BERBERINA per la salute cardiometabolica
Conosciuta da migliaia di anni dalla medicina cinese e ayurvedica, la berberina è una delle molecole più potenti del regno vegetale. Continua ad attirare l'interesse dei ricercatori in quanto possiede un'ampia gamma di proprietà che le consentono di offrire una vasta gamma di benefici per la salute.
Tra gli integratori naturali contro il colesterolo alto, trigliceridi alti e per migliorare la glicemia c’è la berberina. La berberina è una sostanza naturale che viene estratta da radici, corteccia, rizomi di piante appartenenti alla famiglia delle Berberidacee, in particolare da Berberis aristata. La berberina può ridurre il rischio cardiovascolare agendo su più fattori: colesterolo LDL, trigliceridi e glicemia.
La berberina, un alcaloide isochinolinico quaternario, presente nella Berberis aristata, pianta officinale comunemente utilizzata nella medicina tradizionale cinese, è stata valutata per la sua azione ipolipemizzante ed ipoglicemizzante. Il principale meccanismo d’azione ipocolesterolemizzante induce un aumento dell’espressione del recettore per le LDL a livello epatico, mediante un meccanismo post-trascrizionale che stabilizza l’mRNA codificante il recettore stesso; mentre, l’attività ipoglicemizzante e insulinosensibilizzante è dovuta ad un’azione diretta sull’AMP-activated-protein-kinase (AMPK) nel tessuto adiposo e muscolare.
È stato il cinese Weijia Kong dell’Istituto di Medicina Biotecnologica di Beijing in Cina a dimostrare per la prima volta l’effetto ipolipemizzante della berberina, evidenziando una riduzione del colesterolo LDL e i trigliceridi plasmatici rispettivamente del 25 e 35%.
Più recentemente due studi hanno evidenziato come la berberina sia essere in grado di inibire la proteina PCSK9 coinvolta nei processi di degradazione dei recettori epatici delle LDL. Questa attività della berberina potrebbe avere un risvolto molto importante nella pratica clinica, dal momento che la maggior parte dei farmaci utilizzati per ridurre i lipidi (statine, fenofibrato, ezetimibe) tendono invece a far aumentare l’espressione di PCSK9. Questo spiegherebbe il beneficio solo parziale che si ottiene con i farmaci.
Sulla berberina sono presenti in letteratura studi clinici randomizzati che hanno valutato l’effetto ipoglicemizzante di questa sostanza nell’uomo. Uno studio ha dimostrato come la somministrazione di 500 mg di berberina tre volte al giorno (prima di ogni pasto principale), fosse in grado di determinare una significativa riduzione della glicemia a digiuno e la glicemia postprandiale in una coorte selezionata di pazienti con diabete tipo 2 neodiagnosticato, raggiungendo livelli di riduzione dell’emoglobina glicata di circa 2 punti percentuali (dati simili a quelli della metformina) .
Una Metanalisi di 14 RCT per un totale di 1068 pazienti con diabete di tipo 2 ha confermato l’efficacia ipoglicemizzante della berberina, talora paragonabile a quella di altri comuni ipoglicemizzanti orali. La bassa qualità degli studi tuttavia non permette di ottenere una raccomandazione forte per l’impiego routinario della berberina nella terapia dell’iperglicemia. I problemi principali riguardano le interazioni farmacologiche della berberina. In particolare l’effetto sulla glicemia indotto dalla berberina sembra essere tale da determinare un calo dell’emoglobina glicata addirittura sovrapponibile a quello della metformina (6).
L’effetto benefico dipenderebbe dalla capacità della berberina di controllare sia la glicemia basale sia la glicemia post-prandiale. L’effetto ipoglicemizzante della berberina dipenderebbe dalla stimolazione dell’AMPK (adenosine mono phosphate protein kinase), un enzima che gioca un ruolo importante sull’omeostasi energetica cellulare e che probabilmente è il principale bersaglio dell’azione della metformina. L’effetto finale della stimolazione dell’AMPK è un riduzione della glicemia e un aumento della sensibilità insulinica.
La berberina ha inoltre dimostrato di ridurre l’assorbimento del glucosio e di aumentare l’espressione del recettore dell’insulina. In conclusione, diversi studi condotti sia in vivo sia in vitro dimostrano un possibile effetto benefico della berberina nella riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare, agendo sul metabolismo glucidico, sull’insulina resistenza e sul controllo dei livelli di colesterolo LDL. L'uso di nutraceutici per la gestione di parametri, quali la concentrazione di glucosio nel sangue e l’insulinoresistenza, è sempre più diffuso, soprattutto al fine di prevenire il loro aumento, contribuendo così a ridurre il rischio per lo sviluppo di patologie come diabete e obesità.
Una delle combinazioni più efficaci si è rivelata essere quella tra BERBERINA E SILIMARINA, che ha dimostrato una forte influenza sui parametri glucidici e lipidici. La silimarina, una miscela complessa di flavonolignani, nota per le proprietà antiossidanti ed epatoprotettive, non solo migliora la sensibilità dei recettori dell'insulina ma ha l’azione fondamentale di interagire con la glicoproteina P, aumentando drasticamente l’assorbimento della berberina, potenziandone così l’effetto. Integratori formulati con berberina e silimarina possono migliorare il profilo lipidico e glicemico. Lo rileva una metanalisi di cinque studi clinici randomizzati in doppio cieco controllati con placebo (497 soggetti).
