GASTRONOMIA
Comunicato Stampa

Vino a tempo di rock e vini all'incanto

28/10/10

Il numero di novembre della storica rivista LA CUCINA ITALIANA dedica all’argomento vino due approfondimenti : nella rubrica Cultura&Padelle un ampio servizio sui tanti personaggi famosi che sono anche produttori di vino: da Gianna Nannini a Stefania Sandrelli, da Ornella Muti ad Adriano Celentano, da Sting a Lucio Dalla fino a Christophe Lambert. Sempre, come ci dice l’autore Nicola Oineo, con l’aiuto di esperti e altrettanto celebri enologi.

Da pag. 144 - 145
“Ci si chiede che cosa cerchino artisti e modelle di tutto il mondo nel vino. Certo c’è anche il business: abbinare un nome notissimo a un prodotto sempreverde, anzi semprerosso (o bianco) che rende bene: si pensi ai Supertuscans. Però forse ha ragione un musicologo italo-olandese, Pietro Del Bosco, il quale sostiene che il vino è così radicato nella nostra cultura che potremmo forse abiurare la nostra religione ma non rinnegare la bevanda cara a Dioniso”.

Sempre nel numero di novembre, Paolo Becarelli nela rubrica Beviamoci Sopra si occupa di vini da collezione e descrive la tendenza sempre più di moda di acquistare grandi etichette all’incanto.

Da pag. 150
“Premier e grand cru francesi, Champagne, grandi rossi italiani. Oggi le bottiglie più preziose si acquistano all’asta e si conservano in cantina, aspettando che salgano di valore, come azioni di Borsa. E comunque, mal che vada, si possono sempre stappare”.

Collezionare vino diventa, quindi un vero affare sia per il portafoglio che per il palato.

Da pag. 150
"I grandi cru si lasciano in cantina e dopo pochi anni potrebbero aver quadruplicato il valore. È successo con il toscano “Masseto” del 1998 (100% merlot) della Tenuta dell’Ornellaia che in 10 anni è salito di prezzo di quasi il 450%. O con il bordolese Château Petrus: l’annata 2005 si comprava all’asta nel dicembre 2009 con 1800 euro, ma quest’anno, in aprile, per acquistarla si dovevano tirare fuori già 2500 euro: quasi il 40% in più! E mal che va- da, se l’investimento non è stato redditizio, si può sempre stappare la bottiglia e apprezzare il piacere di un vino eccezionale. Ma succede spesso che investimento e piacere viaggino su binari paralleli”.



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