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Comunicato Stampa

Cammino di Santiago, chiesti 25 anni per l’omicidio di Denise

12/09/16

L’accusa ha chiesto 20 anni per omicidio e 5 per rapina a carico del presunto assassino di Denise Thiem attirata in trappola mortale da un falso cartello.

FotoAstorga (Spagna). Si è pronunciata l’accusa nel corso del processo per l’omicidio di Denise Pikka Thiem che si è svolto presso il Tribunale di Astorga poco prima delle vacanze estive, chiedendo 20 anni di reclusione per il reato di omicidio ed altri 5 anni per rapina oltre ad un risarcimento di 80mila euro da destinare ai genitori e 30mila al fratello della vittima più mille euro sottratti alla sfortunata donna subito dopo la morte.

L’imputato, uno spagnolo di 40 anni, è accusato di essere responsabile della morte della di Denise Thiem, la pellegrina americana trovata cadavere l’11 settembre dello scorso anno in una fattoria nei pressi di Castrillo del los Polvazares (Leon) dopo che l’omicida aveva deciso di cambiare posto al cadavere perchè si sentiva braccato dalla polizia e non riteneva più il posto originario sicuro. Il presunto assassino, che inizialmente aveva confessato l’omicidio, ha successivamente ritrattato adducendo presunte violenze da parte della polizia durante la fase dell’interrogatorio, ed è attualmente detenuto in attesa della sentenza che chiuderà il procedimento penale.

L’uomo era stato arrestato dopo una lunga e complessa indagine delle autorità giudiziarie che hanno dovuto interrogare circa duecento persone di venti nazionalità diverse, fra cui appunto anche il sospettato che è stato fermato e tratto in arresto solo cinque mesi dopo l’omicidio a Grandas, grazie anche a movimenti relativi al bancomat.

Agghiaccianti i particolari emersi durante il dibattimento che hanno evidenziato la particolare ferocia del carnefice contro la povera donna attirata in un luogo appartato grazie alla manomissione dei cartelli segnaletici che l’hanno condotta in una trappola mortale. Per il caso di Denise Pikka Thiem si era mobilitato anche il sen. John Mc Cain che aveva inviato, subito dopo la sparizione della donna, una lettera ufficiale al governo spagnolo in cui offriva sostegno e disponibilità dalle istituzioni Usa con lo scopo di risolvere il caso e ritrovare Denise in vita.

Massimiliano Scala



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