ECONOMIA e FINANZA
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Come posso proteggere i miei risparmi dall'enorme debito pubblico dei Piigs?

17/12/10

Se sei preoccupato che la crisi del debito pubblico dei paesi mediterranei periferici, i famosi Piigs possa contagiare i tuoi risparmi, queste tre soluzioni ti aiuteranno a dormire sonni tranquilli. Buona lettura!!

Un interrogativo inquietante impedisce a molti investitori di festeggiare serenamente il Natale. “Che cosa accadrebbe ai miei soldi se la Spagna, il Portogallo o l'Italia dichiarassero di non essere in grado di ripagare i propri debiti?”
Io non credo nel fallimento dell’euro e nel ritorno alle singole monete nazionali, ma per offrirti soluzioni concrete, esamineremo tre possibili vie di fuga.
Scenario numero uno: turbolenza lieve
Se ipotizziamo che si sia un default “concordato” in cui ai creditori privati è richiesto di sobbarcarsi in modo parziale l’onere del debito pubblico, la soluzione ideale è diversificare il proprio capitale acquistando obbligazioni private.
In questo caso, infatti, solo i possessori dei titoli di stato del paese che dichiara bancarotta saranno colpiti. Pensaci bene. Il nostro Governo proclama: “da oggi in poi i titoli di stato saranno rimborsati per l’80% del loro valore”. Chi ne fa le spese? Chi detiene quei valori in portafoglio.
“Ok, Giacomo, ma così rischio di cadere dalla padella sulla brace”
Forse anche tu stai pensando questo, non è vero? Allora permetti che ti dica una cosa.
La regola basilare da osservare sempre è diversificare moltissimo. L’ideale è evitare di investire più del 5% della disponibilità totale in obbligazioni del medesimo emittente. Se non puoi permetterti di frazionare così tanto i tuoi impieghi, lascia perdere e cambia strategia.
Sarà sufficiente che versi i tuoi risparmi in un conto deposito. In questo modo sarai ugualmente al sicuro senza la necessità di acquistare titoli per importi troppo piccoli.
Scenario numero due: tormenta
Se temi che il default riguardi tutti i titoli di stato, che in questa ipotesi non sarebbero più rimborsati, ti conviene aprire un conto all’estero presso un intermediario straniero ed investire là le tue disponibilità. Potresti, ad esempio, comprare titoli di stato dei Paesi più “virtuosi” come Francia e Germania.
Bada bene: la banca deve essere necessariamente “straniera” e situata all’estero. Va benissimo se si tratta di un istituto di un Paese appartenente all’Unione Europea, purché non sia una filiale estera di banca italiana. Così operando dovresti essere al sicuro.
Scenario numero tre: del debito pubblico non resterà più nulla
Immagina uno scenario degno dell’Apocalisse di San Giovanni.
Il mondo implode su se stesso, l’euro non esiste più, si ritorna alle monete nazionali. Il debito degli stati è carta straccia. In questo caso né la soluzione uno né la seconda opzione sarebbero in grado di riparare i tuoi soldi. La catastrofe sarebbe di proporzioni enormi e credo che nascerebbero disordini popolari e magari anche delle guerre.
L’unica via di scampo, in questo caso, è l’investimento diretto in oro che deve essere custodito in un luogo sicuro ma non in una cassetta di sicurezza. Gli accessi in banca, in un’ipotesi così grave, sarebbero bloccati per cui avere i lingotti depositati nel caveau del tuo istituto non servirebbe più a nulla.

Secondo te delle tre ipotesi avanzate, qual è la più probabile?
NESSUNA
Personalmente non comprerei obbligazioni, perché i tassi di interesse sono troppo bassi da non rendere sufficientemente appetibile l’investimento. Non credo in un default così grave come nel secondo scenario, né in un diluvio universale. Penso che gli stati troveranno altri modi per ripagare i propri debiti: il forte taglio alla spesa pubblica e la creazione di ‘inflazione.
Ecco perché i miei soldi sono investiti in titoli indicizzati all’inflazione e in diversi conti deposito. Credo che tornerò ad acquistare le obbligazioni non appena i rendimenti saranno più interessanti. Nel frattempo ho impiegato parte delle mie disponibilità anche nei mercati azionari per sfruttare gli elevati dividendi in rapporto al prezzo che molte aziende stanno pagando



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