La metanalisi, pubblicata su Phytotherapy Research è stata curata da ricercatori universitari italiani; la durata degli studi variava da 3 a 12 mesi, il dosaggio di berberina da 500 a 1.000 mg al giorno e di silimarina da 105 a 210 mg/die. I risultati hanno mostrato che la combinazione berberina/silimarina è associata a una riduzione del colesterolo totale di 25 mg/dl, dei trigliceridi di 28 mg/dl, del colesterolo LDL di 29 mg/dl, mentre i livelli di colesterolo HDL sono aumentati di 6 mg/dl. Inoltre, sono state osservate riduzioni significative dei livelli di glucosio nel sangue con una diminuzione media di 7,5 mg/dl. Questi dati suggeriscono che la somministrazione concomitante di berberina e silimarina è associata a un miglior profilo lipidico e glicemico, si legge nella metanalisi, che ne suggerisce il possibile impiego per promuovere la salute cardiometabolica.
L’efficacia ipolipemizzante della berberina nell’uomo era già nota ed era stata confermata da un’altra metanalisi di 27 studi clinici con 2.569 partecipanti, precisano i ricercatori. I risultati di quest’ultima metanalisi mostrano che l’aggiunta di silimarina migliora l’effetto positivo della berberina sul metabolismo dei lipidi e del glucosio, consentendo di somministrarne dosi più basse e riducendo, di conseguenza, il rischio di eventuali problemi gastrointestinali, che è stato dimostrato essere dose-correlato. Questi dati potrebbero avere implicazioni cliniche importanti, dato che l’ipercolesterolemia è una condizione asintomatica e che l’aderenza ai farmaci ipolipemizzanti prescritti è relativamente bassa con un tasso di sospensione ancora più elevato in presenza di reazioni avverse.
Contrariamente a quanto sembrerebbe lecito aspettarsi in relazione ai buoni risultati clinici ottenuti, la berberina dimostra una non completa biodisponibilità orale (che ne limita l’efficacia clinica) non tanto dovuta ad un suo scarso assorbimento diretto, quanto ad una sua massiva riestrusione nel lume intestinale mediata da carriers, che possono essere inibiti dai flavanolignani estratti dal cardo mariano.
Pertanto la silimarina, utilizzata in fitoterapia come protettore epatico, può essere associata alla berberina per ottimizzarne la resa farmacoclinica e migliorarne l’effetto. Le evidenze sperimentali e cliniche ad oggi disponibili in letteratura mostrano interessanti prospettive di impiego della berberina nel trattamento dell’ipercolesterolemia e del diabete con miglioramento della biodisponbilità se associata alla silimarina, che consente un ulteriore miglioramento della sua resa farmacoclinica.
I lavori scientifici dimostrano che l’associazione del 1000 mg al dì in due somministrazioni di berberina con un 210 mg/die di silimarina riduce la colesterolemia del 25-40% già dopo due mesi. In pazienti con diabete, oltre a ridurre di circa un punto percentuale i valori di emoglobina glicata dopo 3 mesi, la terapia determina inoltre la riduzione evidente anche della glicemia, della trigliceridemia e della colesterolemia.
Una ricerca (8) pubblicata sulla rivista scientifica World Journal of Cardiology , ha dimostrato che le persone che assumevano la berberina avevano migliori parametri della funzione cardiaca rispetto a quelle che assumevano un placebo. Infine, l’uso della berberina è confortato dall’ottimo profilo tossicologico e dall’assenza di particolari e gravosi effetti collaterali.
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Mentre gli integratori possono offrire benefici significativi nel controllo del diabete di tipo 2, è fondamentale integrarli in un contesto di una dieta equilibrata e un regolare esercizio fisico. È sempre raccomandato consultare un medico prima di iniziare qualsiasi nuovo supplemento, specialmente quando si convive con condizioni croniche come il Diabete mellito di tipo 2. Gli integratori alimentari possono essere un valido supporto nella gestione del diabete, ma non sostituiscono in alcun modo le terapie convenzionali prescritte dal medico.
FONTI:
• https://www.medicinaintegratanews.it/berberina-contro-colesterolo-alto-e-controllo-glicemia/
• https://www.lerborista.it/2019/03/30/berberina-e-silimarina-per-la-salute-cardiometabolica/
Bibliografia
1. Corso FAD “Integratori nella gestione dell’iperglicemia, della dislipidemia e della sindrome metabolica” di Carmine Gazzaruso (responsabile UO di Pronto Soccorso, Servizio di Diabetologia, Malattie Vascolari ed Endocrino Metaboliche, Centro di Ricerca Clinica Applicata, Istituti Clinici di Pavia e Vigevano, Gruppo Ospedaliero San Donato), pubblicato da Medicina Integrata del gruppo editoriale Tecniche Nuove, aprile 2016
2. Diabetes, Metabolic Syndrome and Obesity: Targets and Therapy – Dove Press Journal, Volume 8, Pages 89-96 (2015)
3. L'effetto della berberina sui profili metabolici nei pazienti diabetici di tipo 2: una revisione sistematica e una meta-analisi di studi clinici randomizzati (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34956436/)
4. https://www.mednews.care/wp-content/uploads/2024/07/efficacy-evaluation-of-berberis-aristata-and-silybum-marianum-on-glycaemic-and-insulin-resistance-parameters-a-systematic-review-and-meta-analysis.pdf
5. F. Fogacci, D. Grassi, M. Rizzo, AFG Cicero. Metabolic effect of berberine-silymarin association: A meta-analysis of randomized, double-blind, placebo-controlled clinical trials”. Phytotherapy Research. 2019;1–9.
6. Efficacia della berberina nei pazienti con diabete di tipo 2 (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2410097/)
7. Effetto ipoglicemizzante della berberina sul diabete di tipo 2: una revisione sistematica e una meta-analisi (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36467075/)
8. Effetti cardiovascolari e metabolici della Berberina (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2999047/#!po=97.2222)
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