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Comunicato Stampa

Urbanizzazione e sostenibilità, Davide D’Arcangelo: fondamentale ripensare i centri urbani

L’innovazione potrebbe essere la chiave per ricalibrare la densità di popolazione nei centri urbani e contrastare il cambiamento climatico: Davide D’Arcangelo ci spiega come in un intervento al programma radiofonico “Io, Chiara e il green”

FotoOspite del programma radiofonico “Io, Chiara e il green”, Davide D’Arcangelo si è soffermato su come sfruttare l’innovazione per ripensare i centri urbani e ridistribuire meglio la popolazione così da contrastare il cambiamento climatico.

Davide D’Arcangelo: trasformare i centri urbani con l’innovazione per combattere il cambiamento climatico

Il cambiamento climatico si combatte anche attraverso un processo di urbanizzazione che possa essere più in sintonia con le funzioni residenziali e la sostenibilità ambientale. Attualmente, il 55% della popolazione mondiale è concentrata nei centri urbani, che occupano solo il 3% della superficie terrestre. In un’intervista andata in onda su “Io, Chiara e il green”, Davide D’Arcangelo propone di sfruttare l’innovazione come strumento per ridefinire le città e le abitudini delle persone, così da ripopolare i territori abbandonati e ridurre l’affollamento nei principali centri abitati. Pensando a come possa essere il futuro delle città, Davide D’Arcangelo ha ricordato Carlos Moreno, il quale “parlava delle città in 15 minuti, dove i servizi pubblici vengono ripensati in chiave digitale e la mobilità diventa anche non mobilità”. Quello che abbiamo davanti deve essere, insomma, “un futuro di sostenibilità” al quale si può arrivare solamente “capendo cosa serve accentrare nelle città e cosa può essere promosso al di fuori”. Trasformare i borghi in luoghi adatti alla terza età grazie ai servizi di telemedicina, potrebbe essere un esempio di come contribuire al decongestionamento dei centri urbani con l’innovazione.

Davide D’Arcangelo: gli esempi dal mondo, da Barcellona a New York

Nel mondo esistono già diversi casi di città che hanno avviato sperimentazioni nell’ambito dell’urbanizzazione con progetti consistenti nella realizzazione di spazi dedicati all’innovazione. Davide D’Arcangelo ne ha riportati alcuni. Sorge a Barcellona il “Distretto 22@”, un’area industriale degradata della città che è stata trasformata in un quartiere dedicato alla tecnologia e che è arrivato ad ospitare circa 7.000 aziende del settore, “con effetti positivi sia sulla riqualificazione che sull’occupazione”. Un altro esempio può essere quello della “Silicon Roundabout nella zona Est di Londra, conosciuta anche come Tech City, dove le imprese digitali hanno attratto talenti e rigenerato il quartiere”. A che punto si trova, invece, l’Italia? Mentre vengono avviati progetti paralleli pure in metropoli come New York e Amburgo, il nostro Paese sembra essere ancora indietro. “Con la nuova programmazione il PON Metro, finora limitato a finanziare la digitalizzazione delle 12 città metropolitane, sarà esteso anche alle città medie come i capoluoghi di provincia. Questo approccio alla digitalizzazione e al riutilizzo degli spazi nelle città potrebbe invertire il trend stimato dall’OCSE, come sta succedendo con il south working in alcune città americane”, ha evidenziato Davide D’Arcangelo, sottolineando i benefici che deriverebbero dall’estendere tale approccio a tutte “le principali città italiane”.



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