SALUTE e MEDICINA
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Un esercito di oltre 25000 italiani all’anno si cura i denti all’estero

16/06/11

E’ un vero esercito quello dei 25000 italiani che si rivolge a studi odontoiatrici dell’Europa dell’est e dei Balcani per rifare la propria dentatura.

Anche se non esiste una stima ufficiale, si ritiene comunque che ogni anno, un numero di italiani bisognosi di cure dentali che va dai 25000 ai 30000, si rivolgano a studi esteri per avere cure odontoiatriche in tempi assai ridotti e a prezzi veramente bassi rispetto a quelli praticati nel nostro paese. Le ragioni di queste migrazioni sono molteplici, ma nascono tutte dai prezzi delle prestazioni stesse. Tutti sappiamo che i prezzi in Italia sono più alti, e i motivi sono legati al costo del lavoro e alla tassazione dell’attività. Il costo del lavoro ovviamente all’estero è molto più basso, anche a parità di qualifica, e questo porta il nostro paese a non essere assolutamente competitivo. La tassazione incide moltissimo a seconda dei paesi. Ad esempio, contro una tassazione media del 46% in Italia, troviamo una tassazione del 10% in paesi come la Bulgaria, la Romania, la Serbia, la Macedonia e l’Albania. In questo quadro, si può facilmente capire che non c’è concorrenza tra l’Italia ed altre nazioni in cui si può gestire un’attività con costi più contenuti.
Questo ci fa anche capire che i prezzi più bassi che si trovano all’estero non sono dovuti ad un necessario taglio sulla qualità del servizio. Questo sarebbe vero se il tutto si fosse svolto nei confini dell’Italia. stato circoscritto all’Italia. Ma estendendo il raggio di azione ad altri paesi, allora è facile comprendere come si possono ottenere servizi di buona qualità spendendo molto meno. Non c’è da stupirsi se protesi dentali che in Europa Occidentale costano dai 2000 euro in su, si possono trovare nei paesi dell’est a meno di 600 euro. Inutile dire che ci rientra anche il viaggio con un soggiorno in hotel a 4 e 5 stelle, dotato di centro benessere e quant’altro.
Stiamo parlando di turismo sanitario odontoiatrico, ma i principi che animano il turismo estetico, cioè verso cliniche di chirurgia e ritocco estetico, sono esattamente gli stessi. Significa che la minore imposizione fiscale e il minor costo per la manodopera conducono alla stessa concentrazione di “turisti” anche in campo estetico.
Può sembrare inconsueto passeggiare per le città della Croazia, della Serbia o dell’Ungheria e trovare dei centri odontoiatrici molto più grandi rispetto a quelli italiani, con attrezzature modernissime, e con una organizzazione efficiente degna dei paesi più avanzati tecnologicamente. Ma attenzione! Non sono cattedrali nel deserto, ma hanno continui arrivi di clienti, le sale odontoiatriche sono utilizzate in modo abbastanza intensivo, e non restano certamente deserte. Questo tipo di servizio non risente assolutamente della crisi.
Sapete quale è la cosa che colpisce di più per coloro che si sottopongono a trattamenti odontoiatrici importanti come l’impianto di una nuova protesi fissa? E’ quella di sapere che la sera stessa, dopo aver completato l’impianto si può andare in qualche ristorante tipico a mangiare una bella bistecca o un piatto tradizionale senza riguardo alla consistenza e alla durezza del cibo.
Ultima considerazione: il fatto che il turismo sanitario non subisca alcun calo nonostante sia in voga da diversi anni, significa che non ci sono state lamentele e reclami tali da frenarlo. Questo è sicuramente un buon segno.

Federico Scatizzi



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