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Comunicato Stampa

Tirreno-Adriatico 2015: Sagan, la quaresima è finita - Peter batte Ciolek e ritrova la vittoria dopo nove mesi

17/03/15

La sesta tappa della Tirreno-Adriatico, 210 km da Rieti a Porto Sant'Elpidio, vede la vittoria di Peter Sagan, a distanza di 9 mesi esatti dall'ultima vittoria. Subito in fuga Yukiya Arashiro (Europcar), Alessandro Vanotti (Astana) e Stijn Devolder (Trek), ripresi a 50 km dalla fine. Sulla salita di Montelparo il forcing della Tinkoff-Saxo fa fuori anche Mark Cavendish, che rimane in un gruppo a diversi minuti di distacco. i -30 riparte Vanotti, raggiunto presto da Alexis Vuillermoz. È proprio i francese dell'AG2R La Mondiale l'ultimo a cedere, ripreso ai 3100 metri. La volata vede la Tinkoff lanciare Sagan, che precede Ciolek e Debusschere. Giù dal podio Magnus Cort Nielsen, Max Richeze, Edvald Boasson Hagen, Nikias Arndt, Sam Bennett, Ramunas Navardauskas ed Alexey Lutsenko. Nairo Quintana conserva la maglia azzurra di leader della generale.

Foto«Nove mesi? Nove mesi cosa?». Nemmeno Peter Sagan, sotto la pioggia di Porto Sant'Elpidio, credeva di aver digiunato per un tempo così lungo. Era il 16 giugno scorso, terza tappa del Giro di Svizzera, Sarnen-Heiden: Sagan batteva Michael Albasini e Sergio Henao. Poi, escluso il Campionato nazionale (29 giugno), niente. Niente di niente, solo piazzamenti. Piazzamenti che farebbero la gioia di tanti, di molti, non di un fuoriclasse. E Sagan non poteva accontentarsi, non poteva essere felice di un podio o di un secondo posto, né dell'ennesima maglia verde al Tour. No, a quelli come lui servono vittorie, come il pane. Anche alla Tirreno-Adriatico non aveva avuto gioie: secondo a Cascina dietro ad uno Jens Debusschere che nel 2014 aveva fatto sue solo Campionato belga, una tappa al Wallonie e la Putte-Kapellen; secondo pure ad Arezzo, dopo le spallate nelle fasi finali ed una rimonta impressionante ma non sufficiente per alzare ancora una volta le braccia al cielo. Alla fine, prova e riprova, è arrivata, ed è come la prima da pro'. È la prima in casacca Tinkoff-Saxo, la prima dopo nove mesi: dolcissima, inebriante.

Tanti non partono o si ritirano, Vanotti va in fuga
Oggi il cielo della Tirreno-Adriatico non prometteva nulla di buono. Un Giove Pluvio scatenato, dopo la neve di ieri sul Terminillo, metteva ulteriormente alla prova i corridori. Sesta tappa, 210 km da Rieti a Porto Sant'Elpidio con un finale in circuito (14.4 km da ripetere due volte) che diventava insidioso. L'altimetria lasciava spazio per la terza ed ultima volata della Tirreno, il meteo avrebbe scombussolato i piani di tutti, di tanti. Non prendono il via Stef Clement (IAM), Ryder Hesjedal (Cannondale-Garmin) ed Ángel Vicioso (Katusha), si ritirano strada facendo Daniele Bennati (Tinkoff-Saxo), Edwin Ávila (Colombia), Yoann Offredo (FDJ), Aleksejs Saramotins (IAM Cycling) e Pierre Rolland (Europcar). La fuga parte presto, con Yukiya Arashiro (Europcar), Alessandro Vanotti (Astana) e Stijn Devolder (Trek) protagonisti là davanti. Guadagnano fino a più di 5' dopo 50 km, poi la salita di Montelparo. Arriva dopo 131 km di gara, è l'unica della tappa, arriva ad appena 515 metri d'altitudine. Sembra innocua. Il gruppo ha recuperato molto sui battistrada: Vanotti prende gli ultimi punti dei Gpm a disposizione, precedendo Devolder ed Arashiro. Il plotone è a 1'34" ma non è calmo per nulla: Roman Kreuziger e tutta la Tinkoff-Saxo si mettono a fare un ritmo indiavolato.

