ARTE E CULTURA
Articolo

Un nuovo modo di interpretare gli ufo

23/06/09

Alessio Follieri, ricercatore e scrittore, in un suo articolo "dal BIg Bang agli Ufo", pone in esame un modo completamente nuovo e diverso con cui intepretare il fenomeno più misterioso degli ultimi decenni.

Il ricercatore e scrittore Alessio Follieri, in un articolo originale spiega una nuova ed entusiasmante intepretazione di uno dei fenomeni più discussi degli ultimi cinquanta anni: gli ufo. Attraversando fisica e cosmologia cerca con semplicità di far capire quale fondo si cela dietro il fenomeno ufo, sebbene ancora oggi oscilla nella sua credibilità, in realtà esso include nuovei potesi rivoluzionarie di cui lo stesso Follieri è divenuto autore e interprete.

Dal Big Bang agli Ufo.
Di Alessio Follieri.
In un mio articolo precedente “Ufo e logica”, ho posto in discussione diversi elementi, secondo i quali il fenomeno Ufo è profondamente diverso da quanto sostiene il senso comune.
Appare forse inconsueto associare questo fenomeno in uno degli eventi più importanti dell’universo come il Big Bang, molti possono interrogarsi: che c’entra l’esistenza di un intelligenza extraterrestre con il Big Bang? Questa domanda sarà subito chiarita, cercando di mantenere semplicità sulla fisica e cosmologia che in questi ultimi decenni hanno compiuto passi avanti notevoli sullo studio della struttura dell’universo e della materia, ed in verità con tali studi c’è molto d’attinente.
Il concetto di “viaggio” (che viaggio non è) nello spazio tempo (vedi Ufo e Logica di Alessio Follieri), ha portato alla conseguenza di analizzare la natura del fenomeno Ufo sotto un profilo diverso da quanto sostenuto: l’energia. Ovviamente il termine “energia” implica molte cose, è generico e può dire tutto o nulla su una determinata cosa che si intende descrivere, ma è su queste basi essenziali che la nascita dell’universo, la natura della materia, aiutano a capire molto dell’argomento trattato.
Definire il fenomeno Ufo come energia, in prima fase intende esporre la condizione secondo cui, questa intelligenza non è materia così come noi intendiamo, ed ancora, valutando numerosi fenomeni accaduti nelle svariate segnalazioni, fotografie e filmati, dal fenomeno ufo emerge che tale materia con cui sembrano manifestarsi è manipolata direttamente nelle manifestazioni: forme diverse, spostamenti istantanei da un punto all’altro dello spazio che implicano velocità superiori a quelle della luce, il cambiamento del proprio stato durante l’evento della manifestazione in diversi fenomeni. Sono tutti elementi ricorrenti negli avvistamenti.
Andare alla ricerca di un evento così lontano nel tempo come il Big Bang, implica definire un argomento correlato: la materia. La scienza fin dai suoi albori, ha portato in tappe successive a rilevare un protagonista nell’indagine dell’intelletto umano sulla natura portando alla concezione diffusa che tutto è materia. L’evoluzione della fisica ha concesso di produrre un aspetto filosofico estremamente importante, secondo il quale la materia intesa in tutto ciò che è nella sua natura, risulta legata profondamente al concetto di realtà in cui viviamo. Il mondo reale che viviamo quotidianamente è tale perché la materia si comporta in un determinato modo. Su queste basi lo studio sulla fisica della realtà è profondamente legato allo studio dell’universo su grande scala, poiché la scienza basandosi sul procedimento induttivo (criticato sotto alcuni aspetti dalla filosofia) ha sempre sotteso l’argomento secondo cui, se rilevo determinate condizioni qui in laboratorio, le stesse debbono valere dalla parte opposta dell’universo.
