Alitalia comprata dalla C.A.I. a prezzi di saldo
La decisione assunta rapidamente.
LA C.A.I. AI SALDI DI AUTUNNO COMPRA L’ALITALIA.
di: Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco
Era soddisfatto il Commissario Fantozzi, il manager nominato dal Governo per liquidare l’Alitalia, l’altro giorno quando annunciava la fine della estenuante trattativa con la quale il Governo cedeva alla C.A.I. la gloriosa e decaduta Compagnia di bandiera italiana.
La trattativa, svoltasi con la mediazione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta, consentirà alla C.A.I. di partire con i voli il Primo Dicembre, per rispettare l’impegno con l’Autorità di Volo, che non poteva più reggere il gioco all’Alitalia, di volare senza essere più una società aerea.
Alla fine di questa trattativa si sono conosciuti i termini reali della vendita dell’Alitalia, che confermano le nostre previsioni: questa vicenda rappresenta una perdita enorme per le casse dello Stato.
La somma definitiva che gli imprenditori dovranno pagare sarà di 1miliardo e 52 milioni di euro, molto inferiore di quanto ci si aspettasse. La C.A.I. pagherà subito 100 milioni di euro, altri 327 potrà pagarli entro sei mesi, mentre si dovrà accollare 625 milioni di euro di debiti che nel frattempo aveva accumulato la vecchia società.
Come si vede, le condizioni sono particolarmente vantaggiose, perché i debiti che devono essere pagati dalla nuova Società sono quelli contratti da Alitalia con i fornitori di carburanti, con gli aeroporti per le spese di gestione, per tasse e contributi che nel frattempo la vecchia Compagnia non aveva potuto pagare. Tutte spese contrattabili e che si possono pagare a rate. Infatti, i debitori sono ben contenti di aiutare coloro che pagheranno quello che loro stessi pensavano di avere definitivamente perduto.
I 100 milioni erano indispensabili da versare subito, perché il Commissario Fantozzi non aveva in cassa i soldi per avviare le pratiche di mobilità, ne tanto meno poteva pagare stipendi e tredicesime ai dipendenti.
Restano i 327 milioni di euro che saranno pagati dagli imprenditori privati alla vecchia compagnia, questi ultimi serviranno ad estinguere il prestito di 300 milioni che l’Alitalia aveva ottenuto nello scorso mese di Aprile, mentre i rimanenti 27 milioni serviranno a pagare gli oneri della gestione commissariale, le spese legali e la chiusura definitiva della Compagnia di Bandiera.
Sinceramente non sappiamo di che cosa fosse soddisfatto Fantozzi, ma soprattutto di che cosa è soddisfatto il Governo, perché leggendo bene questi dati ufficiali della vendita, il Governo non incasserà un solo euro dalla vendita dell’Alitalia, rientrerà solo del prestito che aveva erogato in precedenza, non pagherà i debiti che si sono accumulati in questo anno, non dovrà coprire le spese INPS per avviare le pratiche di mobilità per i dipendenti. Non c’è altro, il debito accumulato fino ad Agosto dalla Alitalia era di 3 miliardi a cui vanno aggiunti i 2 milioni di euro di perdite al giorno, che si sono accumulati fino ad ora.
Se si tiene conto di quanto si è perso negli anni passati, il deficit per le casse dello Stato è veramente elevato.
Nel frattempo, il nostro Presidente burlone, che definisce abbronzato Obama e fa “cucù” al premier tedesco Angela Merkele, sponsorizzava alla luce del sole la Compagnia aerea tedesca: la Lufthansa, come partner della C.A.I., una compagnia aerea privata; commettendo una grave scorrettezza, spingendosi quasi al limite del reato di interessi privati; ma del resto il conflitto d’interesse in questo paese è una pura astrazione intellettuale.
Infine, si delineano anche i numeri definitivi delle assunzioni nella nuova Compagnia, saranno 10.650 i lavoratori provenienti dall’Alitalia e 1720 quelli provenienti da Air One.
Riportiamo questi dati per ricordare a tutti che in questa vicenda è coinvolta anche Air One, di cui nessuno parla e non si sa niente della sua condizione patrimoniale e societaria.
Quello che viene definito con esagerazione “il salvataggio” Alitalia è invece una violenta ristrutturazione del trasporto aereo nel nostro paese, dove al posto di 4 Società aeree: Alitalia,Air One, Air Europe, Volare, ne resterà solo una: la Compagnia Aerea Italiana, una società privata, molto ridimensionata e con una strategia aziendale poco ambiziosa.
Quello che scandalizza di più in questa vicenda e che i 16 ricchissimi soci di C.A.I. dovranno finanziare con soli 6 milioni e 250 mila euro a testa l’acquisto della vecchia Compagnia di bandiera, il resto sarà finanziato con prestito di Banca Intesa che in questo modo si riprenderà parte dei soldi che aveva impegnato in Air One.
La Banca in questo modo si pagherà due volte gli interessi, in questo modo si rifarà di una parte delle perdite accumulare per andare dietro alla finanza creativa americana.
Questo è davvero il Bel Paese per i soliti noti.
Napoli, 23/11/08