'Vale la pena investire in NGN se non c’è mercato?' Gap dell’Italia e costo del non fare secondo De Tommaso di ANFoV
Il 26 settembre a Bologna, nell’ambito del convegno organizzato da Lepida Spa sul tema “NGN & WIFI promossi dalla PA” il presidente di ANFoV, Achille de Tommaso ha lanciato una domanda provocatoria: “Vale la pena investire in NGN se non c’è mercato?”
Secondo Achille de Tommaso, presidente di ANFoV e CEO di Aquarius Logica, la crisi finanziaria ha portato a un deterioramento del quadro di bilancio degli operatori di telecomunicazioni, che rende ancora meno probabile un’accelerazione degli investimenti sulla NGN o l’ipotesi di un conferimento forzoso della rete in rame. I concorrenti di Telecom Italia sono in gran parte fermi, taluni anzi lamentano la scarsa risposta del mercato alle sperimentazioni in corso; stessa situazione per molti progetti regionali, fermi soprattutto per i tagli ai bilanci. Questo quadro porta facilmente a immaginare un futuro in cui solo le principali aree urbane del paese saranno gradualmente raggiunte dalla rete NGN, con l’Italia molto lontana dagli obiettivi di intonazione universalistica stabiliti dall’agenda digitale europea. Nello stesso tempo, le reti TLC, soprattutto quelle mobili, mostrano segni evidenti di sovraccarico di traffico dati, con conseguente minore efficienza nella qualità del servizio e nelle prestazioni. Ma De Tommaso ha posto anche il problema se le aziende italiane siano realmente pronte a gestire l’innovazione digitale. La risposta di De Tommaso è che, soprattutto le PMI hanno la propensione a considerare gli investimenti in innovazione digitale un costo, e non una opportunità. Quali le proposte in questo scenario? Secondo De Tommas occorre analizzare i costi-benefici degli investimenti necessari, inclusi i costi del “non fare”, ciò sarà oggetto di uno studio promosso dall’Osservatorio sui “Costi del Non Fare”, fondato dall’Università Bocconi, che da tempo si occupa di quantificare i mancati benefici della realizzazione di infrastrutture strategiche.
Alla domanda, invece, “Che fare nel frattempo?” il presidente ha richiamato l’azione di ANFoV, che da anni analizza le opzioni per la costruzione delle reti e che è coinvolta nella definizione di un modello di catasto delle infrastrutture a livello nazionale. Tale modello si prefigge di consentire il riutilizzo, totale o parziale, di cavidotti esistenti, con evidenti risparmi sui costi di realizzazione.
L’originalità del catasto proposto da ANFoV, rispetto ad altre esperienze locali richiamate nel corso del convegno, è soprattutto la sua dimensione nazionale e la sua concezione di strumento gestito e reso operativo da AGCOM. De Tommaso ha anche ricordato che il tema “NGN e Neutralità della rete” sarà oggetto di un osservatorio ANFoV il prossimo 20 ottobre a SMAU.
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere