Alzheimer, Parkinson, Sclerosi Multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA)
L'incidenza delle malattie neurodegenerative e del sistema autoimmunitario è in forte aumento, un vero e proprio "attacco al cervello" dall'impatto con i profondi cambiamenti ambientali e climatici al peso dell'inquinamento sul nostro sistema immunitario, dalle modificazioni dell'alimentazione dovute all'industria alimentare al nuovo stile di vita consumistico con abitudini negative per il nostro benessere, dai metalli pesanti agli additivi alimentari, dai farmaci alla candida.
Molte patologie degenerative del Sistema Nervoso come l’Alzheimer, il Parkinson, la Sclerosi Multipla, la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), hanno in comune uno stato di neuro-infiammazione innescato da cause differenti per ogni tipo di malattia. Recentemente la letteratura scientifica ha descritto una forma di infiammazione sempre presente in tutte le malattie degenerative, definita low-grade-chronic-inflammation (infiammazione cronica di basso grado).
Si tratterebbe di una modalità di espressione del processo infiammatorio che diventa cronico, sviluppandosi progressivamente in tutto l’organismo con basso livello d’intensità e perciò scarsamente evidenziabile dai comuni esami di laboratorio. Anche se si tratta di una modesta alterazione della risposta infiammatoria di base dell’organismo, permanendo ed evolvendo in molti anni, costruisce il “terreno di fondo” favorevole all’insorgenza delle malattie degenerative, in particolare neuro degenerative se l’infiammazione colpisce prevalentemente il tessuto Nervoso rispetto ad altri tessuti (vedere riferimento di Medicina Anti-aging).
Spesso queste forme di dis-regolazione del processo infiammatorio, si associano a disordini del sistema immunitario, che divengono responsabili dell’auto aggressione dell’organismo verso le proprie strutture, come avviene molto probabilmente nella Sclerosi Multipla.
Attualmente la medicina convenzionale non dispone di una cura definitiva alla sclerosi multipla.
Inoltre le malattie neurologiche, come la malattia di Parkinson (MP), la malattia di Alzheimer (MA), la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e la sclerosi multipla (SM), sono spesso associate a disturbi gastrointestinali funzionali. Questi disturbi gastrointestinali possono verificarsi in tutte le fasi delle malattie neurodegenerative, a tal punto che ora sono considerati parte integrante del loro quadro clinico.
Diverse linee di evidenza supportano la tesi secondo cui, nelle malattie neurodegenerative centrali, i cambiamenti nel microbiota intestinale e le alterazioni del sistema neuro-immune enterico potrebbero contribuire a disfunzioni gastrointestinali, nonché all'inizio ed alla diffusione verso l'alto del disturbo neurologico.
Il microbiota intestinale è uno degli elementi fondamentali di tutto l’ecosistema intestinale. Quest’ultimo, infatti, comprende tre componenti: la barriera intestinale, un filtro molto selettivo e importante per il benessere dell’intero organismo, una struttura di tipo neuroendocrino oggi chiamata comunemente “secondo cervello” e, infine, il microbiota intestinale che, pur non essendo un vero organo perché funzionalmente ci appartiene, da sempre ci accompagna nell’evoluzione filogenetica.
Con il termine microbiota intestinale si definisce la comunità microbica del tratto enterico –viene stimato che il numero di cellule microbiche, che risiedono nel lume, sia maggiore di circa 10 volte rispetto al numero totale di cellule del nostro organismo, che le specie batteriche presenti siano più di mille, ed infine, che i batteri possiedano una quantità di geni 150 volte superiore a quella del genoma umano–, costituita prevalentemente da batteri, oltre a lieviti, parassiti e virus.
Quando queste comunità vivono in equilibrio vi è una condizione definita di eubiosi. Il termine Eubiosi deriva dal greco ed è composto dal prefisso eu- (buono) e da biotikós (vitale): letteralmente, “benefico per la vita”, “(che assicura) il ben vivere. L’omeostasi, come già accennato in precedenza, è molto importante perché permette alle varie componenti del microbiota intestinale di essere funzionalmente efficaci e soprattutto di essere sincronizzate sia tra di loro, sia con gli altri componenti dell’ecosistema intestinale.
In tal modo il microbiota è in grado di svolgere una serie di funzioni essenziali per l’ospite: funzioni di tipo metabolico come la sintesi di sostanze utili all’organismo, di tipo enzimatico, di protezione e stimolo verso il sistema immunitario e di eliminazione di tossici. Pertanto, il ruolo che svolge un microbiota in eubiosi, è fondamentale per la salute generale dell’organismo.
Il microbiota intestinale è legato all’età: l’organismo cerca di mantenere un equilibrio adeguato della composizione microbica, soprattutto nella fase centrale della vita. Nei primi due anni, quindi nella tarda e nella prima infanzia, questo equilibrio è molto più instabile e viene addirittura a mancare negli anziani, nei quali assistiamo a variazioni significative del microbiota. Anche negli adulti il microbiota subisce piccole variazioni giornaliere, condizionate soprattutto dall’alimentazione.
Utile aiutare l’organismo con l’assunzione di nutraceutici mirati in attività multi-target o comunque combinabile con diversi altri nutraceutici, come:
• acido alfa-lipoico,
• astaxantina,
• coenzima Q10,
• resveratrolo,
• vitamine D ed E,
• omega-3,
• L-sulforafano,
• Apigenina,
• diversi estratti vegetali o principi attivi presenti in questi,
• integratori di enzimi biodinamici,
• micoterapia
La ricerca sulla SM condotta dall’ Università di Roma Tor Vergata dimostra, per esempio, la riduzione dello stato infamatorio provocato dai ROS, con enorme beneficio su 60 pazienti, mettendo in luce la capacità antiproliferativa della malattia grazie alla miscela di Citozym, Ergozym, Probiotic P-450, con un ruolo fondamentale nell’attivazione della catena degli enzimi a protezione del sistema nervoso.
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