Sull'unica salita la Tinkoff mette in croce Cavendish
Quando c'è la Tinkoff di mezzo, e per la proprietà transitiva Bjarne Riis, c'è puzza di trappolone: la giornata odierna conferma questa legge non scritta del ciclismo. Il forcing di Kreuziger fa fuori diversi atleti e quando si ritorna in pianura la situazione è ben mutata. Davanti non ci sono più Vanotti, Arashiro e Devolder, ripresi a 52 km dall'arrivo: c'è un grupo compatto, privo però di diversi corridori importanti, uno su tutti Mark Cavendish. Il velocista dell'Isola di Man è rimasto attardato e deve recuperare un minuto. Con lui, tra gli altri, Niki Terpstra, Fabio Sabatini, Mark Renshaw, Sacha Modolo, Tyler Farrar, Louis Meintjes, Kristian Sbaragli. Il margine tra gruppo dei battistrada ed inseguitori aumenterà chilometro dopo chilometro, anche perché la Tinkoff-Saxo, una volta realizzato di aver fatto fuori Cavendish, non se lo fa dire due volte di tirare alla morte. Siamo nel bel mezzo di una classica del Nord, altro che Porto Sant'Elpidio. Piove, si gela ed i gruppetti non si contano. Davanti c'è, tra gli altri, Luka Mezgec, che si ritira per il troppo freddo. Una ruota veloce in meno per Sagan. Ai -30 riparte Alessandro Vanotti, che guadagna una quindicina di secondi. Lo raggiunge presto il francese dell'AG2R La Mondiale Alexis Vuillermoz ed i due passano per la prima volta sul traguardo con 20" sul primo plotone. Il gruppo Cavendish nuota a 5'25" dalla testa della corsa. I due corridori con il cognome che inizia per v, Vanotti e Vuillermoz, proseguono nell'azione ed all'ultimo passaggio sul traguardo (-14.4 km) hanno sempre 20" sul plotone tirato dalla Tinkoff-Saxo. Il gruppo Cavendish è a 7'40". Il corridore dell'Isola di Man si ritira, e con lui altri quattro Etixx (Stybar, Terpstra, Sabatini e Renshaw).

Sagan su Ciolek: una vendetta sanremese
La vittoria di tappa si gioca davanti, la MTN tira la volata per quel Gerald Ciolek che nel 2013, in condizioni meteo disastrose, vinse la Milano-Sanremo proprio davanti ad un incredulo Peter Sagan. C'è ancora Vuillermoz da prendere, mentre Vanotti s'è rialzato: il francese resiste fino ai 3100 metri, poi è volata. Ristretta, ma è volata. Gli MTN hanno Ciolek come capitano, alla cui ruota s'incolla Sagan. Edvald Boasson Hagen lancia il compagno, che però è sorpassato da Sagan, autore di uno sprint lunghissimo. Lo slovacco urla di gioia, non capisce più niente, se non che il primo a tagliare il traguardo è lui. Alle spalle di Sagan troviamo Gerald Ciolek e Jens Debusschere, vincitore già a Cascina. Quarto posto per Magnus Cort Nielsen, piacevolissima sorpresa di inizio stagione, poi Maxi Richeze, Edvald Boasson Hagen, Nikias Arndt, Sam Bennett, Ramunas Navardauskas ed il kazako dell'Astana Alexey Lutsenko. I primi della classifica generale chiudono tutti nel primo plotone, gli altri che hanno lavorato, o che sono infreddoliti e bagnati (o tutt'e due), prendono diversi minuti. Il fu gruppo Cavendish chiude a 11'26" da Peter Sagan, con 140 atleti complessivamente che portano a termine la prova.

Nairo Quintana resta al comando della generale
La classifica generale resta invariata, con Nairo Quintana che guida in maglia azzurra su Bauke Mollema, a 39", e Rigoberto Urán, a 48". A 57" troviamo Thibaut Pinot, a 1'03" Alberto Contador, a 1'04" Adam Yates, a 1'06" Domenico Pozzovivo, a 1'07" Purito Rodríguez, a 1'12" Stephen Cummings, a 1'13" Wout Poels. Il leader della classifica a punti è Peter Sagan (32 punti per lo slovacco, 20 per Debusscher e 19 per Urán), il miglior scalatore è Carlos Quintero, il miglior giovane ancora Nairo Quintana, con 57" di vantaggio su Thibaut Pinot, 1'04" su Adam Yates e 6'41" sul nostro Davide Formolo.

Domani ultima crono, ma si pensa già alla Sanremo
Domani atto conclusivo della 50esima Tirreno-Adriatico, la classica cronometro di San Benedetto del Tronto: 10 km avanti e indietro che nel 2014 videro Adriano Malori essere più veloce di Fabian Cancellara (vincitore qui nel 2011 e 2012) di 6" e di Sir Bradley Wiggins di 11". Nel 2013 Malori dovette arrendersi, sempre per 6", a Tony Martin. Domani è il favorito numero uno, specialmente dopo la vittoria di Lido di Camaiore, considerando anche che Cancellara starà centellinando le energie in vista Sanremo. Nei giochi per la Classicissima rientra obbligatoriamente (ma ne era mai uscito?) anche Peter Sagan, oggi solidissimo e lucido. Ma, fatto più importante, vittorioso: proprio come nel 2013, quando il traguardo era lo stesso, il meteo anche, e Nibali se ne andò con l'allora compagno di squadra e Purito Rodríguez, vincendosi la Corsa dei Due Mari, buttando gambe all'aria due figuri ben noti: Chris Froome ed Alberto Contador.

Francesco Sulas



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