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Cattiva aria in pianura padana

10/10/10

tra autostrade e alta velocità. Per fortuna che c'è il popolo!

Meno male che i treni a vapore non sono più in commercio, altrimenti in Italia li vedremmo ancora in circolazione. Una possibilità tutt'altro che assurda, visto la cronica arretratezza nei trasporti del nostro Paese. Nell'era dell'alta velocità ferroviaria, delle strade del mare e delle automobili ibride, nella nostra amata penisola si parla ancora di autostrade, distese di cemento, parcheggi, raccordi e quant'altro. Mentre l'Europa cerca di progettare vie di comunicazione sostenibili e senza emissioni inquinanti, noi siamo ancora pronti ad aprire cantieri, a parlare di "quante corsie di marcia", a studiare la posizione dei caselli. L'ennesimo caso di una storia senza fine è la Cispadana, l'autostrada a 4 - forse 6 ?? - corsie che dovrebbe attraversare la Bassa modenese per collegare il Brennero con Ferrara. Un progetto "indispensabile per lo sviluppo economico dell'intera zona", dicono i politicanti locali. "Una cicatrice inguaribile e da scongiurare con tutte e nostre forze", rispondono gli abitanti della zona. Migliaia di cittadini di decine di comuni (Mirandola, Medolla, San Possidonio, Concordia, San Felice, Novi) stretti in una battaglia contro chi non li vuole nemmeno ascoltare, così come succede in altre regioni d'Italia, dove i cittadini sono costretti a formare comitati, indire manifestazioni ed andare sui giornali pur di aver voce in capitolo, di perorare la causa di chi non vuole vedere sfigurato il proprio territorio. Dall'altra parte, l'ennesima classe dirigente che, per arroganza o supposta superiorità, si rifiuta di prendere in considerazione le istanze, sacrosante, di chi si troverà a vivere sulla propria pelle le scelte prese o, come al solito, calate dall'alto. Cittadini che non chiedono altro che sedersi ad un tavolo per discutere in merito allo spostamento del tracciato della Cispadana, irresponsabilmente ricalcato sul percorso di quella che doveva essere, 60 anni fa, una strada di passaggio a servizio del territorio, ma che con il tempo ha visto "il territorio divenire a servizio dell'autostrada", come è stato intelligentemente fatto notare. A lato, la Lega Nord, l'eterno partito d'opposizione - all'opposizione anche quando è al governo - che ha fatto del cavalcare il malcontento il proprio cavallo di Troia, pronta a soffiare sul fuoco delle proteste in Emilia, mentre in Veneto e Lombardia le autostrade è ben felice di costruirle. E intanto la pianura Padana è riconosciuta internazionalmente come una delle zone più inquinate a livello di Pm10 e particolato d'Europa, e il numero delle automobili pro-capite in Italia sale costantemente, perché l'automobile è "il miglior mezzo di trasporto possibile", almeno nelle teste di chi ci governa. Come criticarli d'altronde, visto che, almeno anagraficamente, si tratta di persone che vivono nel passato e che quindi poco hanno familiarizzato con i concetti di sviluppo sostenibile, abbattimento delle emissioni e rispetto del territorio. Per molti di loro il territorio resta una cosa da sfruttare, da spremere, dal quale bisogna trarre il massimo del profitto. Cosa importano gli accertati danni alla salute delle polveri sottili generate dal traffico automobilistico? Cosa i danni all'agricoltura attestati da studi scientifici internazionali? Cosa la "qualità della vita" delle persone? Ecco che la Cispadana costituisce l'ennesima "grande opera indispensabile per lo sviluppo". Per motivare questa scelta si tira in ballo anche l'Europa e le reti TEN ad alta velocità. Un paradosso, se si pensa che il corridoio ferroviario 5, parallelo nella Bassa alla Cispadana, stagna da anni in Veneto a causa di carenza di fondi, di assurdi campanilismi e disaccordi tra provincie. Meglio non nominarla allora l'Europa, anche perché proprio l'Europa parla di "Valutazione di Impatto Ambientale" per infrastrutture di questo tipo e fissa severi standard qualitativi per la salute umana. Questioni che accerterò in prima persona come eurodeputato. Intanto in Emilia si continua ad avere paura di vedersi costruire un mostro di autostrada a 500 metri da casa con un traffico calcolato di 50mila veicoli al giorno, che, paradossalmente, non risolverà nemmeno i problemi della viabilità locale. Dove sono finiti gli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati nel Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT)? L'ennesimo caso di buoni intenti rimasti sulla carta? Fortunatamente a dare battaglia ci sono i cittadini, che con i loro comitati hanno commissionato studi ed interessato l'opinione pubblica. Per fortuna che c'è il popolo.

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