Al via la campagna di raccolta firme per la nuova legge sulla formazione professionale
Formaveneto, realtà che coordina i maggiori enti formativi del Veneto, ha presentato lo scorso novembre una proposta di legge regionale per regolamentare il sistema di istruzione e di formazione professionale in Veneto.
«Il nostro sistema di istruzione e formazione professionale (IeFP) è
indicato a livello nazionale e comunitario come modello eccellente: è un paradosso che il quadro regionale normativo di riferimento sia fermo al 1990». È quanto lamentano a una sola voce tutti gli enti formativi riuniti in Forma Veneto - l’85% delle realtà attive nel territorio regionale (EnAIP, Veneto, Cnos-Fap Veneto, Ficiap Veneto, Cif Opere assistenziali, Ciofs Fp Veneto, Dieffe, Irigem) - che oggi hanno presentato pubblicamente a Padova la propria proposta di legge regionale su iniziativa popolare: una legge richiesta e attesa da oltre cinque anni dalla Regione Veneto e mai arrivata.
«Da tempo il quadro normativo regionale di riferimento non risponde più alle mutate esigenze del mondo economico-produttivo. Nel frattempo è anche cambiato profondamente il nostro sistema di istruzione nazionale insieme alla normativa europea: non c’è più un allineamento tra quanto normato dallo Stato e dalla Comunità europea e quanto dalla nostra Regione». Così il presidente di FormaVeneto Renato Meggiolaro, che aggiunge: «Questa proposta potrebbe riconsegnare alla Regione il ruolo di apripista rispetto all’evoluzione del sistema e all’effettiva introduzione nel Paese del sistema duale, leva importante per sostenere l’occupazione giovanile e al tempo stesso la capacità competitiva del tessuto produttivo veneto. È un invito alla Regione a recuperare il tempo perduto e a farsi “capofila” delle regioni del Nord su questa tematica».
Il Veneto ha avuto un ruolo fondamentale nell’ispirare la legge 845 del 1978 (“Legge-quadro in materia di formazione professionale"), come nello strutturare sul territorio i centri di formazione professionale e la legge regionale 10/1990, che è stata per molto tempo una delle migliori, o ancora nel configurare il nuovo assetto del sistema educativo di istruzione e formazione professionale, dimostrando allora una forte capacità di incidere sulla configurazione e approvazione della legge delega 53/2003 (“Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia”) e dei relativi decreti legislativi del 2005. «Era tra le teste di ponte e ora si trova tra le regioni che ancora non hanno messo a regime il sistema» commenta Antonino Ziglio, amministratore delegato di Enaip nazionale, che alla stesura del testo della proposta legislativa ha collaborato facendo parte, insieme a Maria Grazia Nardiello già dirigente del Miur, del gruppo di lavoro guidato da Giulio Salerno, docente di diritto pubblico dell’Università di Macerata. «Vogliamo dare un contributo importante ed essere di stimolo e sollecitazione alla Regione: faccia uno sforzo ultimo a sostegno del sistema in questa fase di fine legislatura». «I nostri percorsi di formazione professionale riducono in misura significativa la dispersione scolastica (10-11%) e registrano di per sé bassi tassi di abbandono – ricorda Ziglio –: in linea con quanto rilevato anche dall’Unione Europea, che ne riconosce il merito sottolineando una tendenziale diminuzione del fenomeno dell’abbandono scolastico proprio nei Paesi in cui il sistema duale di alternanza scuola lavoro è meglio applicato».
Due i capisaldi della proposta di legge: programmazione pluriennale del sistema della formazione professionale - almeno con respiro triennale -, superando il meccanismo del bando annuale, e poi certezza dei finanziamenti. «Perché il sistema è quasi arrivato all’asfissia» sottolinea con preoccupazione ancora il presidente Meggiolaro, che – riconoscendo l’impegno da parte della Regione pur nella generale situazione faticosa -, ha annunciato all’assemblea l’impegno della Regione ad erogare uno stanziamento che dovrebbe arrivare prima di Natale: «Significativo ed indispensabile, seppure non ai livelli attesi, per far proseguire le nostre attività». Un nodo, quello delle risorse e dei ritardi di pagamento regionali, che nella situazione di crisi di questi ultimi anni ha accentuato le difficoltà vissute dal sistema, aggravate oggi dal profilarsi all’orizzonte di ulteriori possibili tagli.
I percorsi triennali di Istruzione e formazione professionale portano all’adempimento dell’obbligo di istruzione e all’assolvimento del diritto/dovere all’istruzione e formazione entro il 18° anno di età. «Un servizio essenziale pubblico che dovrebbe essere di competenza regionale e che invece ogni anno deve confrontarsi con bandi, ed è soggetta alla discrezionalità delle scelte» spiega don Enrico Peretti, responsabile di CNOS FAP Veneto, nonché vicepresidente di Forma:«Per molti ragazzi e per molte famiglie è l’ultima risorsa, perché è una scuola che aiuta i giovani meno portati per uno studio teorico a sviluppare quella che noi chiamiamo “l’intelligenza delle mani”, consentendo loro di raggiungere un successo formativo».
Oltre 16.500 ragazzi (sui 19.000 complessivi iscritti ai corsi IeFP del Veneto)frequentano oggi i quasi 800 corsi proposti da FormaVeneto nei numerosi centri presenti capillarmente sul nostro territorio:«Il 70% di loro trova lavoro entro il primo anno dal conseguimento della qualifica triennale, in settori e con mansioni per il 65% sono pienamente coerenti con i loro percorsi di studi» evidenzia Giorgio Sbrissa, vicepresidente di Forma Veneto e amministratore delegato di Enai Veneto:«Molto spesso sono i nostri ragazzi a portare innovazione di prodotto e di processo in tante delle nostre imprese, soprattutto del manifatturiero: sono le imprese stesse a riconoscerlo. E c’è di più, molti di loro avviano poi una propria attività imprenditoriale». «Sono passati ormai ventiquattro anni dalla promulgazione della legge regionale precedente, che era una delle migliori leggi regionali:nel frattempo è cambiato profondamente il nostro sistema di istruzione nazionale ma anche la comunità è cambiata: non c’è più un allineamento tra quanto normato dallo Stato e dalla Comunità europea e quanto normato dalla nostra Regione per questo che è un servizio pubblico».
Ora il via alla raccolta delle firme a sostegno della proposta. Dovranno essere 7000, entro sei mesi,per consentirne il suo deposito e l’avvio dell’iter, per poi approdare in Consiglio regionale per la discussione:ma l’obiettivo fissato dagli enti è di poterne alla fine contare almeno 10.000. Obbiettivo rispetto al quale risulterà indispensabile l’appoggio in primis delle famiglie degli allievi che frequentano i centri.
Da Forma Veneto non mancherà anche la richiesta di sostegno e di impegno ai candidati politici alle prossime elezioni regionali.
Tratto da: comunicato stampa di FormaVeneto del 25/11/2014
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