Adriana Mirafiori, Recensione a Roberto Pasanisi, ''Gli angeli'', Edizioni Ripostes
"Gli angeli è un romanzo metafisico sulla modernità: varie storie si intrecciano e si intersecano emblematiche e parallele intorno all’Io narrante, costruzioni simbolistiche di un fluire ininterrotto che è onirico e musicale, poetico e lirico insieme, sul filo squisito dell’immaginazione e della follia. I tempi e i luoghi della narrazione, situati su piani diversi, innescano un complesso giuoco di richiami e di nietzscheiani 'ritorni', di parallelismi e dissonanze, di algide armonie e di misteriose simmetrie: le storie degli eroi del West, da Geronimo a Billy the Kid, o di romantici cavalieri post-moderni alla Humphrey Bogart, sono rielaborate nella prospettiva leggendaria di una moderna mitologia neo-romantica, trasognati e struggenti mitemi al cuore della modernità"
Roberto Pasanisi, "Gli angeli", Salerno, Edizioni Ripostes, 2004 (pp. 112; € 10)
Al n. 41 della collana Biblioteca dell’editore Ripostes, che ospita le opere di Alfonso Gatto, esce il primo, fulminante romanzo del giovane scrittore napoletano, illustrato in copertina da un’opera elettronica dell’autore, "Scintillamenti".
Roberto Pasanisi, italianista, scrittore, editore e psicoterapeuta, è nato a Napoli nel 1962. Docente universitario di Lingua e letteratura italiana in Italia e all’estero, è direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (del quale dirige anche le Edizioni omonime ed il Corso di Scrittura Creativa), della rivista “Nuove Lettere” e del CISAT (Centro Italiano Studî Arte-Terapia, dove è analista didatta, direttore dei corsi di Formazione e del “Giornale Italiano di Arteterapia”). Ha pubblicato tre raccolte di versi (la più recente è "Sulla rotta di Magellano", Napoli, Edizioni dell'Istituto Italiano di Cultura di Napoli, 1996; prefato da Giorgio Barberi Squarotti), due volumi saggistici (l’ultimo "Le «muse bendate»: la poesia del Novecento contro la modernità", Pisa-Roma, I.E.P.I., 2000) e circa trecento articoli in riviste specializzate italiane e straniere. Si occupa principalmente di metricologia (nell’àmbito della quale ha ideato la 'metroanalisi') e di psicologia della letteratura e, come autori, di Lorenzo Spirito Gualtieri, del D’Annunzio del Poema Paradisiaco, di poeti italiani del Novecento (Caproni e Pasolini specialmente), di Mallarmé. Suoi racconti sono usciti in riviste letterarie e quotidiani.
"Gli angeli" è un romanzo metafisico sulla modernità: varie storie si intrecciano e si intersecano emblematiche e parallele intorno all’Io narrante, costruzioni simbolistiche di un fluire ininterrotto che è onirico e musicale, poetico e lirico insieme, sul filo squisito dell’immaginazione e della follia. I tempi e i luoghi della narrazione, situati su piani diversi, innescano un complesso giuoco di richiami e di nietzscheiani 'ritorni', di parallelismi e dissonanze, di algide armonie e di misteriose simmetrie: le storie degli eroi del West, da Geronimo a Billy the Kid, o di romantici cavalieri post-moderni alla Humphrey Bogart, sono rielaborate nella prospettiva leggendaria di una moderna mitologia neo-romantica, trasognati e struggenti mitemi al cuore della modernità.
Sei sono i nuclei tematici principali che possono essere individuati nel ribollente magma narrativo del romanzo, intorno ai quali si aggrumano tutti gli altri: il contrasto manniano fra vita borghese e senso dell’arte scoperto come definitivamente incolmabile; il mito dannunziano della bellezza; il rapporto fra l’uomo e quel luogo tipico della modernità che è la città; la scelta dell’attraversamento della volgarità e dell’orrore della società moderna (in quanto l’artista, appunto, deve attraversarne fino in fondo l’inferno, e farsene lucido testimone); la critica intellettuale e filosofica, di ascendenza pasoliniana e francofortese, della volgarità del mercificatorio mondo governato dal capitale; e il corollario eliotiano che ne deriva, l’impossibilità ivi perpetuantesi dell’amore, ridotto a puro sesso dopo che si è inaridita ogni trepidazione sentimentale.