Nostro malgrado l’ultimo secolo è stato proficuo per le più grandi conquiste dell’intelletto umano nel campo della fisica, cosmologia e astrofisica, quindi per quanto concerne la conoscenza della materia su scala microscopica sino alla struttura complessiva dell’universo, tuttavia questi progressi hanno aggiunto nuovi enigmi, molti dei quali sono risultati profondi per l’apertura di concezioni del tutto nuove. Nel 1998 si è scoperto che la materia visibile, sia in termini di emissione luminosa che tramite tutte le radiazioni rilevabili costituisce solo il 5% dell’universo, questo implica sorprendentemente che ben il 95% dell’universo è totalmente sconosciuto, più semplicemente non si sa di cos’è fatto quasi tutto il cosmo. Si ipotizza che il 23% sarebbe composto di materia oscura, di natura sconosciuta, mentre il restante 72% sarebbe costituito di energia oscura, totalmente sconosciuta, nessuno sa cos’è.
I due passi più grandi della fisica moderna, sono costituiti da due orizzonti di studio opposti, la struttura “fondamentale” della materia e la possibile struttura dell’universo nel suo complesso.
Fin dagli antichi filosofi greci, si svilupparono idee riguardo la materia, il cui problema era costituito dall’enigma di come fosse la sua struttura. Per primi gli atomisti, sostennero che la materia avesse delle strutture fondamentali, ossia dividendola in pezzi sempre più microscopici si sarebbe arrivati alle unità fondamentali: gli atomi.
In tal senso l’idea dominante a riguardo, ha sempre sostenuto che la materia fosse formata da mattoni fondamentali, le unità essenziali formate nient’altro che da se stesse le quali messe assieme avrebbero formato tutto ciò che vediamo attorno a noi. Qualsiasi oggetto, qualsiasi sia la sua forma e il suo stato: solido, liquido o gassoso, era formato da atomi, quindi da granelli microscopici e invisibili ad occhio nudo, i quali aggregati in enormi quantità avrebbero formato tutto ciò che è in cielo e in terra.
La fisica del 900’ con uno sviluppo iniziato dal secolo precedente, ha scoperto in grandi balzi di forti innovazioni nel campo della tecnica di indagine fisica e teorica, che l’idea dell’atomo come unità fondamentale della materia era solo molto approssimativa e imprecisa.
Gli atomi esistono, ma tuttavia essi non sono le unità fondamentali, sono bensì costituiti da particelle ulteriormente più infinitesime: le particelle, quindi gli elettroni, i protoni e i neutroni. In seguito si è scoperto che nemmeno i protoni e i neutroni sono i costituenti fondamentali, essi sono costituiti da particelle ancor più microscopiche: i quark. I fisici si sono trovati al cospetto di una realtà fisica, che si svolge entro spazi infinitamente piccoli, miliardesimi, di miliardesimi, di miliardesimi di millimetro. Un millimetro è enorme rispetto alle scale di grandezza dei fenomeni sub atomici.
Tutte le scoperte teoriche e sperimentali, hanno accertato che la materia è tutt’altro da quanto l’uomo aveva sempre immaginato. Essa era tutt’altro che semplice, né conteneva alcunché di “fondamentale”. Per scoprire la sua struttura, invisibile anche ai più potenti microscopi, si sono sviluppate delle tecniche del tutto nuove, in grandi acceleratori, le particelle sono sollecitate ad energie elevatissime e fatte collidere fra di loro o contro un bersaglio, dove i grandi rilevatori cercano di rilevare i “pezzi” derivati da tali collisioni. Queste tecniche hanno permesso di studiare le particelle fondamentali e le forze interagenti tra di esse, giungendo all’attuale conclusione dell’esistenza di 4 forze fondamentali della natura: la nucleare forte e debole, che agiscono su scale atomiche infinitesime, l’elettromagnetica e la gravitazionale.
