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Comunicato Stampa

“Pope Joan”: nasce in Italia il nuovo brand di moda upcycling

10/10/22 Nazionale

Destrutturare per ricostruire: la Pope Joan “Vission”. Si chiama Pope Joan il nuovo brand della moda italiana dedicato interamente all’upcycling.

Pope JoanL'attuale settore della moda è incentrato su una sorta di loop consumistico che privilegia la sovrapproduzione rispetto alla qualità dei capi stessi, generando quella che viene definita "fast fashion". Questo settore industriale rappresenta ormai una delle maggiori fonti d'inquinamento mondiale, alimentato anche da un approccio all'acquisto da parte del consumatore che potremmo definire "fagocitante".

La conseguenza diretta di tutto ciò è un modello economico di produzione, consumo e scarto che ha perso del tutto la sua reason why, soprattutto in previsione della scarsità di risorse per il pianeta, per le persone e per le imprese. Anche per il settore moda l'unica via percorribile è l'adozione di un'economia circolare in grado di salvaguardare l'ambiente e di dare nuova linfa a quei materiali che in teoria sono giunti al termine del loro ciclo di vita.

Pope Joane, nato da una linea trasversale che collega Treviso a Roma, sulla quale si sono incontrati i suoi cinque fondatori in un coacervo di creatività e passione, sarà interamente focalizzato sull’upcycling.
Le collezioni sono costituite da capi unici e creazioni esclusive, no gender, rigorosamente realizzate a mano. Dopo una rigida quanto creativa selezione iniziale, vengono sviluppate attorno ai concetti di “fusion & reborning” che caratterizzano l’approccio stilistico dei designer Pope Joan.

Pope Joan è un brand focalizzato su un reale cambio di direzione, dove il desiderio di possedere e acquistare nuovi prodotti punta verso scelte consapevoli e responsabili come il riuso e il reborning. PJ “Vission” (vision+mission): contribuire al rinnovamento dell'industria della moda, rivoluzionando il modo in cui i suoi prodotti vengono concepiti, realizzati e successivamente utilizzati.

Eva De Cristofaro, Founder e Communication Manager, ha detto: “Pope Joan nasce come icona dello slow fashion e della moda sostenibile: un passo decisivo verso un nuovo modo di concepire il rapporto tra la persona e ciò che decide di acquistare. Abbiamo la responsabilità di rivedere i processi alla base dell'industria dell'abbigliamento, uno dei settori meno sostenibili al mondo. Dobbiamo rieducare gli utenti al rapporto con ciò che indossano, soprattutto le nuove generazioni: dare valore a ogni singolo capo, rispettare lo storico, apprezzare la qualità, far comprendere il lavoro dietro ogni singola creazione. L'ago e il filo, le mani di chi conosce il mestiere, capaci di dare forma alle idee. Questo è Pope Joan, incontro tra libertà di espressione e tradizione, tra futuro e passato, quello che ha reso unico, nel mondo, il made in Italy.”

Lo slow fashion, al contrario della moda industriale, contribuisce tra l’altro a sostenere i piccoli artigiani e i designer, incoraggiando la creatività, l'artigianalità e l'innovazione.

Una delle caratteristiche della moda upcycling è senza dubbio l’unicità, che consente di indossare capi singolari, esclusivi e, spesso, stravaganti. Esattamente il concetto opposto alla produzione di massa, all’usa e getta.

Oliviero Guardini, Founder e Product Manager, anticipa: ”L’upcycling applicato nella moda significa realizzare abiti e accessori utilizzando vecchi tessuti recuperati da collezioni passate. L’upcycling sta prendendo sempre più piede ed è destinato a diventare un nuovo modo di pensare la moda. Non solo un trend, ma un vero e proprio mercato, più sostenibile e più rispettoso dell’ambiente. Pope Joan inizialmente selezionerà pezzi vintage di alto valore per riportarli a nuova luce e ogni singolo capo progettato rappresenterà un viaggio temporale in cui il vintage indossa le vesti della contemporaneità.”.

Pope Joan ha scelto di intraprendere un percorso verso una moda più responsabile, caratterizzata anche da campagne marketing e storytelling alternativi e da scelte mirate a ridurre realmente l'impatto dei suoi abiti.

L’arte di reinventare dei capi d'abbigliamento partendo da elementi vintage o usati è una vera e propria forma di creatività applicata, in cui i designer Pope Joan possono esprimere tutto il loro know-how culturale. Alla base di ogni singola creazione c’è un progetto specifico, che prende vita giorno dopo giorno fino ad arrivare ad una completezza formale in linea con la potenzialità espressiva del brand.

