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Comunicato Stampa

Bionutrizione cellulare: un’ innovativo approccio anti-aging

Carenza di ossigeno, acidosi tissutale e stress ossidativo... Dall’ipossia alla disfunzione endoteliale.

FotoIl mantenimento di adeguati livelli di ossigenazione tissutale è essenziale per tutti i processi vitali. Infatti, quando la pressione parziale di ossigeno (pO2) scende al di sotto dei 60 mm di Hg – condizione nota come ipossia – le funzioni cellulari possono alterarsi al punto tale da favorire la comparsa o accelerare la progressione di numerose malattie, spesso ad esordio subdolo e ad andamento cronico.

All’ipossia, infatti, fa seguito l’acidosi che, attraverso il rilascio dei metalli di transizione (ferro e rame) dalle rispettive proteine carrier (trasferrina e ceruloplasmina), induce la trasformazione degli idroperossidi circolanti – prodotti dell’insulto ossidativo cellulare e non più adeguatamente rimossi dalla glutatione-perossidasi (GPx) – in radicali liberi o specie reattive dell’ossigeno (reactive oxygen species, ROS).


Queste ultime esercitano un’azione lesiva diretta anche sulla matrice extracellulare, con esito finale nella cosiddetta disfunzione endoteliale, momento patogenetico comune a tutte le malattie, non solo cardiovascolari.

Purtroppo, superato un certo intervallo critico di tempo, l’eventuale ma ormai tardivo ripristino del flusso ematico nel distretto precedentemente ipossico, conduce, a causa della conversione della xantina deidrogenasi in xantina ossidasi, alla generazione di ulteriori ROS, che aggravano l’insulto ossidativo (danno da ischemia-riperfusione) e, se non contrastate efficacemente dalle difese antiossidanti – principalmente affidate alla superossido-dismutasi (SOD), alla GPx ed alla catalasi – portano ad una condizione di stress ossidativo (SO), un fattore emergente di rischio per la salute associato all’invecchiamento precoce e ad almeno un centinaio di patologie, dall’aterosclerosi al cancro.

Sulla base di queste considerazioni appare evidente che il problema metabolico alla base della sofferenza cellulare di qualsiasi malattia e, in particolare, dell’invecchiamento precoce, è l’alterata biodisponibilità dell’ossigeno, elemento posto all'estremo terminale della catena di eventi metabolici che conduce alla trasformazione dei nutrienti in energia ma anche punto di partenza per la generazione di specie chimiche ossidanti potenzialmente lesive. Sfortunatamente, sia gli approcci tradizionali volti ad aumentare, in caso di ipossia, il livello di ossigenazione tissutale, quali ad esempio, la terapia iperbarica, sia i trattamenti antiossidanti convenzionali ad alto dosaggio volti a contrastare, in caso di iperossia, l’esuberante produzione di ROS, possono, paradossalmente, aumentare il rischio di SO.

In questo scenario, Cellfood® (CELLFOOD), noto anche come Deutrosulfazyme® – formulazione colloidale naturale contenente disciolti, in fase disperdente acquosa, deuterio solfato insieme a 17 amminoacidi, 34 enzimi e 78 minerali in tracce – si propone di modulare on-demand la biodisponibilità di ossigeno, aumentandone i livelli in caso di ipossia e contrastando gli effetti indesiderati delle ROS in caso di iperossia, sì da concorrere efficacemente alla normalizzazione del metabolismo ossidativo che è alla base di tutte le funzioni cellulari.

Così inteso, CELLFOOD appare come il promettente prototipo di una nuova classe di nutraceutici, i “modulatori fisiologici”, ossia agenti potenzialmente in grado di prevenire o rallentare, attraverso una fine regolazione del metabolismo, la comparsa ovvero influenzare in senso favorevole l’evoluzione di una serie di malattie, spesso a carattere degenerativo e ad andamento cronico, come quelle associate allo SO.

Il mantenimento di adeguati livelli di ossigenazione tissutale è essenziale per tutti i processi vitali.

A tal proposito si è visto, recentemente, che CELLFOOD, in sistemi acellulari, è in grado di proteggere dall’ossidazione indotta da acido ipocloroso sia il glutatione (GSH), il coenzima della GPx, sia il DNA, mentre, in sistemi cellulari, previene l’ossidazione degli eritrociti (riducendo la lisi cellulare e la deplezione intracellulare di GSH) e dei linfociti. Inoltre, su cellule endoteliali di vena ombelicale umana, CELLFOOD ha stimolato la velocità di consumo di ossigeno e la sintesi di ATP, mantenendo le concentrazioni intracellulari di lattico deidrogenasi, ed ha inibito la produzione di ROS indotta da ipossia, attraverso la regolazione dell’espressione della SOD manganese-dipendente, di cui è ampiamente nota la funzione antiossidante.

In conclusione, l’assunzione di Cellfood® – nel contesto di un’alimentazione equilibrata e di un attività fisica adeguata – modulando “fisiologicamente” la biodisponibilità di ossigeno ed agendo favorevolmente sulle cellule endoteliali, può risultare utile sia nella prevenzione dell’invecchiamento precoce e delle malattie correlate allo SO in soggetti sani (specialmente se praticanti regolarmente un’attività sportiva) sia nell’integrazione nutrizionale associata a trattamenti medici convenzionali di condizioni morbose acute e croniche legate a uno squilibrio del bilancio ossidativo.

CELLFOOD® si propone come un PASS PER IL BENESSERE, ovvero una formulazione unica al modo, con tutti i requisiti richiesti ad un integratore per mantenere o preservare il nostro stato di salute, ritardare l’invecchiamento e difenderci, con il supporto di un idoneo stile di vita, dagli effetti disastrosi dell’inquinamento e da pericolosi condizionamenti culturali. Nell’intricato puzzle creato dal “doppio volto dell’ossigeno”, l’insieme delle evidenze sopra analizzate, suggerisce che Cellfood®, attraverso un meccanismo biochimico che è tutt’ora oggetto di grande interesse da parte dei ricercatori, è una formulazione, al momento unica al mondo, in grado di rendere biodisponibile ossigeno “on demand”, ossia nella giusta quantità ed al momento opportuno, ai tessuti a rischio di ipossia e, contemporaneamente, in modo apparentemente paradossale, evitare che l’eventuale gas in eccesso, trasformato in radicali liberi, favorisca l’insorgenza di lesioni da stress ossidativo (effetto antiossidante).

Questi dati oggi sono stati confermati da varie pubblicazioni internazionali effettuate dalle varie Università di Urbino, Siena, San Raffaele di Milano, Università di Milano, Istituto Tumori Regina Elena di Roma. Disponibili su PUB MED digitando la parola e nome CELLFOOD (Formula Everett Storey) nel motore di ricerca della stessa rivista medico scientifica.




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