Compravendita Immobiliare. Truffe imbrogli , la cricca di Livorno. Acquirenti truffati e senza casa
Nel settore immobiliare girano molti soldi. Ecco perché è infestato da squali. L'acquirente deve puntare ad una difesa preventiva dei suoi interessi facendosi assistere già in occasione della prima firma da professionisti esperti (commercialisti, avvocati, notai etc ) che difendano i suoi interessi ed a tale compito delegati in maniera scritta facendo loro firmare una dichiarazione del tipo: “ mi impegno ad assisterLa al meglio in modo tale che lei non abbia a patire conseguenze negative da questa compravendita". Diversamente si rischia grosso.
LIVORNO. Nell’esposto che ha dato il via alle indagine, uno degli acquirenti raggirati racconta di un incontro a base «di spumante e pasticcini» nell’agenzia della Cxx Rxxisparmio di Sxxn Mxx – siamo nell’aprile 2009 e la case alle porte di Collesalvetti sono in costruzione già da tre anni – al termine del quale, credendo di firmare l’apertura di un conto corrente, si trovano invece sullo stomaco una fideiussione bancaria da centinaia di migliaia di euro.
È in questo incontro simbolo che il sogno di una vita, la casa in campagna, si trasforma in una beffa per un’intera famiglia. Mentre per gli inquirenti si compiono una serie di reati: truffa ed estorsione in concorso, che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di otto persone tra funzionari di banca, costruttori, imprenditori e pure un architetto.
Maxi truffa da tre milioni di euro per la costruzione, mai ultimata, di una decine di case in località Ghiaccione, gli investigatori sono dovuti andare fino alle fondamenta dell’affare immobiliare che vede al centro dell’inchiesta i vertici dell’Exx Immobiliare, della Oxxx Costruzioni, di Bxxx srl e della Cxxa Immobiliare .
Erano state le due immobiliari, nel 2006, a proporre ad una decina di famiglie di acquistare, su carta, una casa fuori città. «Saranno pronte in tre anni», era la promessa. Poi i tempi si sono allungati fino a diventare ciclopici, ma intanto chi aveva acquistato aveva anche pagato, per intero o in parte l’immobile, circa 200 mila euro a testa, per una cifra complessiva intorno al milione e duecento mila euro.
«Ritardi, scuse, aiuti in banca e soldi sporchi», sintetizza un investigatore per spiegare “il sistema Pxx”, proprietario della Exx e della Bxxx con la moglie Sxx Cxxx, pure lei indagata, e considerato la mente del raggiro.
Un impianto probatorio che giustificherebbe le altre due contestazione che il pubblico ministero Luca Masini ha fatto nei confronti degli indagati, vale a dire quella di estorsione e di aver impiegato denaro di provenienza illecita.
È spulciando in particolare i documenti che raccontano le due fideiussione ottenute tra il 2009 e il 2011, per un totale di 1,8 milioni di euro concesse dall’istituto di credito ai costruttori, che i carabinieri avrebbero accertato le presunte irregolarità dell’ex direttore dell’agenzia Gxx Bxxxi, 42 anni, pisano di nascita ma livornese di adozione, e della sua vice Sxx Axxxx, 53 anni, finiti anche loro nel registro degli indagati. Sarebbe stato lo stesso direttore, in collaborazione con Pxxx che faceva da tramite con la banca e garanzia con gli acquirenti mettere a punto il castello di illusioni.
Dalle indagini, infatti, emergerebbe che nel momento in cui i costruttori si sono rivolti alla banca per ricevere il denaro che doveva servire a completare i lavori, a garanzia dell’operazione sia stato chiesto la garanzia fideiussoria ad alcuni acquirenti. «Non tutti – confermano gli inquirenti – hanno firmato». Ottenuta la garanzia, si sta indagando se avvenuta con l’avallo di un notaio oppure no, sarebbe scattata la seconda fase del raggiro. I soldi ottenuti, infatti, non sarebbero stati usati per completare i lavori ma sarebbero finite nelle tasche delle società che avevano partecipato all’affare.
Le perquisizioni di lunedì mattina dovrebbero servire proprio a rintracciare i quasi due milioni di euro spariti e mai utilizzati per completare i lavori. Ecco dunque spiegato il blitz avvenuto nell’ottica di via Mxx negli uffici della Oxxx Costruzioni per cui è indagato il titolare, Gxx Bxxx, 75 anni, di Buti. Non solo a Livorno, perché i carabinieri hanno chiesto conto delle operazioni sospette anche a Lxxx Lxxx, 53 anni, e a suo marito Nxx Pxxx, 53 anni, che con la moglie gestisce la Cxxxx Immobiliare per finire con l’architetto Dxx Lxxx che del complesso è il direttore dei lavori.
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