Un tale esercizio stilistico doveva essere supportato da un naming all’altezza del suo patrimonio concettuale, in cui attraverso un linguaggio tanto trasversale quanto irriverente venissero abbattute tutte quelle barriere tra generi che limitano da sempre l’evoluzione del nostro modo di esprimerci.

Da qui la decisione di chiamare il nostro brand Pope Joan, un riferimento diretto alla leggenda della Papessa Giovanna. Diverse fonti medioevali narrano le avventure di una donna che, dopo essersi innamorata di un monaco benedettino, decise di indossare gli abiti talari maschili fingendosi uomo pur di non doversi separare dal suo amore. Grazie alla sua abilità e alla sua cultura, riuscì a scalare la gerarchia ecclesiastica e ad essere eletta papa. Nascose fino all’ultimo giorno la sua gravidanza, la sua fonte di assoluta discriminazione. Seppur nella leggenda, dopo di lei il mondo non fu più lo stesso.


“La scelta del nome” – dice Marco Cecchinelli, Founder e Fashion Designer – “si è rivelata una fase molto impegnativa. Cercavamo qualcosa che esprimesse al massimo il nostro pensiero di fare moda e che, al tempo stesso, desse quella irriverente sensazione di voler superare qualsiasi limite e barriera. Ogni capo Pope Joan è un’opera sartoriale unica, che si esprime attraverso un linguaggio stilistico contemporaneo e moderno pur nascendo da mescolanze e contaminazioni di un'altra generazione. Per noi non esistono identità di genere, ma attitudini da comunicare attraverso il proprio dress code. I nostri progetti non necessitano di professare inclusività, ma tendono all’universalità”

Il messaggio delle collezioni Pope Joan è piuttosto evidente: nulla è come sembra e da un capo ormai al termine del suo ciclo di vita, può nascere, anzi rinascere, un prodotto di assoluta tendenza. Il brand vuole dare il suo contributo nel riscrivere la storia dell’industria della moda, trasformando e aumentando il valore del prodotto per il cliente/utente e la conseguente conservazione dello stesso.

Continua Marco Cecchinelli: “L’ideazione di una collezione upcycling di Pope Joan non parte da schizzi o bozzetti, ma dalla capacità di osservare e di vedere qualcosa di nuovo in capi che altri consideravano non più utili o desueti.”

Pope Joan è consapevole che i fattori di successo che potrebbero incoraggiare i consumatori ad acquistare un maggior numero di prodotti upcycled presuppongono un cambio di mentalità e una maggiore consapevolezza di ciò che si sta per indossare. Per arrivare al massimo coinvolgimento per tutti gli utenti e per far comprendere meglio questa nuova esperienza d’acquisto, Pope Joan farà molto affidamento anche alla comunicazione, sia tradizionale e sia digitale, in cui avranno un ruolo fondamentale i social e gli storytelling che verranno creati.

Fabio Cintioli, Founder e Art Director, ha sottolineato: “Un ruolo fondamentale sarà rivestito dalla comunicazione con la quale ci avvicineremo ai nostri clienti/comunità. Un ‘quinto elemento’ consapevole in cui i pixel dell’era digitale si facciano materia e pensiero, raccontino carne, sangue e aneliti di questi tempi.
Pope Joan nasce come stimolante progetto di upcycling, ma anche e forse soprattutto perché sentiamo sulla pelle l’urgenza di un cambiamento di relazione con il mondo che ci ospita.
Una rivoluzione non più derogabile dell’approccio di stampo predatorio alle risorse e ai cicli produttivi, rimasto sostanzialmente invariato dalla rivoluzione industriale e le cui tragiche conseguenze vediamo ogni giorno di più.
Un cambio di rotta che costituisce per tutti l’occasione di un’evoluzione in termini positivi non solo per l’ambiente, ma per l’intera costruzione sociale globale, temi che le nuove generazioni eredi del mondo d’oggi e costruttrici di quello di domani, sentono già propri. Una comunicazione autentica e attuale, che informi oltre ad affascinare è quindi per noi irrinunciabile.
Attraverso cifre visive di impatto e utilizzando un linguaggio che conquisti genuinamente la parte emotiva dell’utente, miriamo in modo schietto a sollecitare il ruolo che ciascun individuo può giocare in questa partita.
Quello che singolarmente facciamo oggi può costituire il frame di un racconto collettivo capace di proiettare nel futuro una storia diversa da quella a cui ci vogliono destinare. Io non credo al destino, credo all’immaginazione”.