Grazie agli esperimenti nucleari e ad ingenti sforzi teorici, è stato possibile perseguire un quadro essenziale, anche se non definitivo della struttura naturale della realtà. Su scala atomica la realtà è comprensibile in virtù della Teoria Quantistica, o meglio della Meccanica Quantistica, la quale ha mutato radicalmente la concezione di cosa sia effettivamente la materia. Uno degli aspetti in grado di mutare radicalmente l’immagine che avevamo della materia, riguarda il fatto che la essa possiede una doppia natura: una corpuscolare l’altra ondulatoria. Questi due termini a primo impatto possono dirci poco, ma hanno un significato profondo e rivoluzionario. Le particelle elementari, che costituiscono gli atomi, possiedono una doppia natura, a volte si comportano come particelle discrete, qualcosa di simile ad un “pezzo” microscopico e infinitamente piccolo di materia, a volte si comportano come “onde immateriali”. Un onda non è un qualcosa di concreto, bensì è un onda immateriale che si propaga in tutto lo spazio e nella meccanica quantistica quest’onda è nota come onda di probabilità. Questo sconvolgimento sulla natura della materia ha portato a definire che essa possiede la caratteristica di essere indeterminabile. Quando si tratta di parlare di particelle sub atomiche, per noi è impossibile stabilire che una data particella si trova in un punto preciso dello spazio e si sta muovendo ad una data velocità. Qualsiasi cosa vediamo su grande scala, un pallone, un pianeta, un automobile, noi possiamo stabilire in linea di principio la sua posizione relativa a noi osservatori e a che velocità l’oggetto si muove.
Sarebbe naturale attenderci che la medesima cosa accada per le particelle che compongono i medesimi corpi che vediamo attorno a noi, ma invece le particelle hanno una doppia natura e sono esse stesse indeterminabili (noto come principio di indeterminazione di Heisenberg). Ciò vuol dire che se voglio conoscere con precisione la velocità con la quale una specifica particella si sta muovendo nello spazio, allora di essa non conosco più la sua posizione, sostanzialmente non posso sapere dov’è e tanto più voglio sapere con precisione la velocità, tanto più essa può trovarsi ovunque nello spazio. Viceversa se voglio sapere con precisione dov’è allora la velocità sarà tanto più indefinita, al punto che di un gruppo di particelle qualsiasi possiamo conoscere solo una probabilità in cui tale sistema si trova in un dato istante.
Questa è la rivoluzione concettuale più profonda e complessa della fisica e al tempo stesso ha cambiato totalmente la risposta alla domanda: cos’è la materia? Rispondere a questa domanda coinvolge direttamente la definizione di cos’è la realtà. A questo punto se le particelle possono essere immaginati come corpi solidi infinitesimi, allo stesso modo di come possono essere onde immateriali, viene da chiedersi com’è possibile vedere la materia così come vediamo sotto i nostri occhi o tocchiamo con le nostre mani? Esiste un'altra condizione particolare della materia, dovuta alla meccanica quantistica e al principio d’indeterminazione, tanto più una particella è confinata in uno spazio sempre più infinitesimo quanto più essa reagisce agitandosi. I nuclei degli atomi formati da protoni e neutroni sono tenuti insieme dalla forza nucleare forte, essa agisce su distanze microscopiche ma è straordinariamente potente. La nucleare forte confina le particelle nel nucleo atomico ed esse reagiscono muovendosi a velocità incredibili, i protoni reagiscono a questo confinamento muovendosi a migliaia di chilometri al secondo. Egualmente gli elettroni che formano le particelle esterne del nucleo atomico reagiscono al legame con il nucleo ruotando a velocità vorticose, esse sono talmente veloci da formare un guscio di energia attorno al nucleo, è tale guscio che ci offre l’idea di oggetto materiale solido. In verità la materia non è affatto solida così come abbiamo sempre pensato.
Ma c’è di più, decenni di esperimenti, per scoprire nuove particelle e osservando il comportamento della materia su scala microscopica, ha portato a vedere gli effetti più stupefacenti osservati dalla scienza moderna.
In migliaia di esperimenti si sono scoperte più di duecento tipi di particelle diverse, soltanto che gran parte di esse, esistono solo per pochi miliardesimi di secondo per poi decadere nuovamente formando protoni neutroni ed elettroni. Si è quindi scoperto che quasi ogni particella sollecitata ad alte energie può letteralmente trasformarsi in tutte le altre, per poi ritornare ad essere nuovamente le tre particelle essenziali che formano gli atomi della materia che osserviamo.
Uno degli effetti più spettacolari è quando le particelle, collidendo a velocità prossime a quelle della luce, si annichilano in energia pura, la quale porta alla formazione di altre particelle. Questo vuol dire essenzialmente che la materia non si rompe in “pezzi” più piccoli, ma si trasforma, è mutevole, ha una natura completamente diversa da quella che vediamo su scala di grandezza quotidiana.
