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Dai dati del secondo trimestre 2011 ancora un mercato immobiliare a doppia faccia. Vale la pena comprare, direttamente dai costruttori

07/10/11

Dai dati del secondo trimestre 2011 ancora un mercato immobiliare a doppia faccia. Vale la pena comprare, direttamente dai costruttori Posted on 6 ottobre 2011 by DalProprietario 7 Boost Calano ancora le compravendite: in perdita i settori residenziale (-6,6%) e commerciale (-5,5%), mentre arrivano segnali positivi dal terziario (+4,0%) e dal produttivo (+5,7%). Ma di fronte a una domanda che stenta, i prezzi delle case non scendono. Segno che i proprietari, nonostante la crisi, non sono più di tanto con l’acqua alla gola. Ma perché non comprare direttamente dai costruttori?

Gabriella Alemanno, direttore dell’Agenzia del Territorio, nel presentare il report dell’Osservatorio immobiliare (OMI) sul secondo trimestre 2011, ha osservato che i prezzi tendono a salire anziché scendere. In linea con il lieve aumento registrato nel primo trimestre, il valore medio nazionale delle unità immobiliari residenziali (per unità di superficie commerciale) segna un + 0,5%, attestandosi a 1588 euro al metroquadro. La quotazione media delle abitazioni nel secondo semestre 2011 è in aumento sia nei capoluoghi italiani (2299 €/mq, +0,5% rispetto al II semestre 2010), sia nei comuni non capoluogo (1322 €/mq, +0,4%).

Ma se i prezzi tengono, nel pieno imperversare della crisi la domanda stenta e le compravendite scarseggiano. Nel II trimestre 2011 il mercato immobiliare italiano è ancora in forte calo, facendo registrare la quarta flessione consecutiva. Il tasso tendenziale annuo del volume di compravendite nel secondo trimestre del 2011 (variazione percentuale del II trimestre 2011 rispetto il II trimestre 2010) per l’intero settore immobiliare risulta, infatti, pari al -5,6%, peggiorando il dato tendenziale del primo trimestre (-3,6%). Così anche in termini assoluti, comparando i dati dei secondi trimestri degli ultimi anni, il numero di compravendite del II trimestre 2011 è il più basso mai registrato dal 2004. Rispetto all’omologo trimestre del 2006, anno nel quale si registrò il picco massimo delle compravendite, i volumi di scambio nel trimestre in esame risultano in perdita del 29,7%.

Tra le grandi città, perdite peggiori del dato nazionale si registrano in questo trimestre a Palermo (-8,5%), Napoli (-7,5%) e Roma (-7,3%); più contenuto risulta il calo a Bologna, -1,2%. In controtendenza risultano le compravendite delle abitazioni nelle città di Milano (+2,9%), Genova (+2,7%), Torino (+1,5%) e Firenze (+0,9%).

La stabilità dei prezzi può essere letta come un disinteresse, da parte dei proprietari, a vendere ad ogni costo. Tuttavia la crisi c’è, e ad esserne colpiti sono soprattutto i possibili acquirenti, che acquistano poco e formulano una domanda contenuta che non incontra le esigenze dell’offerta. Tenendo conto che l’80% delle famiglie italiane vive in una casa di proprietà, è logico pensare che chi compra o sono giovani coppie, che adesso trovano sempre più difficoltà ad accedere ai mutui – o famiglie con ampie disponibilità, che puntano ad un investimento patrimoniale. E a guardar bene, sono solo queste ultime, adesso, a tenere a galla seppur debolmente il mercato, poiché chi vende lo fa con la chiara intenzione di monetizzare un investimento nel mattone fatto tempo fa. Motivo per cui i prezzi non scendono. In pratica è la piccola proprietà, che da sempre caratterizza il mercato immobiliare italiano rendendolo poco dinamico, a frenare il tracollo dei prezzi. Una situazione che, per certi versi, gioca a favore delle imprese edili.

Un’ultima osservazione è infatti d’obbligo. Quando calano le compravendite, in genere, ad essere colpito è soprattutto l’usato, mentre tiene il settore del nuovo, ovvero le case di nuova costruzione proposte direttamente dalle imprese edili. In realtà «la situazione funziona un po’ come la Borsa, è un mercato abbastanza incostante – ha dichiarato al Corriere della Sera il presidente dell’ Acer, l’ associazione romana dei costruttori Eugenio Batelli -. Parlando del mercato dei nuovi appartamenti (il 20% del mercato, contro un 80% di usato) negli ultimi due mesi e mezzo, con il peggioramento della Borsa, gli investimenti immobiliari hanno dato importanti segnali di ripresa. Gli acquirenti – prosegue Eugenio Batelli – sono molto indirizzati sugli alloggi piccoli, è quindi evidente che lo fanno nella maggior parte dei casi come forma di investimento, in alternativa ai Bot e ai Cct. Se questo è l’ inizio di un nuovo trend è ancora presto per verificarlo, ma sicuramente oggi ci si rende conto che investire sul mattone significa salvaguardare i proprio risparmi».



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