e propria compagnia teatrale.


«L’attore deve in primis affrontare i suoi blocchi, le sue paure, trovare il contatto col proprio corpo, la voce, lo spazio, gli altri. Lo spettacolo è un pretesto per poter indagare dentro se stesso e scoprire i propri talenti nascosti, questo a prescindere che l’attore abbia 10 anni o 60. Fare teatro è soprattutto un processo intimo di liberazione, ho visto questi ragazzi cambiare giorno dopo giorno - ha commentato la regista Carlotta Mancini - Permettetemi una riflessione costruttiva: prima di poter guidare un gruppo è necessario studiare e soprattutto aver fatto molta pratica sul campo e aver compiuto una profonda ricerca in se stessi, che non avrà mai fine. Così come per fare l'ingegnere ci vuole una laurea in ingegneria, anche per chi opera nel campo artistico ci vuole preparazione seria e rigorosa, purtroppo in Italia non c’è ancora serietà e rispetto delle professioni artistiche e i corsi di teatro nascono come funghi e purtroppo spesso da persone improvvisate, sminuendo e riducendo questa arte raffinata e complessa in una banale attività ricreativa.
Questa esperienza è stata per me la conferma di quanto l’inserimento del teatro nelle scuole possa essere importante e un valido supporto all’insegnamento, a riprova di questo le maestre mi dicevano continuamente che li vedevano cambiati, più sicuri, più concentrati, più uniti. I ragazzi hanno vissuto un’esperienza unica, siamo andati anche in uno studio di registrazione per incidere le canzoni, oltre che a cantare anche dal vivo con l’aiuto della maestra di musica Loredana Morrone che abbiamo coinvolto in corsa! Questo è stato a tutti gli effetti un movimento artistico indipendente. Ho accettato di lavorare gratuitamente e mettere la mia energia e il mio tempo perché ho sentito subito forte la possibilità di fare qualcosa di bello e importante per questi ragazzi, penso che se si vuole dare un contributo vero e tentare di cambiare il mondo si debba iniziare dalle cose quotidiane e questa ha rappresentato una grande opportunità per mettere dei semi di bellezza e fratellanza. Anche tutti gli altri professionisti coinvolti si sono prestati senza alcun compenso, sposando questo progetto con entusiasmo. Un ringraziamento doveroso va alla dirigente che ci ha permesso di utilizzare gli spazi della scuola durante tutti questi mesi in totale fiducia. Insomma potrei dire tantissime cose ma concludo dicendo che non è importante l’esibizione o il risultato, estremamente più importante è stato tutto il processo creativo che ci ha portati fin qui. Da questa avventura è nato anche un piccolo documentario di interviste dietro le quinte, fatto con molta sapienza e delicatezza dal regista cinematografico Paolo De Falco, che dialoga con i ragazzi liberamente, la loro saggezza e sensibilità sono una testimonianza importante che ci deve far riflettere. Il documentario sarà proiettato prima dello spettacolo, poi si potrà vedere su youtube e su altre piattaforme. Sono molto orgogliosa di aver fatto parte di un piccolo miracolo spontaneo e indipendente».

In chiusura Carlotta Mancini ricorda una citazione del grande e quasi dimenticato Leo De Berardinis: "Un teatro è un organismo che per vivere necessita di una potente visione artistica e chi vi opera lo deve fare con motivazione, nessuno può stare a scaldare il banco. Un teatro vivo deve essere abitato dagli artisti e non sopravvivere in una deprimente logica burocratica".

Appuntamento mercoledì 5 giugno alle ore 20:00 presso la Sala Polivalente Biavati - Borgo ragazzi Don Bosco, in Via Prenestina 468. Lo spettacolo prevede un contributo di 5 euro.

Interpreti dello spettacolo: Maila Brando, Anna Cafaggi, William Colonnelli, Alessandro Cormaci, Nicholas Di Vetta, Noelia F. Chumacero, Erica Genovese, Erica S. Ghimpeteanu, Alessandro Marra, Yamin Mohammed, Johncarl Molina, Melissa Morra, Thomas Pellegrini, Anita Perri, Simona Pizzuto, Trixia Prudencio, Emma Tarasi, Mateo Triana Parra, Gabriele Uzzo e Benedetta Ziccardi.

Special Guest Carmela Baldassare e Silvana Baldassi
Organizzatore: Andrea Russo
Vocal Coach canzoni: Loredana Morrone
Scenografia: Antonio Olita
Adattamento e Regia: Carlotta Mancini

Licenza di distribuzione:
Photo credits: Carlotta Mancini
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