Volendo quindi definire anche filosoficamente la natura della materia, essa non è fatta di pezzi solidi, né essi sono i fondamentali, ma piuttosto la sua struttura è puramente energia. La materia è formata da quanti di energia, le particelle. Per tal motivo lo stesso termine “particella” è improprio, giacché fa intendere che essa sia un qualcosa in senso di concretezza, mentre in realtà è solamente un unità di energia.
Persino il concetto di forza, a livello di realtà sub atomica, ne risulta completamente modificato. Le forze nucleari, interagiscono tra le particelle in modo completamente diverso da quanto si immagina, le particelle si scambiano tra di esse altre particelle in modo continuo come due pattinatori si lanciano continuamente un pallone l’uno con l’altro allontanandosi a vicenda. Per questo ogni forza può essere espressa allo stesso modo di una particella, perché le forze stesse possono essere sia ondulatorie sia corpuscolari, o meglio quanti di energia che le particelle stesse si trasmettono in continuazione dando luogo ai fenomeni sub atomici.
Vi sono infine altri due importanti fenomeni, che contribuiscono a sconvolgere ulteriormente l’immagine della materia, in particolar modo sul concetto di spazio.
E’ una percezione immediata della realtà che ci circonda considerare due oggetti distanti tra loro separati da uno spazio, ed è altresì verosimile secondo l’esperienza più comune che tanto più gli oggetti sono distanti tra di loro quanto più il grande spazio che li separa ne limita la comunicazione. Questo vuol dire che inversamente, tanto più due corpi sono vicini tanto più possono comunicare tramite delle forze, detto in modo semplice è quanto verifichiamo nella realtà quotidiana con un infinità di esempi possibili.
Anche questo paradigma è crollato nella realtà sub atomica, un fenomeno chiamato “entaglement” sebbene sia stato provato da diversi esperimenti, implica che due particelle a qualunque distanza siano poste, anche miliardi di anni luce, possono comunicare istantaneamente. Tutto ciò che accade alla particella A, avviene istantaneamente alla particella B correlata ad essa, qualunque sia la distanza che le separi. Questa caratteristica è stata provata negli ultimi 20 anni e tuttavia è uno dei grandi misteri della fisica tuttora al vaglio della ricerca, poiché per molti versi è ancora un mistero come tale correlazione possa avvenire, in particolar modo in una realtà dove la stessa relatività predice che nulla può viaggiare più veloce della luce. Com’è possibile quindi che particelle poste a distanze enormi riescano a comunicare istantaneamente? Inoltre, gli esperimenti ad alta energia, hanno dimostrato come la materia possiede una natura olistica. Questo vuol dire che nulla può essere considerato separato da tutto il resto, non è possibile isolare una particella o un gruppo di particelle, ma ogni sistema è relazionato a tutto il resto, nondimeno persino lo spazio vuoto risulta un idea non più sostenibile. Come scoprì teoricamente il grande fisico R.Feynman, la Meccanica Quantistica, implica che uno spazio non è vuoto, ma esistono continue fluttuazioni di particelle dette “virtuali”. Queste particelle diventano reali solo per brevissimi istanti, per poi ritornare ad essere virtuali, questo aspetto mostra di fatto che se una di esse riceve energia sufficiente da virtuale può arrivare ad essere perfettamente reale. Per questo quando c’è la trasformazione delle particelle ad energia pura, tale energia porta al generarsi di nuove particelle le quali poi si trasformano in quelle fondamentali che sembrano essere le particelle stabili della realtà in cui viviamo.
La famosa equazione di Einstein dove E = m c₂ vuol dire che l’energia è uguale alla massa di un corpo per il quadrato della velocità costante relativa della luce, che corrisponde a 300.000 km/sec, elevandoli al quadrato e moltiplicandoli anche per una massa di pochi grammi è possibile vedere quanta energia racchiudono pochissimi grammi di materia.
La medesima equazione comporta una condizione importante rilevabile anche nella struttura atomica della materia, che energia e massa di un corpo sono aspetti equivalenti.
