Adulteri, fughe e approdi
Mimmo Bari con “L’amico tradito” ci regala un romanzo dal sapore sveviano
Gabriele Salvatores con Mediterraneo e Puerto Escondido ha tracciato le coordinate di una personale poetica basata che molti hanno definito come “elogio della fuga”.
Anche Mimmo Bari, l’autore di L’amico Tradito, cronistoria di un adulterio che costringe il protagonista ad abbandonare una vita comoda ma routinaria, e a lasciare per sempre tutte le sue insicure certezze, racconta una fuga.
Quella di Alfredo Mantovani. Una moglie che non ama più come prima, un figlio piccolo con il quale non ha ancora costruito un rapporto paterno, un lavoro che detesta. E, dulcis in fundo, un amico fraterno che, però, tradisce. Facendo sesso con la di lui moglie.
Scoperto, Alfredo si trova davanti ad un bivio: accettare di confrontarsi con tutti coloro che ha deluso oppure lasciarli per sempre, fuggendo.
Edito da Bibliotheka Edizioni, “L’amico tradito” è un romanzo che colpisce al cuore. Cinicamente crudele, ricco di personaggi chiaroscurali, pervaso da una sottile malinconia, riesce a cogliere i dettagli più minuti e gli smarrimenti più abissali di un gruppo di esseri umani intrappolati in quel microcosmo di solitudine e incomunicabilità che chiamiamo vita.