"Che fine hanno fatto i merli?" un libro di racconti di vita vissuta
Stefano Venturini presenta il suo primo libro: "Che fine hanno fatto i merli?"
"Che fine hanno fatto i merli?" è il primo libro di Stefano Venturini, originario di Orzinuovi (Brescia), che con una serie di racconti ricorda i fatti più significative della sua vita e delle persone che hanno maggiormente colpito i suoi occhi e il suo animo, creando immagini indelebili che ha deciso di condividere con tutti coloro che vorranno leggere il suo libro.
Stefano ha 37 anni, è un grande appassionato di libri ed è la prima volta che si mette alla prova come scrittore. Tra i suoi autori preferiti e che hanno maggiormente influenzato la sua scrittura, ci sono Charles Bukowski con il suo “Pulp”, Kundera, con il suo romanzo “L’insostenibile leggerezza dell'essere” e sopratutto “Cattedrale” di Raymond Carver, che ha dato il via al suo viaggio di non ritorno nell'affascinante mondo del racconto breve. Oltre a questi 3 grandi artisti, Stefano si è appassionato anche ad autori come Hemingway, Flannery O’Connor, Charles D’ambrosio, Alice Munro e Amy Hempel , Jean-Claude Izzo.
Dalla lettura di questi grandi autori Stefano ha sviluppato la sua linea stilistica che potremmo definire anche "racconto per immagini", che trae linfa vitale dai suoi ricordi personali. Nelle sue storie, le immagini nella sua testa, a volte chiare e volte meno, all'improvviso vengono messe a fuoco e prendono vita nelle sue parole per essere trasmesse al lettore.
Breve sinossi dei racconti
Il libro di Stefano Venturini contiene 7 racconti che parlano di 7 momenti importanti nella sua vita personale. Momenti unici, ma è facile identificarsi in alcune situazioni che molti di noi avranno sicuramente vissuto o visto accadere. Si inizia con un ricordo di Stefano “bambino”, che all'età di sei anni rimane a tal punto affascinato dalle parole di un prete sulla vita e i miracoli di Gesù, che decide di trasformare il proprio Big Jim nel Cristo. Nel racconto “Che fine hanno fatto i merli?”, che dà il titolo alla raccolta, parla di un momento difficile della vita di suo padre; è stata proprio una sua frase: “Sono vecchio…” pronunciata una sera a tavola con così tanta sconsolazione nella voce, da folgorarlo a tal punto da spingerlo a scrivere un racconto su di lui. Il terzo racconto si intitola "Ciocche". L'idea di scriverlo è nata quando un amico dell'autore gli ha raccontato la tragedia che lo aveva toccato, quello della giovane moglie che stava morendo di cancro. "Qualcosa di bello" nasce dopo aver sentito una persona discutere con un'altra della mamma malata ricoverata in una casa di riposo. In questo racconto non si parla solo della malattia e dalla vecchiaia, ma anche della crisi economica. Il quinto racconto si intitola “La carpa”, in questo testo il tema è quello del ricordo e dell'omaggio di un figlio al proprio genitore. Il sesto racconto si intitola “Anche Barbie se n'era andata”, racconta di un ragazzo che passa le giornate chiuso in casa a leggere libri a guardare la televisione. Un giorno sente giungere sul pianerottolo delle persone che sono lì perché vogliono comprare l'appartamento dirimpetto, per lui è un momento di felicità incontenibile ma la sorte gli giocherà un brutto scherzo. Il settimo ed ultimo racconto si intitola “A.D.E.”, nasce dalla voglia dell'autore di scrivere qualcosa di surreale, ma che avesse tuttavia un nesso con fatti reali ed attuali. Quindi ha immaginato un commercialista alle prese con un viaggio per portare dei soldi sporchi in Svizzera, e che durante tale viaggio fa la conoscenza di personaggi oscuri ed insoliti, un piccolo racconto per giocare con i confini tra la legalità e l'illegalità nella vita di tutti i giorni.
Un libro “reale”, dove gli eroi sono persone comuni alle prese con gli ostacoli che la vita spesso ci pone davanti.
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