A seguito di ciò si può definire anche un aspetto in senso filosofico della realtà e quindi della materia. La sintesi preposta, ci porta a considerare che due quark e un elettrone formano tutto ciò che vediamo in cielo e in terra. Ora viene da chiedersi: noi vediamo tante forme materiali diverse attorno a noi, com’è possibile che tutto sia formato solo da queste tre particelle? Semplicemente le molecole ed anche la materia che vediamo su grande scala ci appare di struttura diversa perché fra di esse c’è una variazione del suo numero atomico, questo vuol dire che ogni atomo può essere formato da un diverso numero di protoni, neutroni ed elettroni. La quantità di queste unità di energia implica la differenza di tutto ciò che vediamo attorno nel nostro mondo.
Come si è dedotto sin ora, la materia non è solida, la solidità è un aspetto speculare che emerge dalle energie in gioco, ciò perché la materia stessa non è formata da particelle materiali, o più semplicemente da pezzi fondamentali, ma da unità di energia infinitesima, la materia è sostanzialmente una forma di energia. I protoni, sono protoni in qualunque materia, ogni forma materiale con caratteristiche apparenti e strutturali diverse, deve il suo stato di diversità rispetto ad altre forme solo perché il suo stato di energia è diverso, ma è pur sempre la medesima energia di tutto l’universo. Questo concetto porta ad una mutazione fondamentale del significato della realtà. Tutto ciò che esiste non è altro che una diversa configurazione di una stessa energia fondamentale di base che costituisce il tutto.
A questo punto rientra l’importanza fondamentale del tutto, quindi dell’universo su grande scala. Mentre avvenivano i grandi sconvolgimenti della fisica atomica, si stava affermando una delle più grandi imprese intellettuali compiute da un solo uomo: Albert Einstein.
Einstein arrivò a formulare con la Teoria della relatività speciale o ristretta, e la Teoria della Relatività Generale, una descrizione fondamentale dell’universo su grande scala, e conseguentemente sulla natura fisica del mondo. Le sue idee fondamentali sconvolsero anch’esse le fondamenta dell’idea del mondo dell’epoca.
Mentre tutte queste innovazioni ricevevano la consacrazione del mondo accademico, si andava stabilendo una nuova teoria riguardo l’universo, con la scoperta dell’astrono Erdwin Hubble, che tutte le galassie si allontanavano l’una dall’altra. Questo dato sconvolgeva un altro cardine storico della cosmologia, poiché fino ad allora si conviveva comodamente con l’idea che l’universo fosse infinito nello spazio e nel tempo. Un oceano senza limite in cui infinitamente vi erano galassie separate da spazi abissali. Ora la scoperta di Hubble minava anche questo concetto fondamentale. Se tutte le galassie si allontanavano le une dalle altre, era logico presumere che un tempo tutto era concentrato in un unico punto, dal quale una gigantesca e immensa esplosione avrebbe generato il gigantesco universo in cui viviamo attualmente. Naturalmente ai primi tempi sia la scoperta di Hubble che la successiva teoria del Big Bang incontrarono molta resistenza, sembrava per certi versi folle immaginare un universo così grande con enormi quantità di materia concentrato in un sol punto fisico. Ancor più incredibile appariva l’idea che tutta la realtà in cui viviamo non era eterna, ma possedeva un principio, tutto è nato, tutto ha avuto luogo per mezzo di quell’evento primordiale.
Negli anni 60 Penzias e Wilson, due radioastronomi scoprirono una nuova radiazione, la quale permeava tutto lo spazio e sembrava provenire da ogni dove. La scoperta fu sensazionale perché quella che scoprirono i due radioastronomi era la radiazione cosmica di fondo, il residuo del “grande botto” da cui nacque l’universo circa 12-15 miliardi di anni fa. Successivamente nei recenti anni 90, la radiazione cosmica è stata mappata con grande precisione da satelliti lanciati oltre l’atmosfera terrestre, chiarendo molte questioni della cosmologia.