Il tema dell’angelo – benjaminiano e jimeneziano – è tutt’uno con quello – neoplatonico – della donna-amore, della donna-bellezza e della donna-angelo – ovvero della sua capacità salvifica –, la cui vicenda si snoda – fra sogni e visioni – sulle tracce della storia tragica e generosa dell’Olandese di Strindberg (che riprende e rielabora la vicenda, già wagneriana, dell’Olandese volante): l’Io narrante cerca eroicamente, come l’antico Edipo, la ‘conoscenza di sé’ e la redenzione psicologica dalla ‘colpa’ in una figura di ‘donna salvifica’, intravista e poi inseguita attraverso i meandri – emblemi della modernità – di una banca e di un night.
Gli angeli alternano, in una Mischung suggestiva e poetica, parti narrative a parti saggistiche, che trascolorano visionariamente e per nessi associativi l’una nell’altra. La lingua si sviluppa sinfonicamente – ma per moderne, dodecafoniche dissonanze – a partire dai modelli classici della grande tradizione latina e italiana fino a Manzoni, attraverso un periodare ampio e ipotattico in cui la subordinazione sintattica della frase è il ‘correlativo oggettivo’ della discesa nell’inconscio dell’angelo, ovvero quel tragico viaggio dentro se stessi che è l’edipica, eroica meta dell’Io narrante: è un Italiano di alto profilo, dunque, consapevolmente opposto alla ‘lingua di plastica’ (come è stata chiamata) dei giornali e della televisione, ma anche della maggior parte della narrativa contemporanea – piuttosto ‘para-letteratura’ (come direbbero i Francesi) che letteratura.
Come dice nella Prefazione Romolo Runcini, professore di Sociologia della letteratura all’Università di Napoli “L’Orientale”, "Dietro questa favola di svagate e crudeli avventure individuali avvertiamo però letture ponderose di opere fondamentali di filosofi e sociologi determinati alla critica dell’esistente – l’importante Scuola di Francoforte, con Adorno, Horkheimer, Marcuse – i quali di fronte all’emergere della società del tutto intrinseca al sistema industriale omogeneizzante e consumista, nel sempre più rapido sviluppo della Tecnica, negli apparati statali dittatoriali (Italia fascista, Germania nazista, Russia sovietica) – avevano intuito e descritto la fine dell’uomo come soggetto responsabile e il suo progressivo modellarsi «a una dimensione». La crisi, o piuttosto la catastrofe dello spazio vitale dell’individuo era il nefasto risultato, per quei ‘cavalieri della paura’, di questo uniforme allinearsi alla definitiva capitolazione del pensiero e della fantasia.
Di qui la ricerca di Pasanisi di un punto di rottura delle barriere imposte alla libera scelta dell’esistere, individuato nel viaggio di una favola tormentata e felice verso gli spazi aperti dell’immaginazione. Così la storia di questi Angeli adolescenti, tutta pervasa da una scrittura onirica, abbagliata dalla velocità delle sequenze e dal rapido fluire delle immagini, manifesta a ritroso la volontà di mantenere viva la memoria di sé, di conservare il ricordo della propria individualità attiva e indipendente; ma lo fa con un linguaggio fortemente moderno e insinuante come quello proposto dal montaggio cinematografico e dalle cesure televisive che, frammentando il discorso narrativo in folgoranti o delicate suggestioni iconiche, coinvolgono il lettore / spettatore a partecipare più intensamente all’avventura estetica del nostro tempo".
Adriana Mirafiori
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