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Comunicato Stampa

Amministrative a Catanzaro, alta tensione tra Udc e Pdl

08/03/12

L'ex sottosegretario Pino Galati non accetta la politica dei 'due forni'

Si stringe il cerchio intorno al partito di Casini in vista delle prossime elezioni amministrative di Catanzaro. L'Udc non ha ancora deciso che strada prendere, se andare unito al Pdl riproponendo il modello politico che governa la Regione Calabria da quasi 2 anni, oppure tentare proprio a Catanzaro la nuova alleanza con il Fli e concretizzare quel progetto di Terzo Polo che in Calabria è rimasto sulla carta. Dal congresso provinciale del Popolo della Libertà di Catanzaro sono giunte inesorabili le prime bordate allo scudocrociato e al suo leader regionale Gino Trematerra.

"Il Pdl ha sottoscritto un’alleanza regionale che non era solo con Scopelliti, e grazie alla quale l'anno scorso l’Udc ha espresso il candidato sindaco di Cosenza". Con queste parole l'ex sottosegretario Pino Galati, uomo forte del Pdl catanzarese, lancia la prima bordata a quanti nell'Udc pensano ancora di poter fare il bello ed il cattivo tempo. "Dobbiamo definire il rapporto con i centristi prosegue Galati - questa è una situazione che va rivista". A dar man forte arrivano le dichiarazioni di 2 assessori regionali del calibro di Piero Aiello e Mimmo Tallini : "Oggi il potere che era stato dato ai nostri migliori alleati rischia di essere utilizzato contro il Pdl e contro il presidente Scopelliti". La dirigenza catanzarese del Pdl non manda giù l'idea ventilata da Trematerra che l'Udc possa esprimere un candidato a sindaco contro Sergio Abramo e contro il Pdl stesso. Sopratutto dopo che alle scorse amministrative del 2011, nelle città di Crotone e Cosenza il Pdl appoggiò i candidati dell'Udc secondo un accordo su scala regionale. Critiche al segretario regionale dell'Udc, Gino Trematerra, giungono anche da Giovanni Nucera, coordinatore regionale dei Popolari e Liberali della Calabria, una costola del Pdl. Nucera conferma pieno appoggio alle idee espresse dal sottosegretario Pino Galati, invitando Trematerra a considerare l'opportunità di porre fine alla politica dei 'due forni'. Un po di qua e un po di la, dove tira il vento. Anche il presidente della Commisisone Sanità della Regione Calabria, Nazareno Salerno ricorda a Trematerra il valore, forse un po fuori moda, della coerenza politica : "E’ fuor di dubbio - sostiene Salerno - che ciò che succede su una città come il capoluogo di regione non possa essere bollato come fatto localistico né possa essere sede di calcoli o esperimenti azzardati. (...) Il Pdl, dal canto suo, deve cercare di proseguire nel solco sin qui tracciato, sapendo bene di non poter far finta di nulla all’infinito rispetto ad atteggiamenti che non sono esattamente un modello di correttezza politica e che, a volte, rischiano di confondersi con sfide o provocazioni". Stizzita a dir poco la reazione del segretario regionale dell'Udc Gino Trematerra : "Insistere con il mischiare l'accordo programmatico regionale con quanto sta accadendo a Catanzaro, dove l'Udc sta tentando di costruire una formula di governo per la città in linea con le dinamiche nazionali, al punto da forzare, come sta facendo l'onorevole Galati, l'autonomia del nostro gruppo dirigente, è completamente sbagliato. Prontissimi a lasciare deleghe gestionali ed incarichi istituzionali". "Nel caso si prendesse atto - conclude Trematerra - all'interno di questo esperimento politico regionale, che il nostro apporto per modernizzare la Calabria sia diventato irrilevante, non faremmo alcuna resistenza. Ma ultimatum non ne accettiamo". La mediazione del presidente della giunta Peppe Scopelliti arriva in serata, il Pdl frena sulla via della rottura e Tallini corregge il tiro : 'nessun ultimatum, solo una richiesta di chiarezza politica". Nella diatriba tutta catanzarese, ma che investe l'intera maggioranza regionale, interviene anche l'onorevole Salvatore Pacenza, che invita l'Udc a fare chiarezza, senza dictat per nessuno. La mediazione del presidente Scopelliti avrebbe ottenuto una flebile tregua, tesa in sostanza a salvare la giunta regionale da un possibile divorzio tra i due alleati. Ma i generali di Catanzaro, Pino Galati in testa, non accetteranno a cuor leggero di poter cedere la città capoluogo al centrosinistra, né tanto meno all'Udc.



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