Il punto fondamentale per capire l’universo e quindi la realtà, è insito in due concetti: l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande. L’evoluzione di tutto il cosmo, ha affrontato due passaggi, vi era un tempo primordiale in cui tutto era concentrato in un singolo punto d’origine, poi dopo il grande “Bang” tempo spazio e materia si sono dilatati, portando all’universo attuale. C’è un passaggio dal piccolo al grande, quindi dalla meccanica quantistica alla grande scala relativistica. Tutto questo implica che le due teorie si debbono integrare, ma purtroppo entrambe su alcuni punti fondamentali sono inconciliabili. La relatività sino ad oggi ha spiegato abbastanza bene l’universo su grande scala, almeno come la Meccanica quantistica ha spiegato bene in mondo sub atomico, ma il problema è che stiamo parlando della stessa cosa, per cui entrambe le teorie si debbono integrare.
A questo scopo, dagli anni 70, ingenti sforzi teorici, con punti morti, poi con nuovi successi, allo scopo di unificare le due teorie, una è balzata alla ribalta del mondo accademico, la teoria delle stringhe e delle superstringhe.
Essa per conciliare Relatività e Meccanica Quantistica, ha sostanzialmente introdotto un quadro più completo del mondo sub atomico, dove ogni particella in realtà è composta da una stringa, ossia una corda con una sola dimensione, la lunghezza, la quale vibrando dà luogo ad una specifica particella. Se vibra in un modo è l’elettrone, se vibra in un altro è un quark e così via, l’universo non sarebbe altro che un insieme enorme di stringhe le quali vibrando formano tutte le particelle esistenti in natura. L’evoluzione della teoria delle superstringhe o M-teoria, porta alla conseguente concezione teorica dell’esistenza di undici dimensioni totali, la qual cosa implica che esistono altre dimensioni perfettamente coesistenti ma che non riusciamo a vedere. Esse non sono mai state rilevate nemmeno in esperimenti, e le stringhe sono talmente microscopiche che è impossibile rilevarle negli esperimenti ad alte energie, in questi anni si stanno elaborando dei metodi indiretti per trovare prove sulla M-teoria.
In questo senso la strada che porta alla realtà, percorre sentieri del tutto nuovi e insospettabili, al punto che si giunge alla concezione dell’esistenza di altre dimensioni coesistenti con quella in cui viviamo. Ritornando ora alla nascita dell’universo, sembra che esso si sia evoluto raffreddandosi dai primissimi istanti della sua esistenza.
Alla fisica è impossibile descrivere i primissimi istanti dell’universo, giacché esso si trovava in uno stato profondamente diverso dalla fisica conosciuta, ma c’è un punto interessante per il quale si manifesta questo limite. Tanto più la temperatura aumenta tanto più il tutto si unifica. Praticamente questo implica che nei primissimi istanti anche successivi al Big Bang, la temperatura era talmente elevata che tutto era praticamente unito in una medesima energia di fondo, le forze fondamentali e le particelle stesse non erano tali perché vi era un punto prossimo di temperatura infinita, densità infinita, dimensione nulla. E’ decisamente una condizione al di fuori di qualsiasi possibilità descrittiva della fisica.
Tuttavia è lecito ritenere un fatto: tempo, spazio e materia, si sono dilatati ed hanno preso una struttura specifica che è l’universo attuale, per mezzo del raffreddamento e della separazione di un'unica energia primordiale. Questo aspetto ha enormi implicazioni, in primo luogo perché offre all’universo una sua natura olistica, esso sebbene ci appare smisurato in fondo non è separato tra le sue parti, bensì come mostra la stessa natura sub atomica, è un tutto unico inseparabile, in secondo luogo le forze che rileviamo, le particelle che esistono, sono essenzialmente la manifestazione di una medesima entità.
Questo concetto di non separazione ci proietta all’interno dell’esistenza di un intelligenza olistica. Questo vuol dire che l’energia di fondo, può essere un entità intelligente, un entità vivente, ed essa ha capacità di controllo sulla materia, al punto da produrre il fenomeno ufo in tutte le sue manifestazioni. Esso andrebbe inteso più come un intelligenza che entra in relazione con noi, piuttosto che come civiltà vivente su un altro mondo che a trovato la via per giungere qui sulla Terra.
A questo punto l’idea in un certo senso può apparire folle, ma andrebbero mutate diverse concezioni fondamentali sul fenomeno e soprattutto sulla natura delle cose.
