ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

"Tra segno e volume" mostra personale di Pieralberto Filppi

27/09/21

Nuova mostra d'arte del Maestro Pieralberto Filippi a Vedano al Lambro a cura di Emanuela Genovese. Nel giorno dell'inaugurazione è previsto anche un intervento critico di Alberto Moioli, dir. ed. Enciclopedia d'Arte Italiana.

Foto“TRA SEGNO E VOLUME”
Personale dell’artista Pieralberto Filippi
Dal 2 ottobre 2021 al 13 novembre 2021
A cura di Emanuela Genovese
Inaugurazione sabato 2 ottobre alle ore 18.00
Intervento critico a cura di Alberto Moioli
Ingresso in ottemperanza alle disposizioni sanitarie vigenti (greenpass / tampone)

DOMUS ART
Via IV Novembre angolo Via Tagliamento
VEDANO AL LAMBRO (MB)

La mostra “TRA SEGNO E VOLUME” che Domus Art, lo spazio immobiliare ed espositivo con sede a Vedano al Lambro, propone dal 2 ottobre al 13 novembre 2021, è una rassegna di dipinti e sculture dell’artista monzese Pieralberto Filippi, realizzati tra il 1994 al 2021. L’esposizione si propone di documentare l’intero percorso artistico di Filippi attraverso un ‘attenta selezione di opere pittoriche e plastiche, a partire dai celebri Monocromi blu, dipinti tra il 1994 e il 2005 , in cui è “fondamentale il ruolo del colore, con la dominanza iniziale di toni blu e bianchi e il graduale inserimento, entro campiture ben definite, di toni squillanti e antinaturalistici: rosso, verde, giallo e arancione “. Si prosegue con le tele delle serie dei Simboli e dei Progetti , appartenenti al periodo dal 2006 al 2013, che rappresentano la sintesi dei simboli più ricorrenti nei suoi dipinti, fino ad arrivare ai Teatrini che, insieme alle sculture in acciaio corten, sono l’espressione artistica più attuale del Maestro monzese. La mostra comprende inoltre una selezione altrettanto significativa delle sculture dell’artista, a testimonianza dell’evoluzione del suo linguaggio plastico: dalle forme morbide e sensuali dei bronzi, alle opere in marmo come Black frames o Butterfly, in cui “ la complementarietà dei due pieni regala il senso della dialogica fondativa che dall’unità passa al doppio di sé per poi ricomporsi idealmente in un unico corpo funzionale” , giungendo infine alle più recenti sculture di piccole dimensioni in lamiera colorata , testimonianze sublimi della poesia della forma che ha da sempre contraddistinto l’arte di Pieralberto Filippi.


NOTE BIOGRAFICHE E PERCORSO ARTISTICO DI PIERALBERTO FILIPPI

Pieralberto Filippi, nato a Monza nel 1944,musicista jazz, si avvicina alla pittura verso la fine degli anni ’60 frequentando il laboratorio d’arte dell’amico e pittore Attilio Carpanelli, in quegli anni luogo d’incontro di pittori e musicisti, da cui ha appreso le tecniche della pittura. Nasce spontanea una correlazione tra il saxofono e la tela, dapprima come grande passione, poi impegno dichiarato. Frequenta la Scuola d’arte Paolo Borsa di Monza, maturando libertà espressiva e linguaggio personale.
Verso la metà degli anni ’90 l’artista inizia ad elaborare in chiave pittorica una serie di appunti di carattere informale in cui la figura umana costituiva il principale movente: “ Tutto è cominciato con schizzi che nascevano spontanei, con la matita che andava da sola sul foglio senza un'idea precisa, fino a quando il disegno si delineava, prendeva forma e soprattutto volume che era l’aspetto che più mi interessava, assieme alla dinamicità della composizione.
Il risultato era quello di figure femminili stilizzate e assemblate in modo surreale, come colte in movimento nello spazio “.
Filippi raccoglie questi bozzetti e comincia a pensare di trasformarli in dipinti. Quando giunge alla decisione di dipingere sceglie di usare il blu come colore dominante e realizza i celebri Monocromi blu. “All’inizio usavo solo il blu ed il bianco per le luci. Col passare del tempo, all’inizio degli anni 2000, cominciai a inserire della campiture di toni squillanti ed antinaturalistici”.
“Forme plastiche semplici, sintetiche, ottenute con l’uso di pochi colori tra cui predomina il blu nelle sue varie tonalità, si dispongono sul piano con una precisa ritmica e modularità che, animata dal gioco sinuoso dei contorni e dal contrasto tra il soggetto e lo sfondo, rende tese e dinamiche le composizioni”.
L’assoluta originalità dei risultati e i riconoscimenti di amici e critici lo spingono a continuare il suo percorso artistico anche attraverso la sperimentazione della scultura :”Il volume era l’aspetto che più mi interessava e l’idea di realizzare un basso rilievo era ormai matura” . L’occasione si presenta nel 2001 al simposio “Ascoltando la pietra” al quale egli viene invitato. Alla fine del simposio decide di dedicarsi alla scultura e di continuare a fare esperimenti con vari materiali, legno, argilla e terre refrattarie.
Dal 2002 fino al 2006 Filippi partecipa a tutti simposi indetti nelle vicinanze, imparando a scolpire i più diversi materiali, dalle pietre arenarie come le pietre Berica e Molera, al marmo di Carrara fino al legno. Dal basso rilievo passa al tutto tondo e definisce una linea scultorea ispirandosi direttamente alle figure surreali dei suoi dipinti. Nel frattempo egli comincia a realizzare sculture di piccole dimensioni e a creare modelli in poliuretano pensando a future fusioni in bronzo. Nascono così veri capolavori quali “Minerva” e “Artemide” , poi vennero “Margaret”, “Thea” e finalmente “Diana” una fusione da 150 cm.
Abbandonata quasi del tutto la pittura, l’artista si concentra soprattutto sulla progettazione di sculture di grandi dimensioni, focalizzando la sua attenzione sulla creazione di opere leggere e dinamiche che esprimessero il senso del ritmo e la morbidezza delle forme che caratterizza la sua produzione pittorica .
“Le figure dei miei dipinti non erano mai risolte e adesso che cercavo di immaginarle nella loro interezza molto spesso le immaginavo come figure che si reggevano sulle punte quasi sospese nell’aria. Nei miei disegni, che normalmente rappresentavano figure tondeggianti, cominciarono a comparire gli spigoli (..). “Donna al Sole” fu uno dei primi modelli che realizzai, poi ne seguirono altri che trasformai in sculture di marmo “.
Le sculture di marmo, secondo Filippi, conservano l’idea surreale e la morbidezza delle forme, ma non soddisfano il desiderio di creare opere di grandi dimensioni. Da qui la necessità di trovare un materiale leggero, resistente e di facile reperibilità. L’idea venne durante una visita alla fondazione Maeght a Saint Paul de Vence mentre egli osserva l’istallazione di una scultura di Calder : la lamiera.
Filippi comincia così a realizzare modelli con equilibri precari così come aveva immaginato nei suoi disegni. Nasce così “Personaggi” , la scultura realizzata in acciaio corten , la prima di una lunga serie di opere che rappresentano il suo attuale linguaggio artistico.
Il percorso espositivo traccia un itinerario di continuità nazionale e internazionale e un particolare interesse all’opera pubblica e al posizionamento nel contesto urbano.
Nel 2011 è tra gli artisti invitati ad esporre in occasione della 54esima Biennale Internazionale d’Arte a Venezia – Padiglione Italia per il 150esimo dell’Unità d’Italia al Palazzo delle Esposizioni, Sala Nervi a Torino.



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