Colori Pantone o Tinte Piatte: cosa sono?
Articolo che introduce brevemente cosa sono le tinte piatte, quando e come si usano in stampa.
Tratto dall'ormai noto "HELP! - piccolo manuale grafico di sopravvivenza - se il problema persiste chiamare Dio." ecco un articolo utile a quanti non sono ancora pratici dei vari metodi colore per la stampa, il web e la tv.
Oggi parliamo di Pantoni, ovvero le tinte cosiddette piatte, che certamente molti di voi (specie in questo momento in qui l'azienda produttrice sta sfoggiando anche articoli pdi moda e design, iniziano a conoscere via vie sempre più rapidamente.
I colori Pantone sono delle speciali miscele in quadricromia che abbattono i costi di stampa.
Grazie ai pantoni (dal plurale italianizzato)in un sol colpo si può stampare ciò che altrimenti richiederebbe quattro passaggi.
Come sappiamo nel mondo della grafica esistono diversi modi per rappresentare e comporre il colore.
I più comuni sono a tre canali di colore (Red Gree Blue), a quattro canali - che corrispondono ai quattro colori primari (Cian Magenta Yellow Key black) e in base ai valori esadecimali (preceduti dal simbolo cancellato "#" e nascosti nei codici HTML, CSS, ecc.).
Essi sono rispettivamente più adatti alla rappresentazioni di immagini a monitor (e TV), nella stampa, e sul web.
Le caratteristiche di ogni tipo di cromia sono studiate per meglio rappresentare i colori in rapporto alle esigenze ed i limiti del supporto ad esso relativo.
Prendiamo ad esempio il web.
Un fondino di un sito realizzato in RGB pesa generalmente di più rispetto allo stesso creato tramite un codice (e non più tramite i pixel). Se venisse realizzato in RGB andrebbe a rallentare il caricamento della pagina web.
Se lavoriamo a monitor un' immagine in quadricromia (CMYK) pesa ancor di più (perché ha un canale di colore in più) risulta più pesante il lavoro del processore del computer rispetto ad una immagine omologa generata in RGB.
C'è anche un caso in cui, anche se non si deve fare i conti con il peso delle immagini, li si deve fare in termini di costi economici.
I costi di stampa comprendono certamente la carta. Anche se questa riesce a supportare qualsiasi peso in termini di colore, non è detto che lo stesso valga per il portafogli del committente.
Quando si va in stampa oltre alla carta si deve tenere conto dei costi degli inchiostri e dei passaggi necessari alla produzione finale compreso il set-up della macchina da stampa (avviamento macchina) e la prestampa.
A questo proposito giungono in aiuto delle miscele di colore per la stampa (realizzate quindi grazie alla mistura di CMYK) che sostituiscono tinte ottenute in modo tradizionale, ovvero tramite quattro passaggi, cioè uno per colore: Ciano, Magenta, Giallo e Nero.
Queste miscele si chiamano COLORI PANTONE.
Il secondario vantaggio dei pantoni è che, dato che rendono possibili anch'essi le retinature (ovvero l'abbassamento dell'opacità del colore per simulare il chiaroscuro) riusciamo ad ottenere sfumature, ombreggiature, ecc.
In questo modo ridurremo ad un quarto anche i costi di pellicole, lastre, e tempi di avviamento macchina utilizzando un solo cilindro di stampa.
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