Vincent Gallo miglior attore a Venezia.
La 67a Mostra del Cinema di Venezia assegna all'attore Vincent Gallo la Coppa Volpi per la migior interpretazione maschile
Nell’ambiente dei giornalisti, critici e addetti ai lavori della Mostra del Cinema a Venezia, circolava già la voce che, per la miglior interpretazione maschile, avrebbe vinto Vincent Gallo presente al Lido con due film in concorso.
Il suo Promises written in water (“75 minuti di scene in bianco e nero la cui unica ragione sembra essere la negazione di ogni regola cinematografica condivisa” scrive Paolo Mereghetti) che lo vede regista e interprete ed Essential killing di Jerzy Skolimowski.
In effetti la Coppa Volpi l’ha conquistata proprio lui come miglior attore.
Gallo in vena di eccentricità non ha ritirato personalmente il premio, nonostante Skolimowski salito sul palco in sua vece, lo abbia invitato più volte ad unirsi a lui, pensando che fosse nei pressi della sala o addirittura in sala mimetizzato.
Lo stravagante attore che ricordiamo oltre che attore e regista è anche musicista, pittore e modello, sfoggia un solido background indy, ruoli in Quei bravi ragazzi di Scorsese e Fratelli di Abel Ferrara e quattro pellicole da regista, due cortometraggi, l’opera prima del 1998 Buffalo ’66 che lo vede anche interprete accanto a Christina Ricci e appunto Promises written in water film indipendente selezionato quest’anno per la Mostra.
In Essential Killing (Delitti essenziali) Gallo interpreta il difficile e intenso ruolo di un afgano che non proferisce parola, è sordo a causa di un’esplosione. Viene catturato e portato in un centro di detenzione europea (forse in Ucraina), praticamente una prigione, come sospetto terrorista, ma durante il trasferimento riesce a fuggire, poi trovandosi braccato dai soldati e dai cani, in un luogo inesplorato, freddo, coperto di neve, e disagevole potrà contare solo sul suo istinto di sopravvivenza. Sfiderà violenza umana e ostilità naturali.
Ironia della sorte, il premio gli viene assegnato alla Mostra di Venezia, proprio l’11 Settembre, anniversario della strage alle Torri Gemelle. E Vincent Gallo gioca a fare il “latitante” anche nel giorno del premio. Aveva già disertato tutti gli incontri pubblici per le presentazioni dei suoi due film, nonostante durante al Lido lo si sia visto, defilato, chiacchierare e guardare film nelle varie sale.
Forse era già venuto a Venezia con l’intento, dichiarato, di non farsi notare. Certo è che Vincent Gallo, con la sua assenza, ha fatto più rumore di tutti gli altri.
L’attore è nato a Buffalo l’11 aprile 1962 e, negli anni ’80, ha lavorato come artista figurativo a New York, si è esibito in un duo rap ed ha suonato in una band chiamata “Bohack”. Verso la fine degli anni novanta ha suonato nel gruppo rock “Bunny”, che ha anche pubblicato alcuni lavori.
Tra i film da interpretati da Vincent, oltre a quelli già citati, ricodiamo:
Keep It for Yourself, US Go Home, Nénette e Boni, Trouble Every Day e Mangiata viva tutti con la regia di Claire Denis, Il valzer del pesce freccia di Emir Kusturica nel 1992, La casa degli spiriti di Bille August (1993), La famiglia Perez per la regia di Mira Nair nel 1995, Viaggio senza ritorno diretto da Kiefer Sutherland (1997), Gli indesiderabili, del nostro regista Pasquale Scimeca nel 2003, Segreti di famiglia di Francis Ford Coppola (2009).
Personaggio stravagante, ribelle e anticonformista di natura, con una forte personalità, lascia ampio spazio alla provocazione. Gli riescono bene i ruoli dove il narcisismo esplode, il cinema ha una cifra stilistica underground oppure è indipendente.
Il gusto personale di Gallo è il ribaltamento dei codici narrativi, la fotografia irrealistica, l’arditezza dei dialoghi. Molto apprezzato dagli autori cinematografici sempre alla ricerca di nuovi linguaggi.