A partire dal giorno 3 del mese di ottobre le creazioni della collezione Vission possono essere acquistate sul sito www.popejoanlab.com


Per ulteriori informazioni:
Alessia Tosco
Public Relations & Media Manager
Mob. Phone +39 349 088 30 89
E-mail: pr@popejoanlab.com

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A proposito di Pope Joan
Pope Joan è una start up tutta italiana fondata da cinque professionisti.


Marco Cecchinelli
Classe 1974, deve il suo interesse al mondo artistico e al disegno alla sua professoressa del liceo, una pasionaria dell’arte che con il suo fare fuori dal comune instillava cultura e attenzione a tutto ciò che ci circonda (soprattutto se nasci e cresci a Roma). Il tempo della maturazione anagrafica coincide con quello della maturazione aspirazionale, dove la sedimentazione culturale alimenta la volontà di potersi esprimere attraverso la “creazione”. Senza dinastie alle spalle o santi in paradiso, punta dritto verso l’architettura, una vera fucina di arte, tecnica, tecnologia e progettazione in cui ha avuto la fortuna di poter vedere dal vivo l’opera di Mastri e Maestri come Portoghesi, Piano e Fuksas. Prima con carta lucida, pennino e lametta, poi con mouse e tastiera, nel corso degli anni ha progettato e “design…ato” di tutto: mobili, lampade, sistemi d’arredo, spazi residenziali, spazi espositivi; mancano all’appello la sua altra passione, ovvero le auto, ma ci sta lavorando. Ora è il turno degli abiti di Pope Joan, che per Marco non è un punto di arrivo ma semplicemente un altro rettilineo da cui partire.

Fabio Cintioli
Nasce nel 1971, un artista e un creativo a tutto tondo. Con il suo approccio irriverente e fuori dagli schemi ha sempre occupato un posto interessante tra gli art director romani.
Cresciuto a Roma, Fabio Cintioli solidifica le proprie tensioni creative, indirizzandosi alle molteplici forme espressive del design e delle arti visive contemporanee, formulando e indagando codici espressivi in grado di rinnovare l’advertising e i linguaggi comunicativi più tradizionali.
Una passione-ossessione quella per il design, un continuum di sacrificio, devozione e assimilazione, di respiro cosmopolita, libera da pregiudizi e accademismi.
In continua evoluzione in termini di contaminazioni stilistiche e capacità espressive, si occupa da sempre di progetti di design, campagne di comunicazione convenzionali e non convenzionali e molto altro.

Eva De Cristofaro
Un amore per il marketing nato tra figurini, campionari e sfilate. La sua carriera inizia nella moda, come responsabile prodotto. Ma la sua passione è da sempre il digitale, un mondo esclusivo, per pochi nerd, dove la sua eleganza e il piglio artistico talvolta mettono in soggezione. Una lady tra i cervelloni, uno spirito visionario capace di sentire prima ancora di vedere. E questa volta ha trovato un gruppo di visionari come lei, che hanno raccolto con entusiasmo la sfida di Pope Joan.

Oliviero Guardini
Oliviero è nato con le mani nel prodotto… letteralmente. La nonna magliaia, gli ha insegnato a rimagliare nel piccolo laboratorio dietro casa, tra i mattoncini Lego e il pane e Nutella.
Un carattere pratico con il dono del gusto e la sensibilità per il prodotto: tre assi nella manica che lo hanno guidato dall’Italia, alla Cina, dalla Turchia alla Tunisia, apprendendo attraverso la “fabbrica”, tutto ciò che c’è da sapere su come nasce un capo di abbigliamento.

Alessia Tosco
Professione PR: sembra il titolo di una serie TV, ma in realtà è ciò che da sempre la vede impegnata appena dopo essere diventata maggiorenne. E’ laureata in Economia solo perché qualcuno, al suo posto, aveva deciso che sarebbe diventata una commercialista. Se potesse salire sulla macchina del tempo, studierebbe Psicologia perché da sempre è amante del comportamento umano. Le Pubbliche Relazioni fanno parte del suo DNA, quindi diventa Addetta Stampa prima e Responsabile delle Relazioni Esterne di Jaguar poi. Ha scritto un libro, anzi due, ma preferisce non parlarne. Fin da adolescente si immaginava solcare i corridoi della sua azienda, ovviamente con un tacco dodici, e, per questo, nel 2010 ha fondato la sua agenzia di comunicazione e ora il suo brand di moda.




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Photo credits: Pope Joan
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Responsabile account:
Alessia Tosco (Pubblic Relations & Media Manager)
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