EDITORIA
Comunicato Stampa

Ali Agca, in un libro la sua verità sull'attentato a Papa Giovanni Paolo II. Disponibile su SanPaolostore.it

25/03/13

Trent'anni di bugie, false piste e processi sbagliati. Da quel fatidico e tragico 13 maggio 1981 quando in piazza San Pietro, tra un mare di folla, papa Wojtyla fu gravemente ferito. Perché e chi armò la mano di Agca, il suo attentatore? Chi lo mandò a Roma col preciso incarico di uccidere "il capo dei cristiani"? Per la prima volta è lo stesso Agca a divulgare il vero motivo dell'attentato e il contenuto del colloquio con il papa quando Wojtyla lo andò a trovare in carcere perdonandolo per quello che aveva fatto. Tutto il mondo ne parlò ma finora quel dialogo è sempre rimasto segreto.

13 maggio 1981, ore 17.17

Giovanni Paolo II fa il suo ingresso in San Pietro. La piazza è gremita, la folla lo acclama. Il Santo Padre, a bordo della “papamobile”, sorride, benedice. Tra le teste dei fedeli spunta una pistola. Esplode due colpi. Ferisce il Santo Padre all’addome e alla mano. La veste bianca si colora di rosso. Il killer, Mehmet Ali Agca, militante dei Lupi Grigi, tenta la fuga. Viene fermato con prontezza. Wojtyla è soccorso, trasportato al Policlinico Gemelli, sottoposto a oltre cinque ore di intervento. Si salva. Due anni dopo, il 27 dicembre 1983, si reca nel carcere di Rebibbia per incontrare il suo assalitore. A trent’anni distanza, Agca dà la sua versione dei fatti nel libro "Mi avevano promesso il Paradiso.La mia vita e la verità sull'attentato al Papa". L’ennesima.
La trovate su Sanpaolostore.it.



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