Il primo dato che ci invita a riflettere su una concezione di questo tipo, è proprio la manifestazione del fenomeno ufo. Possiamo dire che esso è visibile, ma non è manifesto nella totalità. Perché? Questo dato ha suggerito ai sostenitori dell’esistenza extraterrestre di produrre secondo la tipologia degli eventi, l’idea secondo cui c’è un progresso di manifestazioni per giungere ad un contatto finale tra l’umanità e tale civiltà. Allo stesso modo, l’assenza di un impatto di massa, ha condotto i critici a riguardo, a definire come tale fenomeno è in realtà una pura invenzione psicologica umana, dove questi fenomeni in realtà non avvengono e soprattutto sono difficilmente credibili.
In realtà né l’una, né l’altra considerazione possono essere le sole possibili. Ciò perché il fenomeno si mostra, ma in un modo ben specifico. Esso non è di massa, ha delle sue frequenze specifiche, vuole demandare un messaggio, anche solo visivamente. Mostrando delle caratteristiche specifiche, nella forma e nello spostamento, implica che tale intelligenza è in stretta relazione con la materia, la materia stessa è un energia manipolabile dall’entità manifesta.
E’ in questo senso che il fenomeno ufo ci proietta oltre un nuovo orizzonte, dal quale debbono emergere nuove considerazioni. Un limite fondamentale che abbiamo nel concepire un nuovo quadro della natura degli ufo è insito nel paradigma secondo cui “vita” e “intelligenza” debbono emergere necessariamente da un cervello, da una struttura di carne, da un corpo fisico. Questo è il paradigma secondo cui il parametro fondamentale di valutazione di vita non vita, intelligenza e non intelligenza sia esclusivamente medesimo a quanto osserviamo rispetto noi stessi. E’ molto affascinate l’affermazione del famoso astronomo del 900’, Sir Fred Hoyle, secondo il quale un intelligenza in grado di evolversi all’infinito giungerebbe ad essere immateriale fondendosi con le stesse leggi della natura.
Sebbene Hoyle ha avuto una brillante carriera, è stato uno degli scienziati più noti per le sue idee spesso audaci e temerarie, la sua considerazione andrebbe valutata attentamente. C’è un fatto che può esprimere una valutazione di questo tipo. Il fatto che l’umanità, si è sviluppata in un ambiente gravido di vita come la Terra, ed è essa stessa l’espressione di forme viventi quale noi siamo, ha portato pregiudizialmente il pensiero occidentale a definire una distinzione fondamentale tra “vita” e “non vita”. Una pianta è vita, noi siamo vita, un animale è vita, un batterio è vita, una pietra è “non vita”, la Luna è “non vita”, il Sole, sebbene i suoi processi sono indispensabili per stare al mondo, è comunque esso stesso “non vita”. C’è da sorprendersi però di un fatto che vita e non vita, sono entrambi atomi, di una medesima energia, parte fondamentale dell’origine del tutto. Questo vuol dire che l’espressione vita, è atomi, quindi particelle, quindi energia, almeno come lo è un pietra grezza e qualsiasi altra cosa di visibile in cielo e in terra. Il punto è l’Universo nel suo complesso è davvero “non vivo”? E’ una buona domanda, perché in esso dei processi rendono possibili una pietra come un essere umano. Una medesima energia che forma il tutto, mediante strutture è entrambe le cose assieme.
Questo è il punto fondamentale secondo cui “vita” e “intelligenza” non sono caratteristiche peculiari della razza umana o delle forme viventi specifiche di questo pianeta.
Questo non vuol dire che un pezzo di materia qualsiasi sia vivo nel senso comune, ma sia un unità di energia, ed è l’energia medesima dell’intero universo da dover essere considerata vita, e noi in tale contesto un espressione della vita. Vita e universo sarebbero quindi la medesima entità, dove tutta la realtà sarebbe un espressione di diversi livelli di vita.
Naturalmente a questo punto l’argomento porta considerazioni estremamente vaste che saranno affrontate in ulteriori articoli, tuttavia ciò che desta l’interesse, risiede nel concetto di manipolazione della materia e nella possibilità di spostamenti nello spazio e nel tempo istantanei.
Queste possibilità mostrate dal fenomeno ufo, coinvolgono una nuova concezione dei termini “vita” e “intelligenza” che saranno notevolmente ampliati nei prossimi articoli.



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